Reggio Film Festival, the day after

Tanti corti in gara e diversi premi assegnati, tra cui l’Energee3-thedotcompany Award
La locandina ufficiale dell’estone “Tiivad”

Si è conclusa ieri sera, con una lunga e partecipata diretta in streaming (quest’anno la rassegna artistico-culturale dei cortometraggi cinematografici giunti da tutto il mondo non ha potuto svolgersi “in presenza” di pubblico a causa delle misure di distanziamento sociale adottate contro il Covid-19) la 19ma edizione del Reggio Film Festival, sostenuto ancora una volta da diversi enti, associazioni e realtà produttive, culturali e creative locali, tra cui le aziende reggiane dell’innovazione Energee3 e thedotcompany (editrice di 7per24.it), le quali hanno assegnato il premio speciale per il “miglior cortometraggio di argomento filosofico-scientifico” (appunto l’Energee3-thedotcompany Award 2020) al minifilm estone – 12 minuti – “Tiivad” di Riho Unt (tiivad significa ali).

Ecco la motivazione alla base della premiazione: <<Per la capacità di aver affrontato in modo divertente e accessibile tematiche complesse e di peso, diremmo archetipiche, che si perdono nella notte dei tempi, come la dialettica Natura-Tecnica (argomento caro a buona parte della filosofia del Novecento, da Heidegger ad Anders e al nostro Severino) e il rapporto Uomo-Macchina (fino al dibattito attuale sull’Intelligenza Artificiale e sul post-umano o transumano – viene alla mente il titolo di un saggio di Marco Revelli uscito un paio di settimane fa per Einaudi). Il desiderio, la sfida, la rivoluzione dei canoni e dei costumi, e come pretesto lo scambio epistolare tra uno stralunato inventore contadino e il geniale Leonardo da Vinci.

Il libro di Revelli

Quindi Prometeo (il protagonista) e il progresso, Icaro e il senso del limite, Pandora (la co-protagonista) e la curiosità, la terra (le radici) e il cielo (il sogno), la volontà e la rappresentazione. Fino alle questioni dell’emancipazione collettiva (la ricerca scientifica) e dell’autorealizzazione individuale (la ricerca della felicità). Un’efficace realizzazione, dove le “ali” del titolo richiamano il concetto di libertà, e dove il verbo volare somiglia tanto al verbo violare, nel senso di rottura delle convenzioni sociali e/o delle convinzioni morali.

Con un gioco di parole, lo si potrebbe re-intitolare “Affetti collaterali”, a significare un altro confronto o conflitto universale, quello tra razionale e irrazionale – e sullo sfondo il sacro fuoco creativo e reattivo di Eros, perché il mondo non solo funziona sulla base della legge di gravità dei corpi, ma gira – in cerchio: altro simbolismo presente nel corto, come l’anello, ma stavolta è la Donna Vitruviana al centro dell’azione – anche secondo la legge di attrazione delle anime. Insomma, un’opera piacevole e stuzzicante, che fa sorridere e pensare: quasi un apologo, in cui alla fine a vincere è l’ossessione per la scoperta e quindi l’amore per il futuro. Un cortometraggio, tra l’altro ben musicato, che va dove ci porta il cuore: dunque oltre il cuore di pietra e/o il cuore di tenebra di quest’epoca così rissosa e incerta, la quale dovrebbe al più presto affrontare e risolvere una certa paura di volare (per dirla alla Jong), che calata in ognuno di noi diventa paura di volere e magari anche di farsi valere, ossia di giungere all’individuazione – se non di ciò che abbiamo intorno – almeno di sé stessi (per dirla alla Jung), così da diventare finalmente ciò che siamo già>>.



«Nonostante l’emergenza sanitaria ci abbia costretto a spostare online il programma di proiezioni, dialoghi e laboratori, anche questa diciannovesima edizione del Reggio Film Festival è stata una vera festa del cinema, dell’arte e della gente»: il direttore artistico Alessandro Scillitani, sintetizza con soddisfazione questa inusuale ma comunque ricchissima edizione, che si è conclusa ieri sera con la proclamazione dei cortometraggi vincitori.

