„Non c’è due senza tre”. Il detto popolare calza proprio a pennello col cosiddetto “Triangolo di Weimar”. Il trilaterale Francia-Germania-Polonia, istituito il 29 agosto del 1991 in occasione del 242° anniversario della nascita di Goethe dai ministri degli Esteri di Francia (Roland Dumas), Germania (Hans-Dietrich Genscher) e Polonia (Krzysztof Skubiszewski), si inserisce in un momento storico fondamentale: la caduta della Cortina di Ferro e l’apertura dell’Europa “Occidentale” alla controparte post-sovietica.
Weimar, la cittadina della Turingia di Schiller e Goethe, equidistante da Parigi, Berlino e Varsavia non è solo un luogo letterario: vicina al campo di concentramento di Buchenwald e “nel cuore dell’Europa”, è rivestita di un alto valore simbolico. Baricentro geografico del Trilaterale è dunque la Germania: grazie alla sua posizione centrale tra Europa occidentale e orientale e grazie alla sua “doppia anima” (da un lato post-sovietica data dall’ex Repubblica Democratica Tedesca e dall’altro fortemente atlantista in quanto ex Repubblica Federale Tedesca) si pone come mediatrice tra Francia e Polonia.
Preceduta dall'”autunno dei popoli” nel blocco orientale , che vede riemergere la Repubblica Popolare di Polonia come Stato nazionale democratico indipendente da un lato e dalla riunificazione della Germania il 3 ottobre 1990 dall’altro, la “Dichiarazione congiunta” del 29 agosto 1991 mette al centro la “responsabilità di Francia, Polonia e Germania per il futuro dell’Europa”.
Augurandosi che “le strutture confederali paneuropee possano emergere sempre più” (punto 3 della Dichiarazione), l’Unione Europea è il perno su cui si instaura il trilaterale. Lo scopo del trilaterale è inoltre l’”assistenza globale agli Stati in via di riforma dell’Europa centrale e orientale, compresa l’Unione Sovietica”, al fine di “far progredire una nuova Europa assumendo responsabilità condivise in uno spirito di solidarietà umana e nel sentimento di appartenenza a una comunità di destino” (punto 2 del testo). Il trilaterale si fa dunque carico del messaggio di solidarietà lanciato dal partito polacco indipendentista guidato da Lech Walęsa: “Solidarność”.
Si può inoltre leggere che “la dimensione transatlantica, ossia la stretta cooperazione con gli Stati Uniti e il Canada” (punto 6 del testo) sono essenziali “per la sicurezza dell’Europa”: democrazia, prosperità e sicurezza comune dunque su base atlantista.
Il trilaterale ha avuto un ruolo fondamentale nel processo di adesione della Polonia all’alleanza NATO (1999) e nell’entrata della Polonia nell’Unione Europea (2004), perpetuando l’apertura di entrambi gli organismi ai vicini dell’ex-blocco orientale, dinamica inaugurata dalla “Ostpolitik” di Willy Brandt. Inoltre si inserisce nel progetto di riconciliazione tedesco-polacco con l’ausilio delle strategie di riconciliazione della “coppia franco-tedesca”.
La cooperazione tedesco-polacca, meno strutturata e “regolamentata” del tandem franco-tedesco, è meno resiliente e più soggetta a crisi. Con il ritiro del Regno Unito dall’UE nel 2016, la Polonia è senza dubbio tornata ad essere il principale partner del dialogo franco-tedesco all’interno dell’UE, ma la leadership del PiS (2015-2023) ha congelato i contatti tra i tre Stati. Fino alla vittoria del partito europeista-liberale di Donald Tusk (“Platforma Obywatelska”) nel dicembre 2023, Francia e Germania non hanno riconosciuto la Polonia come democrazia liberale. Ulteriori difficoltà nella cooperazione sono state inoltre poste dal progetto tedesco di costruzione del Nord Stream 2, aspramente criticato dalla Polonia.
I trattati tedesco-polacchi di riconciliazione utilizzano come modello il Trattato dell’Eliseo del 1963 e la fondazione dell’Ufficio della gioventù tedesco-polacca nel 1993 si è ispirata all’ufficio della gioventù franco-tedesco (“Deutsch-französisches Jungendwerk”) del 1963. I parallelismi sono così evidenti che alcuni storici considerano addirittura le dinamiche di riconciliazione tedesco-polacche dopo il 1989 come un’estensione del modello di riconciliazione franco-tedesco.
Quali sono dunque i punti di forza dell’asse Parigi-Berlino-Varsavia? Il riavvicinamento tra “Europa orientale” e “Europa occidentale” è un buon indicatore. Durante le tensioni russo-ucraine di EuroMaidan(2014), l’incontro tra i tre ministri degli Esteri del Triangolo di Weimar (Laurent Fabius per la Francia, Frank-Walter Steinmeier per la Germania e Radosław Sikorski per la Polonia), in qualità di rappresentanti dell’UE, con l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich hanno inoltre diminuito la brutalità delle repressioni. Tale ruolo di mediatore dei conflitti del “Triangolo di Weimar” potrebbe essere potenzialmente riscoperto nell’ ambito della guerra in Ucraina.
I risultati di un’inchiesta sociologica sul “Triangolo di Weimar” condotto nel 2021 dall’“Instytuts Spraw Publicznych”, dalla Fondazione Konrad Adenauer e dalla Fondazione Genshagen suggeriscono invece una tendenza inversa: la maggioranza degli intervistati francesi e circa la metà di quelli tedeschi non ha mai sentito parlare del “Triangolo di Weimar” e solo il 12% dei tedeschi e il 4% dei francesi dichiara di sapere a cosa si riferisce il concetto. Pare dunque che in Francia e in Germania la collaborazione sia abbastanza sconosciuta nell’opinione pubblica. Invece il 24% degli intervistati polacchi afferma di conoscere il significato di “Triangolo di Weimar”: collaborazione più conosciuta dunque a “est”.
Perché dunque così poca sensibilizzazione? Il “punto debole” è l’assenza di strutture permanenti e di un’agenda di incontri prestabilita. L’esistenza del trilaterale sembra cioè basarsi esclusivamente sulla volontà politica.
Bibliografia
Fiszer, Józef. The Weimar Triangle and Its Role in the European Integration after the End of the Cold War.In: “Studia Wschodnioeuropejskie” 19.1 (2023).
Jacek Kucharczyk, Respecter le passé et regarder vers l’avenir. Perceptions polonaise, française et allemande du triangle de Weimar et de son rôle au sein de l’Union Européenne. URL:https://www.stiftung-genshagen.de/fileadmin/Dateien/Publikationen/Andere_Publikationen/Umfrage_Weimarer_Dreieck/Sondage_Triangle_de_Weimar_FR.pdf, aufgerufen am 20.3.2024.
Kühnhardt, Ludger; Ménudier, Henri; Reiter, Janusz: Das Weimarer Dreieck: die französisch-deutsch-polnischen Beziehungen als Motor der europäischen Integration. In: Zentrum für Europäische Integrationsforschung (ZEI), 2000. In: ZEI Discussion Paper, C72.
In foto Donald Tusk