Anche il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha partecipato questa mattina a Bologna insieme a diversi sindaci reggiani alla XX Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico, con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Città metropolitana e Comune di Bologna.
“Insieme a noi c’erano tantissimi giovani, è stato davvero un bel segnale di speranza su un valore fondamentale come la legalità – commenta il presidente Giammaria Manghi – Tutti questi ragazzi ci hanno donato una testimonianza assolutamente viva e convinta di impegno per la costruzione di una società libera da ogni genere di mafia e di prevaricazione”.
Il presidente Manghi – insieme al presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e ad alcuni sindaci reggiani tra cui il consigliere delegato Andrea Tagliavini – ha sfilato reggendo lo striscione di Avviso Pubblico “Enti locali e Regione per la formazione civile contro le mafie”
A Bologna sono giunti circa 600 familiari delle vittime delle mafie e 500 pullman di delegazioni da fuori regione: circa 200.000 persone hanno sfilato in corteo per le vie della città fino a piazza VIII agosto, dove sono stati letti tutti i nomi delle vittime delle mafie, delle vittime del rapido 904, delle stragi del 2 Agosto 1980, a Bologna, e di Ustica il 27 Giugno 1980. Dopo gli interventi di familiari delle vittime e dei presidenti di Libera e di Avviso Pubblico, chiuderanno la mattinata don Luigi Ciotti e la liberazione in cielo di tanti palloncini bianchi quanti il numero delle vittime. Nel pomeriggio, in vari punti della città, seminari tematici sui diversi aspetti del tema mafie, mostre, presentazioni di libri, video e spettacoli teatrali.
Intanto mentre i sindaci reggiani “antimafia” manifestavano in quel di Bologna, il sindaco di Brescello Marcello Coffrini teneva una conferenza stampa in cui ribadiva la sua volontà di non dimettersi per un’intervista rilasciata ad una web tv di alcuni studenti. Coffrini ha però fatto sua la proposta di Fava e Costa di istituire una commissione per chiarire se in questi anni l’amministrazione brescellese sia stata o meno collusa con la malavita.