Luoghi simbolo: Breslavia, città degli incontri e della “disobbedienza civile”

La quintessenza della “Mitteleuropa” dai confini porosi

Wrocław, Breslau, Breslavia, Wrotizla. Sono quattro i quattro nomi per designare la terza città più grande città della Polonia odierna.

Situata nella Bassa Slesia e attraversata dall’Odra, fiume che bagna anche la polacca Stettino e la tedesca Fracoforte sull’Oder, Breslavia incarna la quintessenza di quella “Mitteleuropa” dai confini porosi: dalla data della sua fondazione nel XIII secolo è infatti appartenuta a ben quattro entità statali, culturali e linguistiche: prima la Boemia, poi l’Impero Austro-Ungarico, quindi la Prussia e infine la Polonia. Non è un caso che i locali le diano il nomignolo di “miasto spotkań”, la “città degli incontri”.

Queste “stratificazioni” si possono reperire in primis negli stili architettonici dei coloratissimi edifici attorno al rettangolare Rynek, la piazza del mercato e cuore del centro storico: il “Ratusz” ovvero il municipio (in cui risuona il tedesco “Rathaus”) è in stile gotico polacco, la farmacia del municipio” (“Apteka pod Ratuszem”) in stile barocco polacco e la “casa dei sette elettori” (“Pod siedmioma Elektorami”) in stile rococò europeo.

L’eredità multiculturale si riflette anche nella tradizione gastronomica locale: così il “Breslauer Rotkraut”, uno stufato di cavolo rosso, carne, mele e uvetta e lo “Schlesische Himmelreich”, prosciutto arrosto con una purea di frutta e gnocchi slesiani detti “kluski”, sono memori dell’eredità prussiana.

Breslavia è anche conosciuta come la città dei “kasnoludki” (dallo slavo “krasny”-“rosso” e “ludek”-“uomo”). I “krasnoludki”, personaggi del folklore polacco (e più in generale slavo) dal tipico cappello a punta rosso, sono piccole statuette di 20-30 cm a forma di gnomo spuntate qua e là sulle vie della città a partire dal 2005 (ad oggi se ne contano più di 360).

In realtà il primo gnometto fu posizionato nel 2001 per commemorare l’”alternativa arancione” (“Pomaranczowa Alternatywa”), un movimento artistico underground di opposizione al regime comunista fondato nel 1983 da Waldemar Fydrych. Attraverso uno stile scherzosamente surrealista, Fydrych si prendeva gioco del regime: i graffiti a forma di gnomo spruzzati sugli slogan del partito denunciavano l’assurdità del regime e in un’intervista un giornalista sostenne che non è possibile prendere sul serio “un poliziotto che ti chiede perché hai partecipato ad una riunione illegale travestito da gnomo”. Fu così che nelle proteste anti-regime del 1988 a Breslavia i manifestanti sfilavano con un cappello da gnomo arancione come simbolo di solidarietà con il movimento pacifico di Fydrych. I “krasnoludki” rappresentano da allora un simbolo di resistenza al regime comunista e l’”alternativa arancione” uno tra i movimenti di disobbedienza civile più importanti del XX secolo.

Breslavia è la città natale di un’altra figura miliare della “disobbedienza civile”: il teologo e pastore protestante Dietrich Bonhoeffer (1906-1945). Fondatore spirituale assieme a Martin Niemöller della “chiesa confessante” (“Bekennende Kirche” o “BK”), Bonhoeffer si dichiarò ostile al regime nazionalsocialista dal 1934, anno del Concilio di Barmen e della fondazione della “BK”. Per la sua disobbedienza al regime fu condannato a morte nel 1945 nel campo di concentramento di Flossenburg. Le lettere dal carcere berlinese di Tegel, luogo di detenzione fra l’aprile ’43 e l’ottobre ’44, così come le sue memorie sono oggi raccolte nel libro “Resistenza e Resa”.

Non dimentichiamo che Breslavia ha dato alla luce un’ulteriore “grande personalità” del XX secolo: il sociologo tedescofono di origine ebraiche Norbert Elias (1897-1990) il cui studio “Sul processo di civilizzazione” (“Uber den Prozeß der Zivilisation. Soziogenetische und psychogenetische Untersuchungen”) pubblicato nel 1939 costituisce una pietra miliare della sociologia contemporanea.

Sull’Odra è nata anche un’altra grande anima ebraica: il tedescofono Max Born (1882-1970), premio Nobel per la fisica nel 1954 e personaggio fondamentale per la nascita della meccanica quantistica. Per terminare, sempre nel campo della meccanica quantistica, merita nominare un brillante fisico viennese professore ordinario all’università di Breslavia: Erwin Schrödinger. Correva l’anno 1921.

In foto Dietrich Bonhoeffer

https://visitwroclaw.eu/en/wroclaws-history

https://visitwroclaw.eu/wroclawskie-krasnale

http://www.orange-alternative.org/material.php?tytul=pomaranczowa-alternatywa&wybor=232&zmianajezyka=angielski

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