Archivi di Stato: la “Sala studio” ora è nel computer di casa

Un software per consultare i documenti della storia di Venezia, Firenze e Milano

Addio a polverosi faldoni e poco maneggevoli raccolte di documenti. Adesso a quella parte così affascinante di ricerca storica – e non solo – che non può fare a meno del prezioso materiale conservato all’Archivio di Stato, si potrà accedere virtualmente, anche dal computer di casa. Per adesso limitatamente alle sedi di Milano, Firenze e Venezia, ma la strada dell’innovazione è ormai aperta e la rotta è tracciata grazie a questo indirizzo link, in qualche modo storico: https://salastudio-archivi.cultura.gov.it/

L’annuncio è stato dato con una comunicazione che ha fatto certamente felice il popolo dei ricercatori: “Si informano gli studiosi che a partire da lunedì 8 luglio 2024 è in uso il nuovo software  Sala studio per inserire le richieste di consultazione del materiale archivistico, accedendo tramite identità digitale. Gli utenti possono consultare il manuale utente per il nuovo sistema Sala studio  e un videotutorial che spiega i passaggi necessari per la registrazione al portale.

Sala studio, software realizzato dall’Istituto Centrale per gli Archivi (ICAR), è un ambiente digitale che consente di gestire online l’accesso agli Istituti e le richieste di consultazione del patrimonio documentario, e di attivare i principali servizi erogati all’utenza (riproduzione, copia conforme informatica, ricerca da remoto e assistenza nella ricerca). Nonostante l’approccio da remoto, un sistema di notifiche permette, in tutte le fasi delle richieste, l’interazione diretta tra il personale dell’Archivio e l’utente.

Spiega Pasquale Orsini direttore vicario dell’Istituto centrale per gli archivi (ICAR): “L’utente, per utilizzare i servizi di Sala studio, deve procedere a completare i dati presenti nella sezione “Se vuoi accedere ai servizi di sala studio”, altrimenti sarà un utente base che potrà solo navigare nel software”. Il manuale rende l’approccio agile e senza intoppi: se l’utente non ha necessità di accedere ai servizi di Sala studio, ma vuole solo effettuare prenotazioni per la partecipazione ad eventi sia in presenza che online, non deve fare alcuna variazione, ma tramite la selezione del tasto Salva viene inserito nell’anagrafe dell’Archivio scelto come utente Base, ricevendo una conferma al proprio indirizzo mail dal Ministero della Cultura. Se, invece, l’utente vuole usufruire di tutti i servizi, deve completare l’iscrizione aprendo l’area relativa ai Servizi di Sala studio, tra quelli attualmente disponibili delle sedi di Milano, Firenze e Venezia, e viene indirizzato alla dashboard dell’Istituto archivistico.

La dashboard è la prima pagina mostrata all’utente di Sala studio. Nella parte alta sono presenti le informazioni relative all’Archivio su cui si sta operando, l’icona per la scelta della lingua (ITA, ENG) e i dati dell’utente che sta operando. È inoltre presente l’icona dedicata alle funzioni di gestione dell’account, a cominciare dalla possibilità di passare dalla sede di Firenze, a Milano, o Venezia, in un solo click.

Da qui inizia l’approccio di ricerca vero e proprio. Nella pagina dell’Archivio di Stato di Venezia, per esempio, si apre un menù a tendina che consente un viaggio di svariate secoli, con materiale di fortissima suggestione: dai documenti dell’”Inquisitorato alle acque”, agli “Atti di restituzione dell’Austria”, alle decisioni del “Collegio dei venti savi”, fino ai verdetti degli “Esecutori contro la bestemmia”.

L’Archivio di Stato di Firenze, oggi diretto da Paola D’Orsi nominata il 21 maggio scorso, fin dalla metà degli anni Novanta ha portato avanti intense campagne di digitalizzazione documentaria per valorizzare lo straordinario patrimonio storico che conserva, a cominciare dal suggestivo “Fondo Mediceo Avanti al Principato”, che è una sorta di roadmap per capire l’evoluzione di una città unica al mondo come Firenze. Questo progetto ha dato luogo alla costituzione di una banca dati di immagini a colori dell’intero fondo, che consta di 165 unità archivistiche. C’è anche la Lex Gismondina, promulgata nel 1478, che sancì, su indicazione di Lorenzo de’ Medici, la facoltà della magistratura degli Otto di guardia e balia di emettere sentenze senza motivarle e di registrare le stesse in appositi libri condemnationum.  Ma innumerevoli sarebbero le curiosità per i neofiti e i filoni di ricerca per gli studiosi.

Di straordinaria importanza, tanto per citare un solo esempio della mole infinita di documenti conservati all’Archivio di Stato di Milano, e reperibili in Rete, è il Carteggio Visconteo Sforzesco che va dal 1285 al 1450, o i Registri Ducali, il cui primo atto risale al 1185 e l’ultimo al 1593.

Sala studio è stato realizzato dall’Istituto centrale per gli Archivi (Icar), guidato da Chiara Veninata, nell’ambito di un più ampio progetto attraverso cui la Direzione generale Archivi, guidata da Antonio Tarasco, intende promuovere la conoscenza del patrimonio documentario italiano semplificando la ricerca e la consultazione del materiale archivistico conservato negli Archivi di Stato.

La via della digitalizzazione, per quanto riguarda l’Archivio di Stato, non inizia con Sala Studio. Facendo un passo indietro, la tappa più significativa è il varo del Portale Strumenti di ricerca online – SAN, ideato, progettato e realizzato dall’ICAR fra il 2018 e il 2019 nell’ambito delle attività di reingegnerizzazione dei sistemi dell’Amministrazione archivistica. L’intento era quello di raccogliere e restituire, in un ambiente unico, strumenti di ricerca di qualsiasi tipologia, redatti in contesti diversificati e in formati di vario tipo

Il portale SAN costituì un’evoluzione del modulo Inventari online sviluppato nel Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche – SIUSA a partire dal 2009, punto di accesso primario per la consultazione e la ricerca del patrimonio archivistico non statale, pubblico e privato, conservato al di fuori degli Archivi di Stato. Dal 2011 i dati del portale SIUSA sono periodicamente esportati nel portale SAN, che resta l’infrastruttura digitale fondamentale.

Spiega Pasquale Orsini: “La differenza tra Sala studio e Sistema archivistico nazionale (SAN) risiede nel fatto che il primo è un semplice software che consente – per ciascun Archivio di Stato che ne voglia fare uso – la fruizione dei servizi di consultazione, fotoriproduzione, copia conforme, ricerca da remoto e assistenza alla ricerca, mentre il secondo è un “sistema” archivistico che consente la descrizione del patrimonio archivistico nazionale, pubblicato online fin dal 2011”.

Nella foto la Lex Gismondina, promulgata nel 1478

Total
0
Condivisioni
Prec.
Analisi Irpet, continua la crescita, ma è troppo lenta

Analisi Irpet, continua la crescita, ma è troppo lenta

Fra i punti di fragilità, invecchiamento demografico e lentezza della crescita

Succ.
Affitti brevi, casa e commercio, il tridente della sindaca Funaro

Affitti brevi, casa e commercio, il tridente della sindaca Funaro

Overtourism, giovedì la delibera che conferma lo stop alle nuove aperture

You May Also Like
Total
0
Condividi