Valdo Spini, 10 giorni di memorie per tornare alle radici della democrazia italiana

Firenze – Un grande, epico racconto che mette insieme memoria e contemporaneità, in tempi “liquidi” come i nostri. È ciò che ha realizzato il presidente della Fondazione Circolo Rosselli Valdo Spini, che ha legato, nell’arco di 10 giorni di percorso storico, i nomi e la memoria di coloro che con il loro sacrificio divennero “pietra d’angolo”della Repubblica in cui viviamo. La domanda sottesa è: vale la pena andare alle radici storico politiche della Repubblica?

“Sono convinto ne valga la pena – dice l’on. Valdo Spini – in particolare perché è molto importante che vengano fissati i punti fermi del Paese per le nuove generazioni, ma anche per mettere in evidenza il bipolarismo che di fatto si è affermato nella scena politica italiana”. Bipolarismo che
potrebbe, data la natura del Paese, mettere in crisi un principio fondamentale per la nostra democrazia , ovvero quello del comune riferimento ai valori repubblicani della Resistenza e della Costituzione.

“In questo senso ripercorrere le radici ideali e storiche da cui sorse la Repubblica è fondamentale per ritornare alla comprensione della nobiltà della politica e dei valori repubblicani”.

Significative le tappe del percorso.

30 maggio, Roma. “Con circa 60 fondazioni culturali  avevamo richiesto al presidente della Camera, l’on. Roberto Fico, di dedicare una sala della Camera a Giacomo Matteotti. Matteotti è stato ucciso per aver esercitato con coraggio le funzioni di parlamentare. L’intitolazione, è avvenuta proprio il 30 maggio, nel giorno del suo ultimo discorso con cui contestava la validità del risultato delle elezioni che si erano svolte in un’ atmosfera di violenza e intimidazione da parte dei fascisti: la funzione della rappresentanza parlamentare e la nobiltà dell’impegno politico, rappresentati da Giacomo  Matteotti”. Due brevi discorsi, del presidente Fico e di Valdo Spini, presidente dell’Aici, hanno illustrato il senso di questa significativa cerimonia.

Il presidente della Camera Roberto Fico e l’on.Valdo Spini

Un altro passaggio di quella che chiameremo la genesi della Repubblica, sono le celebrazioni del 2 Giugno, festa nazionale. “In questo caso la presentazione del mio libro al Comune di Rufina (Firenze) ha voluto sottolineare l’omaggio alle “madri costituenti” toscane. In particolare, il Comune
di Rufina dove è nata e sepolta la socialista Bianca Bianchi, nel proprio cimitero”. Le deputate toscane elette all’Assemblea Costituente furono infatti due. Teresa Mattei e, appunto Bianca Bianchi.

4 giugno, 80esimo della costituzione del Partito d’azione. Una data senz’altro fondamentale per i valori repubblicani e democratici, che ha visto una cerimonia sul luogo della lapide con cui a Roma si ricorda il luogo dove nacque il Pd’A. “Nel gruppo di persone riunite nella casa, elencato nella targa, oltre a Comandini stesso, figurano nomi importanti come Piero Calamandrei, Ugo La Malfa e Guido Calogero, ai quali poi si affiancarono figure come Ferruccio Parri, Emilio Lussu, Riccardo Lombardi e Tristano Codignola. Tutte personalità che hanno svolto un ruolo di primo piano nelle
vicende della nostra repubblica anche dopo la scomparsa del Partito d’Azione, avvenuta solo cinque anni più tardi”, ricorda Spini.
L’attualità del ricordo, come sottolinea ancora Spini che nell’occasione era accompagnato da Miguel Gotor, assessore alla cultura di Roma, è in particolare dovuta a tre motivi: “la necessità di irrobustire le strutture democratiche del nostro Stato; la relazione stretta che deve intercorrere tra
cultura, economica e politica; il richiamo all’impegno politico delle nuove generazioni”.
“Il Partito d’azione, che raccoglieva l’eredità di Giustizia e Libertà dei Fratelli Rosselli – continua Spini – ha avuto una vita breve ma importantissima nella resistenza contro il nazifascismo e nel successivo processo politico che avrebbe portato alla Repubblica e alla Costituzione”. Seppe infatti
rappresentare un momento unitario decisivo nella Resistenza e nella Liberazione, dando un forte impulso al rinnovamento delle strutture dello Stato che consentì di superare il regime fascista che aveva governato per 20 anni in Italia. Sono intervenuti anche lo storico Lucio Villari e l’on. Le Flavia Nardelli della Commissione Cultura della Camera dei Deputati.

