Firenze – I miei lettori lo sanno: questo film l’ho già visto, previsto e commentato. E ora, a quanto pare, sembrano vederlo anche i più irriducibili ottimisti e wishful thinkers, i quali fino a ieri tutt’al più si son chiesti quali erano le ragioni di questo calo “momentaneo” della Viola. Ecco, è questo che non riesco a spiegarmi.
Che ci siano ancora tifosi (e non solo!) che parlano del “gran bel gioco” della Fiorentina, e che rimpiangono i momenti migliori, quando la squadra era più in forma e anche un po’ più fortunata. Anche ieri, all’inizio, sentivo commentare la cronaca televisiva in termini iperbolici: dominio assoluto della Viola, velocità e gioco stellare, grandi aperture e grandi giocate, Empoli che non ha ancora visto palla.
Chissà che occhiali avevo, perché io invece vedevo la solita Fiorentina confusionaria, lunga, coi suoi centrocampisti coatti a una corsa senza requie (e quando corrono più i giocatori del pallone, diceva un vecchio saggio, è un gran brutto segno!), che perdevano palloni su palloni, che arrivavano concitati e confusi al limite dell’area (raramente in area) e sparacchiare con fretta e tangibile ansia, che non facevano un’azione pensata e sensata degna di questo nome.
E poi, secondo legge di natura, il calo. La squadra che rallenta, che prende fiato, ma restando lunga, scollata, con le solite assurdità tattiche: come quella di Borja che si ritrova spesso davanti alla difesa o nella migliore delle ipotesi a fare il mediano incontrista; come quella di Tello e Berna (praticamente fuori dal gioco e ininfluenti per tutta la partita) che si scambiano la fascia (per confondere chi, i compagni?)…E da quel momento la Fiorentina, che ha cominciato la propria “crisi” proprio un girone fa contro l’Empoli all’andata, ha aspettato solo la prodezza di Ilicic (o di Zarate in extremis), che questa volta non è venuta.
Il 9 maggio dell’anno scorso, la Fiorentina vinceva a Empoli 3-2, alla fine di una bella partita, schierando un normalissimo e naturalissimo 4-3-2-1, con Richards, Gonzalo, Basanta e Vargas davanti al portiere; Aquilani, Pizarro e Badelj a centrocampo; Ilicic e Bernardeschi (che segnò) dietro Gila. Quest’anno avremmo avuto giocatori anche migliori per interpretare quello schema. E invece, no. Sousa, imperterrito, oggi impone senza ripensamenti il suo “gran bel gioco”. Bello e perdente!
Di fronte c’era un Empoli onesto, quadrato, messo in campo come era messa l’anno scorso la Fiorentina; coi reparti vicini, i centrocampisti che si aiutano e tengono palla, rallentando il gioco e aspettando l’occasione per l’imbucata. Sin dai primi minuti si aveva la sensazione che se l’Empoli avesse avuto un vero attaccante sarebbe finita in goleada, tanto dominavano la partita “in spirito” e tanti spazi lasciava la Viola alle ripartenze.
Perché c’è un’altra cosa che mi meraviglia, in tanti strani consigliori che gravitano intorno al calcio: che ancora non si sia capito che le partite si dominano non giocando all’attacco comunque e dovunque, ma massimizzando le occasioni e traendo dai propri giocatori il massimo che questi possono dare. Questo per me vuol dire imporre il proprio gioco. Dodici ore prima abbiamo visto (semmai ce ne fosse stato bisogno) la solita Juve, che qualcuno si chiede ancora perché giochi con tutti quei difensori e quella “brutta” difesa a tre (e sono d’accordo sul fatto che sia davvero brutta la difesa a tre, che diventa quasi sempre a cinque e sottrae sistematicamente un uomo alla costruzione del gioco), ma che è strano non si sia ancora risposto che lo fa per vincere, per trarre il meglio da quello che ha. Se una squadra ha Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini e Lichtsteiner, perché dovrebbe giocare spavalda all’attacco con Pereyra, Cuadrado e Hernanes?
E così mi chiedo: se una squadra, come la Fiorentina, ha il miglior centrocampo d’Italia, con Vecino, Badelj, Borja, Mati, Ilicic (e aveva anche Suarez!)…che però rende ottimamente a ritmi bassi e con schemi in cui i reparti si sostengono maggiormente, perché deve giocare come il Tottenham? Perché deve far finta di avere dei velocisti e dei giocatori di ventitré anni con fisici da supermen che non ha? Come si fa ancora a sostenere che esiste un gioco bello in astratto?
Il gioco sarà bello se si attaglia ai protagonisti che hai, e non alle tue idee, caro Sousa! Mi piacerebbe vedere il Barça allenato da te, con Messi a correre sulle fasce (magari a destra, come Berna) e Iniesta chiamato a fare il mediano di contenimento davanti alla difesa; il tutto a velocità supersoniche, con lanci lunghi e relativi sprint dei malcapitati chiamati a correo! Torno a far osservare che il gioco vagheggiato da Sousa non va più di moda neanche in Inghilterra, dove i miliardari del Chelsea (che gioca alla Sousa) anche ieri sono stati messi nel sacco, e da chi? Dallo Swansea di Guidolin!
I nostri patròn, alla fine dello scorso campionato, dichiararono finito un ciclo; ma non perché era davvero finito, ma perché volevano che finisse, per non ingenerare più equivoci sui loro possibili futuri impegni. Miglior tecnico per metterci una croce sopra, su quel ciclo, non lo potevano trovare
Foto: Gonzalo e Vecino