Firenze – Ci sono 4 posizioni apicali, per quanto riguarda la squadra di governo delle regioni. Si parte dal presidente della Regione, alla vicepresidenza, al presidente del consiglio, all’assessorato alla sanità. Quest’ultimo, oltre ad occuparsi di circa l’80% del bilancio regionale, in questa contingenza storica vede aumentata esponenzialmente la sua importanza. Tutte le grandi manovre di giunta di questi ultimi giorni avevano in palio chi avrebbe “acchiappato” cosa. E alla fine, scavalcando un’Alessandra Nardini che sembrava blindata da Zingaretti e Orlando, ecco che la vicepresidenza, dunque il numero 2 di Giani, arriva alla renziana senza se e senza ma, Stefania Saccardi. Insieme alla deleghe di un’assessorato di livello B, pur sempre importante per la Toscana come quello all’agricoltura, che consente inoltre al presidente di rimettere in pari il numero delle donne in giunta.
Il resto, si vedrà. Intanto, delle 4 posizioni apicali, la presidenza della Regione essendo ovviamente di Eugenio Giani (che sembra assumere sempre più il ruolo del trait d’union fra Iv e Pd, ruolo senz’altro importante ma che rischia di indebolirlo mettendolo alla mercè di richieste e ricatti e pesi di bilancini) la seconda carica per importanza di Iv, la presidenza del consiglio a Mazzeo zingarettiano, ecco che rimane la famosa, pesantissima delega alla sanità. Che ad oggi sembra vicina a Simone Bezzini, ex presidente della provincia di Siena, dopo essere stta rifiutata decisamente dalla stessa Saccardi. Una delega, quella alla sanità che, in piena pandemia, rischia di implodere nelle mani di chi la prende: sovraesposto sia per successi che per insuccessi. Il resto delle deleghe, che verranno ufficializzate domani, vorrebbero la Nardini “consolata” con università e ricerca e altro, e un assessorato anche questo di peso per l’economia, a Leonardo Marras. Che, d’altro canto, sembrava essere molto vicino a prendere la sanità al posto di Bezzini, non foss’altro per una sia pur minima esperienza nel settore avuta nei suoi incarichi amministrativi precedenti.
Tornando a Italia Viva, se la partita in Regione sembra chiusa con l’ottima performance di una delle sue “dame di ferro”, Stefania Saccardi, ora Renzi dovrà occuparsi delll’atro lato della tenaglia, vale a dire Elisabetta Meucci. Quanto a quest’ultima, oltre la sua indubbia fedeltà a Renzi, ha sicuramente in dote un forte competenza amministrativa condita con un’altrettanto forte credibilità che rende molto facile una sua chiamata nel rimpastone che dovrebbe riguardare Palazzo Vecchio. Magari al posto della vicesindaca Cristina Giachi, ruolo che, con le stesse deleghe della vicesindaca uscente, parrebbe attagliarsi perfettamente alle sue competenze. Se le voci fossero confermate, Italia Viva si fregerebbe di due “numeri due” nei ruoli più impportanti della Toscana. Ed entrambe donne.