Mensa a rischio in scuole, ospedali e aziende: sciopero e presidio

Firenze – Folto presidio per la mensa a rischio: stamattina lo sciopero dei lavoratori della ristorazione collettiva ha visto anche la distribuzione di colazioni, in via Cavour, di fronte alla Regione. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Toscana hanno fatto il punto: “Richieste inaccettabili dai datori per rinnovare il contratto. Difendiamo diritti non privilegi”.

Lo slogan della mobilitazione che ha visto la presenza di oltre un centinaio di persone, “Il piatto piange”. Lo sciopero delle mense è previsto per tutto il giorno.

Fra i punti sul tavolo, il fatto che lavoratrici e lavoratori, spesso impiegati a part time e con diversi mesi di sospensione dell’attività nel delicato lavoro della preparazione di pasti per anziani, bimbi e malati, hanno il contratto nazionale di lavoro scaduto da 32 mesi. Ciò significa, spiega il sindacato, che “anche la busta paga non riceve aumenti dal gennaio 2013 (guadagnano poco più di 5 euro netti per ora lavorata”.

Dopo due anni e mezzo di trattativa, i datori di lavoro, per rinnovare il contratto, hanno posto condizioni considerate inaccettabili dai lavoratori: i primo luogo, vogliono limitare il pagamento dei primi tre giorni di malattia solo per tre eventi all’anno (poi nessuna retribuzione se ci si ammala).

Non solo: anche se la maggior parte dei lavoratori è a part time, la richiesta della parte datoriale è quella di poter gestire l’orario di lavoro in base alle esigenze dell’azienda. Conseguenza? “Nessuna programmazione certa dell’orario di lavoro e massima flessibilità”.

Ancora, altra richiesta dei datori di lavoro riguarda “un uso unilaterale di una parte dei permessi retribuiti a disposizione dei lavoratori che oggi vengono utilizzati per visite mediche, visite figli, impegni personali, eccetera: vogliono che siano anche queste per la maggior parte a disposizione dei datori di lavoro, per meglio rispondere alle esigenze tecnico organizzative delle aziende”.

Condizioni inaccettabili, ribadiscono i sindacati. Ma soprattutto i lavoratori: “Al di là di tutto, in campo è la nostra dignità”.

“Si tratta di diritti – concludono gli esponenti sindacali – non di privilegi. Lo sciopero di oggi è solo una tappa di un percorso di mobilitazione che dovrà portare al rispetto della dignità di queste lavoratrici”.  

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