Firenze – Sciopero, sciopero generale. La Toscana risponde senza se e senza ma, sono oltre 50mila le persone che hanno sfilato nelle piazze cittadine, da piazza Indipendenza a piazza Santissima Annunziata, chiamati da Cgil e Uil per fare fronte unito contro la manovra del governo, con un’adesione media in tutti i settori valutta attorno al 77%. Il significato politico di questa immensa manifestazione è alto e denso, come scrive in un post l’ex presidente regionale Enrico Rossi, in prima fila oggi con l’attuale governatore Eugenio Giani e rappresentanti del partito nazionali e locali, oltre a sindaco di Firenze Dario Nardella (“In un Paese dove il governo tenta di mettere il bavaglio ai lavoratori, ad azzerare il diritto allo sciopero costituzionalmente sancito, bisogna stare accanto a questi lavoratori perché portano argomenti seri” dice all’agenzia Dire) e Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino.

Gli striscioni in corteo e gli slogan sono puntuali, sulle questioni aperte dalla manovra, dal taglio alla sanità (che si quantifica in 300milioni per la Toscana) al welfare, alla questione delle donne e delle famiglie e non solo. Del resto, lo schieramento attraversa tutto il mondo del lavoro, si va dai metalmeccanici alla sanità ai dipendenti pubblici, trasporti, scuola. E a proposito di scuola ecco gli studenti, dagli universitari ai licei agli istituti di ogni indirizzo, marciano insieme ai lavoratori. Rossano Rossi e Paolo Fantappiè, segretari regionali rispettivamente di Cgil e Uil, reggono il grande striscione con scritto, a caratteri cubitali, “Adesso basta!”sotto il quale si trovano anche Francesca Re David della segreteria nazionale, Emiliano Fossi (segretario regionale del Pd) e Laura Boldrini. Presente buona parte della giunta Nardella (passata e presente, c’è anche Cecilia Del Re) con il sindaco e il presidente del consiglio comunale Luca Milani e tanti assessori della giunta regionale,da Serena Spinelli a Monia Monni a Alessandra Nardini.
I motivi della mobilitazione non mancano di essere sottolineati, non solo dagli interventi, ma anche dalla gente che particpa, munita di striscioni e slogan. L’obiettivo principale è ad ampio raggio, cambiare la legge di Bilancio e le politiche economiche e sociali fino ad ora messe in campo dal Governo. Così, si chiedono provvedimenti sia al livello territoriale della politica che ai vertici nazionali, a partire da salari, contratti, precaietà, ma anche l’adozione di politiche industriali e di politiche di sicurezza sul lavoro. In ballo il fisco, la previdenza, la rivalutaizone dell pensioni , l’istruzione,la sanità che vede una penalizzazione molto forte proprio della Toscana, mentre si stima, una volta che le nuove norme siano in vigore, un taglio sulle pensioni per almeno 30mila toscani. Una manovra dunque che incide pesantemente, spiegano dal palco, in un contesto già pesante, dove si rileva una “prevalenza di lavoro povero e in appalto, con migliaia di toscani senza continuità occupazionale e con paghe a meno di mille euro al mese”.

Il segretario regionale della Cgil Rossano Rossi ringrazia per la “straordinaria risposta di partecipazione” la folla. “Se qualcuno pensava di intimorire gli operai, le operaie, i pensionati- dice ancora Rossi – questa è la risposta”, indicando una piazza che ha visto rimanere fuori migliaia di partecipanti.
“La Manovra colpisce il mondo del lavoro, i pensionati, i cittadini in difficoltà – ricorda poi il segretario regionale – la Toscana ne esce assai penalizzata ma oggi ha dato una enorme risposta: da qui parte un messaggio forte verso il Governo, chiamato a cambiare le sue politiche a favore di una maggiore giustizia sociale. Le precettazioni sono state un atto grave, chi ha operato per depotenziare lo sciopero ha ottenuto l’effetto opposto, facendo aumentare adesioni e partecipazione. Mettere in discussione il diritto di sciopero è mettere in discussione la democrazia. Si rassegnino al Governo: senza risposte ci troveranno di nuovo nelle piazze a protestare, le persone sono arrabbiate, la mobilitazione è solo all’inizio”.
“Oggi in questa piazza c’erano 50mila lavoratori, pensionati e giovani per chiedere a questo governo una maggior giustizia sociale e più salario, per dire che così non è più possibile andare avanti – dice Paolo Fantappiè, segretario regionale della UIL – La risposta di queste persone è stata enorme, persone che per essere qui oggi hanno rinunciato a una giornata di lavoro e per questo meritano rispetto, non aggressioni verbali dei soliti rappresentanti delle istituzioni. Attaccare un diritto costituzionalmente garantito come lo sciopero significa attaccare la democrazia, per questo non arretreremo di un centimetro. Vogliamo risposte, vogliamo un Paese equo e solidale. Finché non ne avremo continueremo la nostra mobilitazione! Ci vedrete presto ancora in piazza!”.
Andando nel merito, la Toscana, in particolare, esce assai penalizzata dalla Manovra del Governo, più di altre regioni: sono tagliati 31 milioni di euro agli enti locali e 300 sulla spesa per la sanità, si stima un taglio sulle pensioni (una volta a regime le nuove norme) per oltre 30mila toscani. Questo in una situazione già caratterizzata da una prevalenza di lavoro povero e in appalto, con migliaia di toscani senza continuità occupazionale e con paghe a meno di mille euro al mese.
Fisco, non si allarga la “base imponibile, si mette in discussione il principio della progressività favorendo i più ricchi”.
Caro vita, non si affrontano” la questione salariale e le cause dell’inflazione ma si inseriscono solo misure spot e non strutturali; serviva invece una detassazione delle tredicesime e degli aumenti contrattuali”.
Previdenza, la legge Fornero finisce per peggiorare, “per confermare quota 103 si ricalcola la componente retributiva, cosicché se uno va in pensione perde mediamente il 15 per cento, mentre il settore pubblico subisce la revisione delle aliquote, che tocca diritti acquisiti. Ape sociale viene peggiorata, opzione Donna azzerata”.