La giuria internazionale composta da Roberto Manassero, Chicco Salimbeni e Txema Munoz ha assegnato il primo premio a Hurlevent di Frédéric Doazan, «per la capacità, attraverso un’animazione essenziale nel tratto e ambiziosa nello spirito, di costruire mondi immaginari a partire dalla parola, secondo un principio di distruzione e creazione che ripete il respiro della vita». Menzioni a Champagne di Coralie Lavergne e a Memorable di Bruno Collet.

La giuria SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, gruppo Emilia Romagna/Marche), composta da Veronica Canalini, Gianpiero Ariola e Luca Baroncini, ha decretato come vincitore il cortometraggioTies di Dina Velikovskaya «per la capacità di configurare con densa e delicata ironia il peso specifico della separazione dal nido familiare, restituendo attraverso un’animazione sciolta ed essenziale l’immagine tangibile del corso dei legami». Una menzione speciale è andata a Dcera di Daria Kashcheeva «per la lucidità toccante con cui la stop motion riesce a mettere in scena i moti aggrovigliati dell’inconscio e gli anfratti più intimi della memoria».

Premio Laicità a Indimenticabile di Gianluca Santoni: «Il tema del diritto alla sessualità dei portatori di handicap, raramente considerato e rappresentato, viene invece qui affrontato e arricchito da una sorta di riscatto del giovane “prostituto”, che trasforma un rapporto nato come mercenario e non gradito in uno capace di comprendere i bisogni della ragazza e di trasfondervi tenerezza». Menzione all’Estetica della Laicità a Hurlevent di Frédéric Doazan: «Mirabile esempio di estetica laica. Le pagine del libro di Emily Bronte sfogliate dal vento, la pioggia (Cime tempestose – Hurlevent, appunto), la scomposizione dei testi e delle immagini formate dalle lettere e dalle parole in tutte le lingue (la Torre di Babele, i pittogrammi, il Codice binario, il virus Covid-19, la moltiplicazione delle cellule umane, ecc…) rappresentano un modo geniale e raffinato di celebrare la vita e la morte, lo scontro tra l’uomo, con i suoi sentimenti e la natura, con i suoi labirinti. L’amore, insomma».

Concorso pubblico Passaggi – tra barriere ed altri limiti rivolto a videomaker under 35, promosso dal servizio Officina Educativa – Partecipazione Giovanile e Benessere Comune di Reggio Emilia in collaborazione con il Reggio Film Festival: la giuria composta da Pasquale Pugliese, Alessandro Scillitani, Manila Ferrari e Arianna Migliari ha assegnato il primo premio a Marta Ascari e Eugen Bonta per Confini invisibili, «per la capacità di andare all’essenziale, evocando come quel mare – che potrebbe e dovrebbe essere un ponte – sia stato trasformato in un “confine invisibile”, in una barriera insormontabile, che non solo ferma e blocca ma inghiotte e seppellisce. Cento secondi che arrivano alla pancia, al cuore ed alla mente dello spettatore». Secondo classificato Simone Chierici con Where Are You, terzo classificato Gruppo Omani Media con Termodinamica e menzione speciale al cortometraggio Binario 2B del collettivo le scalatrici delle Ande «per aver saputo suggerire con poesia ed ironia il superamento delle barriere più profonde, quelle che ognuno ha dentro di sé». Premio Social, ottenuto tramite le votazioni da casa, a La porta del collettivo Low Light Vision e Premio FEDIC a Il Fagotto di Giulia Giapponesi.

Altri riconoscimenti: Premio Sound, assegnato al cortometraggio che si distingue per un uso particolarmente originale ed espressivo del suono, sia esso musica, parola o rumore, ad Athleticus: La rencontre di Nicolas Deveaux; Premio Energee3-thedotcompany, per il miglior corto filosofico-scientifico, a Tiivad di Riho Unt; Premio Unimore, assegnato da una giuria composta da studenti del Dipartimento di Comunicazione ed Economia, Unimore pari merito a Cargo di Christina Tournatzés e a Baradar di Beppe Tufarulo; Premio Chierici, assegnato da una giuria composta da studenti del Liceo Artistico “Gaetano Chierici” di Reggio Emilia a Marionetas di Nacho Clemente. Doppia menzione speciale dello staff del Reggio Film Festival: per la finzione a All Inclusive di Teemu Nikki e per l’animazione a Memorable di Bruno Collet.

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