“Paul is dead”: la più famosa delle leggende metropolitane

Firenze – Paul McCartney ha compiuto 80 anni e mentre ci uniamo agli auguri che gli sono giunti da tutto il mondo, torna subito alla mente la nota leggenda metropolitana secondo la quale nel 1966 Paul sarebbe morto in un incidente d’auto, sarebbe stato sostituito da un sosia  e nelle canzoni dei Beatles sarebbero stati celati indizi rivelatori.

La leggenda, una delle più famose dei nostri tempi, ebbe origine nel 1969 in Gran Bretagna ma fu diffusa da alcun media americani in particolare da una nota emittente radio di Detroit e si propagò a macchia d’olio. Nacque la  teoria PID  acronimo per  Paul is dead.  Tra le fantomatiche prove addotte dai suoi sostenitori c’erano allusioni celate nei versi di alcune canzoni e frasi chem ascoltando un brano al contrario, avrebbero parlato della morte del bassista dei  Beatles-

Si sosteneva, ad esempio, che se si ascoltava en reverse la canzone Yesterday si sarebbe sentito dire “non sono nemmeno la metà di quello che ero, c’è un ombra che incombe su di me”. E in  Help! sempre en reverse si sarebbe udita una frase sulla mancanza di un membro del gruppo. Ma questi brani sono del 1965  quindi il  fantomatico incidente dovrebbe essere anche retrodatato.

Più intriganti frasi analoghe che si troverebbero in brani del concept disc Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band  del 1967. Ad esempio, nel celebre brano A Day in the life ascoltandola al contrario si sentirebbero le parole  Paul è morto . E leggendo al contrario la traccia Your mother Should Know nell’album Magical Mystery Tour si sentirebbe la frase “perche lei non sa che io sono morto”.

Tornando a Sgt. Pepper’s, a scatenare i cercatori di indizi fu soprattutto la elaborata copertina, che è considerata un capolavoro della pop art e che, secondo le teorie PID  conterrebbe molte allusioni. Ne citiamo alcune :

Sulla destra in basso, una bambola ha in mano un modellino AstonMartin la stessa auto  di Paul ma il modellino avrebbe un interno rosso sangue(però è davvero difficile scorgerlo!) e la  donne che ha in grembo la bambola indosserebbe un guanto da automobilista macchiato di sangue.  Poi, al centro della scena vediamo Paul ritratto frontalmente, gli altri tre Beatles, invece, ripresi lateralmente appaiono più tridimensionali  e questo secondo alcuni significherebbe che lui è Addirittura altri cercatori di indizi sostengono che Paul venga sorretto da George Harrison  e da Ringo Starr .  Tanto più che le aiuole fiorite nella parte bassa sono state assimilate a un cimitero.

Più suggestivo il richiamo a una mano alzata sopra la testa di Paul che -si è detto- sarebbe stata un simbolo di morte in alcune culture orientali. Inoltre, sulla sinistra si trovano immagini dei quattro Beatles tipo statue di cera raffiguranti in abiti scuri, come se presenziassero a un funerale. Le quattro figure sembrano guardare verso il basso rivolti a una presunta “tomba.” Da notare che nell’immagine sul retro della copertina, Paul è l’unico del quartetto ripreso di spalle.

Altre ipotesi riguardano l’album Revolution9 del  1968 sempre en reverse si sentirebbero le parole uomo mortotiratemi fuori (dai rottami dell’auto), mentre in un rumore di fondo  sarebbe stato individuato uno stridore di freni. Coincidenze, ovviamente che hanno un senso se lo si vuole trovare.

Districarsi tra decine e decine di presunti segnali è davvero difficile. Mi sono limitato a citarne alcuni in via esemplificativa. Magari i sostenitori della teoria PID dovrebbero anche spiegare come sarebbe stato possibile trovare un sosia con un talento musicale così spiccato da proseguire alla grande la carriera di compositore e di esecutore con straordinarie canzoni anche da solista. E se avesse avuto questo talento perché non avrebbe scelto di perseguire il successo con la sua vera identità ?

Ma il più famoso dei presunti “indizi” è la copertina di Abbey Road del 1969, l’ultimo album registrato dai Beatles e il più venduto. I quattro Beatles attraversano le strisce pedonali in fila indiana. McCartney, però è a piedi scalzi e questo è stato considerato un segnale  di morte(per di più ha anche gli occhi chiusi) Anzi, si è detto che l’intera scena sarebbe stata una parafrasi di un corteo funebre. Lennon vestito di bianco(il sacerdote) seguito da Ringo Starr vestito di nero come le persone che portano la bara. A chiudere il corteo George (un becchino o uno di coloro che seguono il feretro).