Il pellegrinaggio ideale è continuato il 9 giugno con il ricordo dell’85esimo dell’assassinio dei fratelli Rosselli, avvenuto in Francia a Bagnoles de l’Horne. “Siamo andati al cimitero di Trespiano per depositare delle corone.  Oltre alla bellissima scritta di Pietro Calamandrei, “Carlo e Nello Rosselli -Giustizia  e Libertà – Per questo morirono-Per questo vivono”, ricordo che attorno al quadrato Rosselli ci sono 4 massi, che sono parte integrante di quello che si chiama il “Quadrato del Non Mollare”. Al vertice vi è la tomba dei Rosselli, con la spada fiammeggiante simbolo di Giustizia e Libertà e la scritta dettata da Piero Calamandrei. Davanti alla loro tomba quattro grandi massi portano i nomi di protagonisti della vicenda del giornale Non Mollare: Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Nello Rosselli, Traquandi ed Enrico Bocci. Quest’ultimo peraltro è solo simbolico, in quanto l’avvocato Enrico Bocci, diffusore del Non Mollare, si pose, durante la Resistenza a Firenze, nel 1944 alla testa di una Radio Clandestina, Radio Cora. Catturato dai nazifascisti, orribilmente torturato nella famigerata Villa Triste, il suo corpo non venne mai trovato”. E in un precedente appuntamento ha ricordato il 5 giugno, i caduti di Radio Cora.

Infine, il 10 giugno. Il giorno dell’assassinio di Giacomo Matteotti, con il cui coraggioso discorso si era aperto il ciclo della memoria della costruzione, mattone dopo mattone, della Repubblica, nella coscienza collettiva e ideale d’Italia. Una sorta di chiusura del cerchio di queste 10 giornate che hanno consentito di riflettere sul valore della democrazia, della Repubblica, della rappresentanza democratica e politica recuperando le memorie e il significato del perché sia così necessario difenderle.

L’on. Giacomo Matteotti

“Il 10 giugno 1924 è avvenuto il rapimento e l’assassinio di Giacomo Matteotti. Come ogni anno sul lungotevere Arnaldo da Brescia, dove il fatto è avvenuto, si è svolto un omaggio al deputato socialista vittima della violenza fascista. Un video messaggio ha trasmesso la mia adesione come presidente della Fondazione Circolo Rosselli, in cui ho ricordato la bella definizione che di Matteotti dette Carlo Rosselli, “Un eroe tutto prosa” a sintetizzarne l’impegno politico di riformista socialista coerente e coraggioso”.

Questa cavalcata simbolica nel percorso della memoria delle radici che hanno gettato le basi del nostro sistema repubblicano, indaga anche una vicenda ideale spesso poco frequentata. “La vicenda di Giustizia e Libertà riguarda un aspetto del pensiero socialista critico che non viene sufficientemente ricordato – conclude Spini – mentre è decisivo vista la crisi del concetto di rappresentanza politica odierno e il rischio che questo comporta per la democrazia. I nostri dieci giorni di memoria acquisiscono una notevole attualità data la grave situazione che l’Italia deve affrontare anche dal punto di vista dell’economia. Sono in arrivo tempi difficili, in cui occorreranno istituzioni solide e una politica capace di ispirarsi a grandi valori e a grandi idee. Valori e idee inestricabilmente connesse ai valori e alle idee di Giustizia e Libertà”.

foto copertina: Commemorazione dei fratelli Rosselli a Trespiano

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