Reggello (Firenze) – “Parlerò esclusivamente di quello che ho fatto.Tutto il resto è storia, vissuta insieme ad altri. Io parlerò di quello che veramente ho fatto, come l’ho fatto e perché l’ho fatto”.
Inizia con queste parole il libro scritto da Dante Rabatti, uno dei protagonisti, suo malgrado, di quel momento di follia del mondo che è stata la Seconda Guerra Mondiale.
Dante Rabatti ha aspettato una vita intera prima di trasferire su carta i suoi ricordi e raccontare a tutti la sua “piccola” storia nella “grande” storia.
Per fare onore a chi ha vissuto come lui quei momenti e non ha avuto la sua forza e la sua fortuna, e per mettere in guardia le nuove generazioni affinché questo non si ripeta mai più. Una voce semplice quella di Rabatti, che l’editore ha voluto lasciare così per l’immediatezza che trasporta a quei tragici giorni.
Scrive Rabatti: “Sono nato da genitori contadini, in una famiglia composta da 15 persone, del solito ceppo: Rabatti. Noi giovani eravamo solo bis-cugini, sempre uniti da affetto con l’intera famiglia, ben governata, in pace e in serena allegria. […] Nato da genitori contadini quindi, ero destinato a fare il contadino, come avevano fatto i miei antenati, da tanto tempo. Diversamente da mio nonno, e da tutti i nonni di allora completamente analfabeti, frequentai la scuola fino alla 5ª elementare. Dai 13 ai 20 anni feci il contadino a tempo pieno, lavorando nei campi da sole a sole, cioè dall’alba fino a notte (12 ore in inverno, e 15-17 ore in estate). Lavoravo con passione, con interesse”.
Poi Dante Rabatti è partito militare. Carabinere. E l’incubo è iniziato. E ora, dopo una vita passata a cercare di dimenticare, per aver la possibilità di vivere la propria, è il momento di raccontare
Come scrive lo scrittore e giornalista Paolo Ciampi nella prefazione al libro: “Sono sempre più rare, sempre più flebili, le voci che possono raccontarci l’esperienza della guerra, della deportazione, della prigionia. E quando anche quelle si spegneranno ci troveremo di fronte alla sfida più ardua per il nostro dovere di memoria.
Memoria, non conoscenza storica: che sono due cose che si compenetrano e sono imprescindibili l’una all’altra, ma che sono diverse. Abbiamo bisogno di date, di nomi, di circostanze, per capire ciò che è successo, ma abbiamo bisogno anche di storie inscritte nella grande Storia, di vite nelle quali riconoscere un comune sentimento. Per emozionarsi, per immedesimarsi, per comprendere più profondamente. Per avvertire davvero che quello di cui si parla non riguarda solo il passato”.
Il comune di Reggello ha fatto propria l’esigenza e l’importanza della testimonianza di un suo concittadino mettendo a disposizione dei ragazzi delle terze classi della Scuola Secondaria di Primo Grado M.Guerri dell’Istituto Comprensivo di Reggello il racconto dal vivo di Rabatti all’interno delle celebrazioni del “Il Giorno della Memoria” istituito per commemorare lo sterminio e la deportazione del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Un omaggio alla memoria delle vittime della Shoah, ma anche di tutti i genocidi e stermini della storia.
Dante Rabatti, “Il resto è storia. Memorie della guerra nelle isole dell’Egeo, e della prigionia nei Balcani e in Germania”, Romano, 2016.