L’Emma riparte da Firenze lancia in resta rilanciando le linee guida di quella che, a dire degli industriali che rappresenta, è la semplice (in 5 punti) ricetta per fare ripartire il Paese. E che, a giudicare dai fatti, non è esattamente ciò che il Governo ha in mente per rilanciare l’economia nazionale.
Al primo punto, la riduzione della spesa pubblica. L’indicazione della Confindustria sembra muoversi contro i tagli lineari: “Non bastano i tagli lineari – spiega infatti Marcegaglia – ma bisogna guardare alle piccole cose, costo per costo”.
Inoltre, vendita del patrimonio pubblico: un provvedimento che, spiega: “può essere utilizzato per abbassare il debito e levare l’ingerenza del pubblico dall’economia”.
Al terzo punto, la riforma delle pensioni. La presidente è chiara: “Non è possibile –dice – che un Paese con i nostri problemi mandi le persone in pensione a 58 anni e con assegni molto alti”. La preoccupazione della presidente sembra andare verso i giovani, che, spiega “rischiano di andare in pensione a 70 anni se non di più e con assegni èpiù bassi”. In rilievo anche il rapporto fisco-impresa: “dobbiamo abbassare il cuneo contributivo fiscale” annuncia la presidente, lanciando un appello per “iniziative serie e concrete, che non penalizzino i giovani”.
Di massima urgenza, poi, il vecchio cavallo di battaglia degli industriali: “un piano di privatizzazioni e liberalizzazioni serio”. Critiche aspre all’ultima manovra del governo: “sono stati citati alcuni capitoli sulle liberalizzazioni, ma se andiamo a vedere cosa c'è, non c'è niente". Si scaglia contro le tariffe minime, giudicandole inique: “non è giusto ci sia un pezzo di paese che lavora nel libero mercato e un altro pezzo protetto dalle tariffe minime, che scarica sugli altri i propri costi”.
Liberalizzazione servizi pubblici locali? Una panacea, per Confindustria, che “aiuterebbe a far crescere l'economia del Paese".
Last but not least, le infrastrutture. Levare i vincoli burocratici, ma anche “di testa”: Marcegaglia chiede che si proceda celermente su investimenti “magari già finanziati da pubblico e privato”.