Manifestazione anti abortista, dietrofront del prefetto

A Bologna nessuna ordinanza di divieto ai cortei davanti a luoghi di cura e campi nomadi. Si deciderà di volta in volta.

Il prefetto di Bologna Ennio Mario Sodano non firmerà l’ordinanza che avrebbe dovuto vietare le manifestazioni politiche davanti a luoghi sensibili quali ospedali, campi nomadi e centri di accoglienza per profughi e immigrati. Provvedimento che, se preso, avrebbe coinvolto anche la manifestazione-preghiera nazionale degli antiabortisti prevista per sabato 13 giugno davanti all’ospedale Maggiore: una veglia di nove ore contro la legge 194.
La decisione è arrivata ieri mattina dopo l’incontro convocato in Prefettura con partiti e sindacati. Il perfetto avrebbe preso atto che non c’è un clima di condivisione intorno a un provvedimento che ha scatenato la dura reazione del centrodestra che ha parlato di iniziativa ispirata dal Pd, che nei giorni scorsi aveva chiesto di vietare la manifestazione in questione. Ad anticipare l’imminente firma dell’ordinanza del perfetto era stato, a margine delle celebrazioni per la festa della Repubblica, il sindaco Virginio Merola.

Non ci sarà quindi un’ordinanza generale, ma provvedimenti presi di volta in volta in base alla circolare ministeriale 2009 dell’allora ministro Roberto Maroni che chiede di tutelare luoghi sensibili. Se ci dovesse essere un provvedimento ad hoc per il 13 sarà concordato con gli organizzatori.

Penso comunque che i luoghi sensibili vadano salvaguardati, si tentava con l’ordinanza di tutelare questi luoghi e i minori coinvolti, per quanto riguarda i campi rom – commenta l’assessore comunale alla Sicurezza Riccardo Malagolic’è stata la disponibilità ad aprire un tavolo con tutti i partiti per definire insieme questi luoghi”.

In ogni caso, diversi movimenti e associazioni hanno annunciato un contro-presidio rumoroso e creativo per dire agli attivisti del comitato anti abortista “No194” in arrivo a Bologna che “non sono i benvenuti”. La “Favolosa Coalizione” (così si sono ribattezzati), nata dai movimenti trans-femministi, Lgbt e antifascisti della città, risponderà così alla maratona di preghiera indetta dai pro-vita il 13 giugno davanti all’ospedale Maggiore di Bologna. “Se ci saranno loro, ci saremo anche noi – spiega la coalizione – ovunque decideranno di manifestare. Dicono che verranno a Bologna perché agevole da raggiungere e noi renderemo disagevole la loro presenza. Bologna non sarà mai aperta ai No194, a preti controllori e medici obiettori – recita la convocazione dell’assemblea della Coalizionela nostra sarà una protesta fatta da corpi creativi e comunicativi, un’opposizione non violenta e dal basso, che eviterà lo scontro diretto ma farà sentire la sua presenza e soprattutto rilancerà contenuti”. Si parla di volantini, striscioni e voci rumorose: un flash mob per difendere la 194 e per andare oltre: “Siamo contro l’obiezione di coscienza, per la distribuzione della pillola Ru486, per la possibilità di scegliere in maniera libera e gratuita”.

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