Firenze – Partiamo dai dati della povertà assoluta, che nel 2022 vede 5milioni 571mila persone nella trappola, ovvero il 9,4% della popolazione residente. Di questi, circa il 7% si è trovato in condizioni di povertà sanitaria, ovvero è stato obbligato a chiedere aiuto ad una delle 1.806 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure.
Sebbene il Servizio Sanitario Nazionale abbia un’impronta universalistica, una buona parte della spesa farmaceutica resta a carico dei cittadini, come si legge nel 10° Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci, realizzato con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici e ABOCA da OPSan-Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico). I dati sono stati presentati il 12 dicembre 2022 in un convegno promosso da Banco Farmaceutico e AIFA.
Nel 2021, secondo gli ultimi dati disponibili, il 43,5% (cioè 3,87 miliardi di euro) della spesa farmaceutica è stata pagata dalle famiglie (+6,3% rispetto al 2020), con profonde differenze tra le possibilità di quelle povere e quelle non povere.
Secondo l’analisi emersa dal Rapporto, una persona indigente ha a disposizione un budget per la salute pari a soli 9,9 euro al mese, mentre una persona non povera ha a disposizione sei volte tanto, cioè 66,83 euro mensili. Il budget a disposizione dei poveri, per l’acquisto di farmaci, è di circa 5,85 euro, mentre i non poveri 26.
Il 60% della spesa sanitaria dei poveri è destinata alla spesa per farmaci a fronte dell’equivalente 38% delle famiglie non povere. Questo perché il SSN non offre alcuna copertura per i farmaci “da banco”, non avendo introdotto distinzioni tra chi è sotto la soglia di povertà e chi è al di sopra.
Le difficoltà economiche lambiscono anche le famiglie non povere: nel 2021 hanno cercato di ridurre le spese sanitarie (rinunciando o rinviando a visite mediche/accertamenti periodici) complessivamente oltre 4 milioni 768 mila famiglie (10 milioni 899 mila persone), di cui quasi 639 mila (1 milione 884 mila persone) in povertà assoluta. La rinuncia alle cure è stata praticata da 27 famiglie povere su 100 a fronte di 13 famiglie non povere su 100, per un totale di 15 famiglie su 100.
“La povertà sanitaria continua a rappresentare un grave problema per migliaia di famiglie povere, mentre sacrifici e rinunce riguardano sempre più spesso anche quelle non povere -spiega Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus – purtroppo, le condizioni di chi vive in Italia non sono destinate, nell’immediato futuro, a migliorare; questo, a causa di alcuni effetti persistenti della crisi economica derivata dalla pandemia, e della grave situazione internazionale. Speriamo che i dati del nostro Rapporto siano letti con attenzione dalle istituzioni, e che rappresentino per esse uno strumento per comprendere più a fondo i bisogni di chi è in difficoltà e attuare, così, misure e politiche in grado di rispondervi con efficacia”.