Le ACLI sono un associazione storicamente impegnata a promuovere la pace e a diffondere una cultura di pace. In un momento particolarmente difficile, segnato da conflitti devastanti Ne abbiamo parlato con il Presidente nazionale Emiliano Manfredonia
Quale la posizione delle ACLI sul terreno della pace?
L’estremizzazione del conflitto politico ha portato anche a questo: quando c’è una guerra sembra quasi ci si trovi di fronte ad una sfida sportiva, con le tifoserie schierate da una parte e dall’altra. È quello che sta succedendo in Medio Oriente, è quello che è successo con l’Ucraina e la Russia. Noi invece non abbiamo dubbi perché di fonte all’orrore che vediamo oggi noi stiamo dalla parte delle vittime, di tutte le vittime, di coloro che hanno perso familiari e amici, che non hanno più una casa, che hanno un bimbo in ospedale che lotta tra la vita e la morte. Ci uniamo al dolore di chi è ferito, di chi non ritornerà mai più alla vita di prima: il 27 ottobre scorso, rispondendo all’appello di Papa Francesco, abbiamo pregato, digiunato e organizzato veglie, messe, momenti di approfondimento e riflessione, perché la pace è l’unica via possibile, ma va costruita e cercata in ogni ambiente, partendo dalle piccole comunità, passando per i comuni, fino alle istituzioni. Noi continueremo a fare il nostro, manifestando per la pace, in tutte quelle iniziative che chiederanno prima di tutto che tacciano le armi, che il rumore assordante dei bombardamenti cessi, e si possa davvero iniziare un dialogo.
Una seconda domanda riguarda un altro terreno d’impegno, quello delle politiche sociali Anziani, disabili crescono i bisogni come deve crescere la risposta del welfare?
Purtroppo anche la Manovra di quest’anno lascia molto a desiderare su questo punto: manca un’idea di futuro e soprattutto non ci sono misure strutturali, che invece sono assolutamente necessarie e urgenti per il nostro paese. Bisogna coinvolgere i Comuni, a cui vanno date più risorse, per mettere in campo politiche sociali a favore di infanzia e famiglia. Invece assistiamo al ricorso sempre più sistematico al privato per accedere al welfare, che causa anche un aumento dell’inflazione e del carovita, come testimoniano le tante famiglie che rinunciano alle spese per curarsi o per far studiare i più giovani. Servono almeno 1,3 miliardi perché la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti possa almeno cominciare. Con le associazioni che formano il Patto per il nuovo welfare stiamo dando battaglia affinché una norma che attendevamo da anni non finisca su un binario morto.
Un terzo terreno d’impegno riguarda il radicamento dell’associazione sul territorio
Il Presidente Manfredonia ha raccontato nel libro Vite in Circolo le sue esperienze vissute visitando Circoli in tutte le parti d’Italia e mettendone in rilievo analogie e specificità. Un testo fresco, brioso che unisce l’analisi sociologica al rapporto umano con i volontari e con la loro presenza incisiva, strumento di coesione sociale.
Ma oggi, nell’era dei social queste strutture di base hanno ancora un ruolo significativo ? Quale ?
Il Circolo è come la cellula costitutiva delle Acli, ce n’è e ce ne sarà sempre bisogno perché l’uomo è un animale sociale, è un essere che si realizza pienamente con e nell’altro. E anche se oggi dire socializzazione spesso significa dire “social”, io sono convinto che la relazione vera e profonda rimane quella di un incontro, lo dico da uomo di fede, a cui un incontro ha di fatto cambiato e indirizzato l’intera vita, ma lo dico anche da persona che ha vissuto i mesi di lockdown, quando abbiamo potuto sperimentare l’uso esclusivo dei nuovi mezzi: non credo che nessuno sia stato davvero soddisfatto, al di la’ dell’emergenza sanitaria, di dover parlare, di dover guardare l’altro, sempre e solo attraverso il filtro di uno schermo. E poi c’è la bellezza di sporcarsi le mani, di fare davvero qualcosa di utile per la propria comunità, di stare vicino alle persone che hanno bisogno. I circoli sono dei presidi di democrazia, sono dei luoghi di sana aggregazione dove si può ancora fare pensiero, aggregare proposte e sollecitare la politica, dove si può cercare di mettere insieme donne e uomini di buona volontà per migliorare il luogo in cui si vive, per fare le Acli.
In foto: Emiliano Manfredonia