Zucchero, che voglia di Reggio

L’aria di casa si respira in tutto l’ultimo album

“Ieri sera ero qui da solo che guardavo l’Arena…era appena piovuto ed era tutta bagnata. Poi non c’eravate ancora voi ed era tutta nuda, bagnata e nuda. Allora mi sono detto: l’Arena è una bella figa, l’Arena è proprio una bella figa”. La finesse non è mai stata il suo forte, ma il blues, si sa, è sangue, cuore, anima. Nella sua data di esordio nel cuore di Verona in occasione della Festa della Repubblica, Zucchero Sugar Fornaciari ha parlato poco con il suo pubblico da tutto esaurito, ma una battuta nel suo stile da “Devil in me” non poteva non farla. In estasi il pubblico, rigenerato da oltre due ore di concerto in cui tutto sembrava possibile. Famiglie in piedi sui gradoni romani a ballare “Vedo nero”, successo del nuovo album dedicato a… ci siamo capiti, giovani coppie abbracciate, amici uniti da una birra di troppo: dalle costose poltronissime della platea all’ultima pietra tutta l’Arena non ha potuto fare a meno di ballare. E di emozionarsi, sulle note di “Diamante” e “Hey Man”.

Man, già, quell’uomo che il 25 settembre 1955 ha visto la luce a Roncocesi, che quando andava male mangiava i “Chocabeck”, dalla grafia e dal suono molto meno rock del suo ultimo album. Una confessione che Sugar tiene a fare anche all’inizio del concerto in Arena, con parole scritte a macchina che scorrono sullo schermo per ricordare che la matrice della parola è tutta reggiana, radicata nella sua infanzia, con un dialetto che ritorna anche alla fine di “Diamante”, con una voce cara che chiama “Delmo, vin a ca’!”.

Ma Reggio e dintorni si respirano in tutto il nuovo album, che lo stesso Zucchero aveva dichiarato essere “Un concept album, almeno nelle mie intenzioni: omogeneo nei suoni e nelle tematiche, racconta una giornata festiva, dall’alba al tramonto, in un paese che potrebbe essere quello della mia infanzia”. E allora via con “Un soffio caldo”, “Il suono della domenica” e tutte le ultime arrivate in una prima parte di concerto esclusivamente dedicata a loro. Poi “Bacco per Bacco” spezza la monotonia e via ai successi di ieri e di ieri l’altro, fino ai brividi di Miserere, con il Big Luciano che domina lo schermo con il suo “Brindo alla vita”. Ed è forse questa la definizione più giusta non solo del concerto ma di tutta la carriera del bluesman di Roncocesi: un brindisi alla vita che lui stesso ha promesso di ripetere sempre sul palco dell’Arena in occasione del suo 56º compleanno. “Good bless you, che Dio vi benedica! Che ce le meritiamo perché la vita è dura, noi facciamo quello che possiamo, poi che Dio ci perdoni e ci benedica!”.

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