La “controra” aiuta il cervello a ripartire

La siesta della cultura contadina medioevale nasconde il demone del meriggio
Val d’Orcia, Luca Grillandini

Con l’estate ,insieme al clima torrido arriva il piacere della controra, quel periodo del primo pomeriggio dedicato (quando è possibile) al riposo, al riparo dalla calura. Un’usanza che viene dall’Italia contadina quando s’interrompeva il lavoro all’aperto per evitare insolazioni. 

Infatti, in un articolo del 2009 il Prof. Adriano Mazzarella docente di climatologia nell’Università Federico II di Napoli ha osservato che per evitare la calura solare estiva che avrebbe reso ancora più duro il già massacrante lavoro dei campi, i contadini andavano a lavorare la terra con il sorgere del sole.

Quindi a mezzogiorno mangiavano, poi si riposavano perché, “nella loro saggezza, avevano capito che il caldo eccessivo delle ore subito dopo mezzogiorno li avrebbe inutilmente affaticati nel lavoro; i lavori venivano poi ripresi quando il sole incominciava ad abbassarsi e a perdere di forza” .

Il Prof. Mazzarella ha ricordato anche che la controra richiama alla mente la “siesta”, (dal latino sexta hora) corrispondente alla fine della mattina. Ha sottolineato che la civiltà contadina sa fermarsi, riposare, a a dispetto dell’era dell’industrializzazione dove tutto è velocità e produttività. Ma tale frenesia ci porta spesso a lavorare male e stressati per cui diventa salutare riscoprire l’utilità di fermarsi ed apprezzare il fascino della controra. E ha rilevato che “A dar manforte a quest’idea arriva anche una ricerca della NASA, secondo la quale la controra aumenterebbe le prestazioni del cervello del 34% e la capacità di vigilanza del 54%”.(per l’intero articolo si rinvia a  https://www.unina.it/-/1332841-tempo-di-controra-l-ozio-estivo-che-fa-bene-al-cervello)

Aggiungo che non a caso nelle antiche civiltà mediterranee  era presente la figura del “demone meridiano”  che ,come ha scritto Roger Caillois nel classico, Les démons de midi  (Paris 1937 , tr it di Alberto Pelissero I demoni meiridani 1988) era temuto dai naviganti perché il mezzogiorno era un’ora infausta a causa della caduta del vento che obbligava ad ammainare le vele, proprio nel momento in cui il caldo provocava stanchezza. L’intorpidimento che s’impadroniva dei marinai, annichiliva la volontà e fu paragonato ad un canto dal fascino irresistibile come quello delle Sirene di Omero. 

E nel Fedro di Platone Socrate esorta a non cedere alla sonnolenza quandp le cicale ammaliano nelle ore più calde quando cessava ogni movimento dell’aria e gli animali si riparano  all’ombra. La Bibbia (Salmo 91) afferma: Non temerai la saetta che vola nel giorno, né l’avversario che si aggira nelle tenebre, né l’assalto del demone meridiano”.(R.Caillois cit.)

Anche per gli eremiti e per i monaci il meriggio era l’ora della tentazione. Nei conventi , l’accidia s’impadroniva di loro: divenivano indifferenti  alle consuete incombenze. E in  questo stato di  smarrimento, potevano  divenire  preda di desideri illeciti (R.Caillois,cit.). Per questo, l’accidia era  “demoniaca”.

Da ricordare anche la “fata Morgana” dal nome del personaggio (Morgian) della mitologia celtica : un fenomeno ottico che, in certi giorni limpidi d’estate, dalla costa calabra ci fa vedere la Sicilia vicinissima, a poche centinaia di metri e  si distinguono case e persone di una città “irreale”  come se si  potesse toccarle con le mani.

Dal Medioevo, però, il progressivo spostamento a Nord del baricentro del cristianesimo accentuò  l’identificazione della luce con la Rivelazione e, quindi,con il bene .Non a caso, il  Natale fu fatto coincidere con la festa pagana del sol invictus. Lo Zenit, nell’ Europa  del nord non portava l’opprimente calura mediterranea. Era invece il freddo della notte a incutere timore. Satana divenne il Signore delle tenebre. Il buio, nemico dei viandanti che rischiavano di perdersi, appariva dimora di entità malvagie.  

Ma l’usanza di un riposo pomeridiano che serve a ritemprare –quindi per molti versi analogo alla controra-, non è esclusiva dei popoli mediterranei. Churchill durante la seconda guerra mondiale, sottoposto a un incredibile stress, dedicava al riposto le prime ore del pomeriggio e veniva svegliato solo per notizie di particolare gravità. Anche nel film L’ora più buia quando il re gli propone il primo pomeriggio per l’appuntamento settimanale, il primo ministro risponde che a quell’ora è solito riposare ( e allora decidono di vedersi a pranzo).

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