Strage di via D’Amelio, un minuto di silenzio in consiglio e una piazza per Emanuela Loi

Firenze – Un anniversario amaro, quello di via d’Amelio, in cui il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta finirono in frantumi, sotto la spinta di ariete di un’aurobomba che sventrò ache i palazzi circostanti. Un’autobomba che non fu individuata, in un percorso deciso all’ultimo minuto. Qualcosa non funzionò nella catena della protezione. Un qualcosa su cui si sono scritte, in questi anni, pagine e pagine, una dinamica ancora non chiarita su cui sono state svolte indagini e processi, ma che ancora, dopo un trentennio, turba le coscienze del Paese. Nell’anniversario 2023, ancora amarezza per le spaccature nel fronte antimafia e anche la pesante ombra di una possibile rivalutazione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, che fu uno dei grimaldelli che la squadra dei giudici chiamati da Antonino Caponnetto utilizzò per scardinare un sistema che sembrava perfetto.  Un anniversario amaro, carico di appuntamenti celebrativi. Fra questi, il minuto di silenzio del consiglio comunale fiorentino, e l’intitolazione, stamattina a Firenze di una piazza a Emanuela Loi, l’agente che faceva parte della scorta di Borsellino, prima donna della polizia di stato a far parte di una scorta e morta in servizio. Gli agenti che caddero nell’esplosione che sventrò via D’Amelio,  furono cinque. Oltre a Emanuela Loi,  Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

E’ stato il presidente del consiglio Luca Milani a commemorare la strage, leggendo gli articoli dell’agenzia ANSA che si susseguirono immediatamente dopo le 17. “Dopo 31 anni – ha continuato il presidente Milani – la lotta alla mafia ci deve trovare uniti come appartenenti alle istituzioni e come forze politiche. È indispensabile, ancora oggi, porre attenzione alle riforme o alle controriforme legislative che il Parlamento pensa di mettere in atto e mi riferisco, in particolare, al concorso esterno in associazione mafiosa. Credo che ogni modifica al nostro codice, che abbia delle ripercussioni sulla lotta alla mafia, debba essere fatta con la massima attenzione”.

Insieme alla figura di Paolo Borsellino, è stata ricordata, in una sorte di ideale continuità contro tutto ciò che lede giustizia, dignità umana, l’esistenza delle persone, il senso di libertà che può albergare solo in uno stato democratico, la figura di Leandro Agresti, il partigiano “Marco”, morto ieri a Firenze a 99 anni, uno degli ultimi testimoni diretti della Resistenza. “Una perdita importante per Firenze. La commemorazione funebre per ricordare Leandro Agresti ci sarà domani, giovedì 20 luglio, alle 9 all’SMS di Rifredi”. Il Consiglio comunale ha poi osservato un minuto di raccoglimento per le vittime della mafia.

Un momento simbolico di ricordo verrà tenuto dalla Fondazione Caponnetto al giardino Caponnetto, a vent’anni dalla titolazione, stasera alle 17.

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