Inoltre, Paul è l’unico fuori passo. Gli altri tre hanno in avanti la gamba sinistra, lui la destra quasi a simboleggiare che ormai era estraneo al gruppo… e simbolo di estraneità da se stesso veniva dichiarato il fatto che tenesse una sigaretta con la destra sebbene sia mancino…ma potrebbe essere benissimo che tenendola con la sinistra non sarebbe apparsa nella foto !).

E’ stato poi osservato che nel VW maggiolino parcheggiato sul lato sinistro, la targa è LMW 28IF e questi ultimi numeri e lettere vorrebbe dire: 28 se… ovvero 28 anni se fosse ancora vivo. Ebbene, è stato rilevato che nel 1969 Paul aveva 27 anni non 28. Allora, è stato replicato che in alcune culture si calcola l’età dal concepimento ( e vabbè , ma allora si può sostenere tutto, proprio tutto ). Tra l’altro nell’auto nera parcheggiata sulla destra si è voluta vedere una somiglianza con un carro funebre.

La ricerca di indizi è stata senza posa in questi 50 anni. Si è arrivati a leggere allo specchio numeri e lettere per ricavarne acronimi misteriosi e di ardua interpretazione come nella grancassa in Sgt. Pepper’s leggendo la scritta che è al centro  con uno specchio che la tagli a metà si leggerebbe  I ONE I HE DIE”. una sorta di rebus per dire 1+1+1 e  “egli è morto”.

La questione dei presunti segnali occulti nelle copertine non risparmia nemmeno i dischi incisi da McCartney come solista. Nella copertina dell’ album del 1970 che s’intitola appunto Paul McCartney si vede una ciotola vuota che aveva contenuto delle ciliegie. E questa immagine è stata riferita al detto anglosassone “La vita è come una tazza piena di ciliegie”, per significare che ormai la vita era finita.

Ma adesso il quesito finale. Se fosse stata effettuata in gran segreto la sostituzione di Paul con un sosia (guarda caso sul luogo dell’incidente si sarebbe trovato un solo passante e proprio una persona che era in contatto con i Beatles , che avrebbe avvertito il management consentendo di occultare quanto avvenuto e di mantenere il segreto che coincidenza , eh!) ebbene, perché allora dopo tanta segretezza sarebbero stati disseminati indizi nelle loro canzoni e nei loro album ?

E perché, lo stesso sosia da Abbey road alla tazza di ciliegie si sarebbe prestato a  seminare indizi  che avrebbero potuto  “smascherarlo”?

Alcuni sostengono che spargere messaggi occulti serviva a esorcizzare una sorta di complesso di colpa  per non aver reso a Paul gli onori funebri.  Per altri si sarebbe trattato di involontari indizi rilevatori, come una sorta di lapsus freudiano. Altri ancora dicono che chi avrebbe accettato a malincuore di mantenere il silenzio cercava in questo modo di far sapere indirettamente quanto era successo. Come si vede non ci sono limiti alla fantasia .

In conclusione, si può dire che questo è un esempio paradigmatico di leggenda  metropolitana ove gli indizi sono ricavati scegliendo un’interpretazione fra le molte possibili o addirittura “costruendo” un’interpretazione. E soprattutto scartando le obiezioni a cominciare da quella attinente a come si sarebbe potuto occultare un evento così clamoroso e mantenere il segreto per così  tanti anni .

Ma adesso, scrollandoci di dosso la leggenda sulla quale egli stesso ironizzò dicendo che se fosse morto sarebbe stato l’ultimo a saperlo facciamo di nuovo tanti auguri al grandissimo Paul McCartey ….per tanti, tanti  anni ancora ricchi di  nuovi successi.

P.S   La bibliografia su questo argomento è amplissima in quanto se ne parla  sia in molti libri sui Beatles, sia  in quasi tutti quelli che trattano di leggende metropolitane

Total
0
Condivisioni
Prec.
Alle Murate il libro di Marco Salucci su cos’è il sapere oggi

Alle Murate il libro di Marco Salucci su cos’è il sapere oggi

Firenze – Obiettivo: cambiare il modo comune di vedere la dimensione

Succ.
Oceani: il piano dell’UE di interventi verso un pianeta blu

Oceani: il piano dell’UE di interventi verso un pianeta blu

Bruxelles – La Commissione europea e l’Alto rappresentante

You May Also Like
Total
0
Condividi