“Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano”,saranno visitabili dal 16 febbraio al 30 giugno 2024 al MANN,il Museo Nazionale Archeologico di Napoli, una delle più importanti realtà museali del mondo nell’ambito dell’arte classica greco-romana.
Dopo la tappa al Quirinale, la mostra del Museo si è arricchita di quattro reperti inediti fra i quali spicca un’elegante statua femminile di Orante, alta 60 centimetri, che è stata sottoposta a un lungo restauro. La donna indossa un chitone e un mantello; il suo viso è incorniciato da una chioma finemente pettinata e lunghe ed eleganti trecce avvolte cadono sul petto e può essere datata alla metà del II secolo a.C.
La scultura di devota orante era deposta a testa in giù, come a voler rivolgere la sua preghiera verso il cuore della sorgente termale. Il secondo reperto inedito è la base di un donario in travertino, che eccezionalmente presenta un’iscrizione ‘bilingue’. A parlare è la divinità stessa. Si tratta di un documento eccezionale dell’uso pubblico dell’etrusco ancora all’inizio dell’età augustea. La divinità, che sta parlando nelle due lingue, ben rappresenta l’esistenza di destinatari diversi fra le comunità accolte dal santuario: l’esigenza comune era di essere compresi da tutti. Dalla campagna di scavo del 2023 al santuario del Bagno Grande provengono poi numerosi nuovi bronzi, riconducibili alle pratiche religiose e rituali di questo luogo di cura termale. Tra questi, benché di piccole dimensioni, spicca probabilmente un rene “in versione miniaturistica”.
Infine, intagliato in un prezioso frammento di cristallo di rocca perfettamente trasparente, un pendente a forma di pesciolino. Il cristallo di rocca era ritenuto nell’antichità portatore di numerose proprietà benefiche e mediche, oltre ad essere usato per curare le ferite; inoltre, essendo interpretato come ghiaccio pietrificato, era reputato utile a preservare il sonno dei defunti e a ritardarne il disfacimento del corpo. Il reperto risale ai primi decenni del I sec. a.C. ed è stato ritrovato presso la sorgente di acqua fredda esterna al tempio, dentro un focolare, assieme ad una lama in ferro.
Fra le opere in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, spiccano inoltre la splendida statua in marmo dell’Afrodite del tipo di Doidalsas, copia romana di età traianea (II secolo d.C.) da un originale ellenistico, rinvenuta nel Cinquecento presso la sorgente della Doccia della Testa; dalla vasca sacra del Bagno Grande, proviene invece la statua in bronzo di Apollo in atto di scagliare una freccia, risalente al 100 a.C. Accanto alle statue delle divinità, ci sono le raffigurazioni di offerenti, come il personaggio togato databile al I secolo a.C., che presenta molte affinità con il celebre Arringatore conservato al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. E la statua maschile di un giovane malato, rappresentato nudo e in posizione orante.
Testimonianza dei dedicanti sono anche i votivi anatomici e le monete romane di età imperiale. Il fulmine in bronzo, deposto insieme a una freccia in selce all’interno di uno strato di tegole e coppi, evoca il fulgur conditum: il rito del fulmine sepolto, in base al quale tutto ciò che all’interno di un tempio o di un santuario veniva colpito da un fulmine doveva essere sepolto, così come il fulmine stesso. Visibili anche altri numerosi reperti fra i quali, monete ed ex voto,una collezione di statue e statuette votive in bronzo ritrovati nel corso del scavi del Bagno Grande: il complesso sacro termale dove per secoli, proprio grazie alla presenza di acqua e fanghi caldi, si sono conservate preziose testimonianze dell’arte etrusca e romana, che ora permettono di ricostruire i rituali e i culti delle divinità venerate nel territorio e nell’antica città-stato di Chiusi.
“I Bronzi di San Casciano, esposti da oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, – ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – offrono alla nostra comunità un frammento di storia sepolta e anche l’emozione di questa scoperta, definita dagli esperti una delle più rilevanti degli ultimi tempi. Si tratta di uno scavo giovane, siamo certi che le ricerche condotte dal Ministero della Cultura, con il coinvolgimento di tanti atenei, coordinati dall’Università per Stranieri di Siena, ci regalerà nel prossimo futuro molte nuove scoperte. Abbiamo già proceduto all’acquisto di un palazzo cinquecentesco nel centro storico di San Casciano e ciò renderà possibile presto l’apertura di un museo che diventerà la nuova casa di questi reperti. La ferma volontà di mantenere il legame inscindibile delle scoperte con il territorio è parte costitutiva del progetto di valorizzazione dell’identità delle nostre comunità locali. I musei sono punti cardinali della nostra identità e memoria”.
“I Bronzi di San Casciano – questo il commento del Direttore generale Musei del MiC, Massimo Osanna – sono da oggi ospitati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli nei nuovi spazi espositivi, che per la prima volta aprono le porte al pubblico. La scelta non è casuale: non sono solamente dei capolavori dell’antichità ad essere in mostra al MANN, ma il risultato di un percorso di scavo in corso, dove statue in bronzo – ed è una circostanza rarissima – sono restituite nel loro contesto, raccordando le storie di un centro antico di ritualità e culto, che dal III secolo a.C. al V secolo d.C. fece dell’acqua termale il suo fulcro. Così il racconto dello scavo del santuario, che fu etrusco prima e romano poi, si snoda nelle nuove sale espositive come un viaggio nel paesaggio delle acque sacre che è al contempo un viaggio nella ricerca. Il percorso dei Bronzi di San Casciano dei Bagni è infatti il frutto della collaborazione tra Musei italiani, Università, enti locali in cui si mette in atto quella valorizzazione immediata dei risultati degli studi in corso che dovrebbe essere il fine ultimo di tutti i progetti di archeologia”.
“Sono orgogliosa che il progetto di San Casciano dei Bagni oggi venga ospitato a Napoli, all’interno delle prestigiose sale del Museo Archeologico Nazionale e, parafrasando il titolo della mostra, siamo anche felici di sapere che presto i nostri Dei ritorneranno a San Casciano”, ha affermato la sindaca di San Casciano, Agnese Carletti.
Una mostra dunque che presenta al pubblico gli straordinari ritrovamenti effettuati a partire dall’estate 2022 e le novità venute alla luce nel 2023 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. Promossa dal Ministero della cultura, è stata realizzata grazie alla collaborazione di una pluralità di istituzioni preposte alla ricerca, e alla valorizzazione del patrimonio ed organizzata dalla Direzione generale Musei del MiC, con la tutela della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo. Il coordinamento scientifico è a cura dell’Università per Stranieri di Siena. I restauri sono avvenuti con il supporto dell’Istituto Centrale del Restauro. La mostra,curata da Massimo Osanna e Jacopo Tabolli,per il nuovo allestimento al Museo Archeologico Nazionale di Napoli,si è avvalsa della progettazione di Guglielmo Malizia e Chiara Bonanni.
Il catalogo è a cura di Treccani, con la sponsorizzazione tecnica di Intesa Sanpaolo. Hanno inoltre finanziato lo scavo e i restauri per la mostra Friends of Florence, Ergon, Robe Cope per Vaseppi, Banfi srl e il Castello di Fighine.
“Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano”
Dal 15 febbraio al 30 giugno 2024
MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Piazza Museo 18/19, Napoli
Tel. 081 4422336 e https://mann-napoli.it
Chiuso il martedì
In foto la donna orante