Morto Fiano, uno degli ultimi testimoni dell’Olocausto

Firenze – “Se ne va un testimone autentico del Novecento, che ha conosciuto e ha saputo resistere all’orrore nazista. Punto di riferimento per le coscienze libere e interprete vero di libertà e democrazia”.

Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, nell’apprendere la notizia della scomparsa di Nedo Fiano, uno degli ultimi testimoni dell’Olocausto.

“Nedo Fiano era uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz e ha portato avanti per tutta la vita la missione di raccontare e di testimoniare ciò che è stato l’orrore e l’abisso dell’Olocausto – ricorda l’assessora Alessandra Nardini con delega alla cultura della memoria -. La scomparsa di questi ultimi testimoni impone ancora di più a noi generazioni successive e alle istituzioni il dovere di coltivare, proteggere e diffondere la memoria di ciò che è stato, affinché non sia mai più. Al figlio Emanuele e alla famiglia rivolgo un pensiero di sincera partecipazione e cordoglio”.

“Ci lascia un altro instancabile testimone del nostro tempo, fulgida memoria delle atrocità di Auschwitz e dello sterminio degli ebrei, un cittadino fiorentino di nascita che è diventato un simbolo della Shoah e della necessità del ricordo”. Lo afferma il sindaco Dario Nardella.

“Ho conosciuto personalmente Fiano solo qualche anno fa, un uomo dalla tempra incredibilmente forte, dalla profonda dignità, che ha attraversato una gioventù di dolore indicibile: prima le leggi razziali, poi deportato con la famiglia: lui si salvò ma perse tutti i parenti, compresi gli amati genitori. Liberato, lasciata una Firenze che non riconosceva più, Fiano si rifece lentamente una vita a Milano e non ha smesso, fino a quando le forze lo hanno sorretto, di ricordare l’orrore e trasmetterlo alle giovani generazioni, perché non accada mai più”.

“Nel suo libro autobiografico “A 5405 – Il coraggio di vivere” – continua il sindaco – Fiano racconta con semplicità e franchezza, ma anche con speranza, episodi atroci della deportazione, lui ridotto come tutti a un numero, condannato a non essere più un uomo. Eppure Fiano ce la fa, grazie anche al fisico forte e alla conoscenza della lingua tedesca, e la lezione che ci tramanda è la più dura ma anche la più essenziale: raccontare per non dimenticare, per non ripetere”.

“La città – conclude il sindaco – gli ha conferito il Fiorino d’oro, la sua massima onorificenza, nel 2011, ma tanto è di più quello che lui ha dato a noi, all’Italia tutta. Alla famiglia, al figlio Emanuele, le mie più sentite condoglianze e quelle dell’amministrazione”.

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