Consigli letterari: Il Ballo di Irène Némirovsky

Capolavoro scritto nel 1928, descrive in modo profondo la società ipocrita degli arricchti

Romanzo di Irène Némirovsky
Editore Adelphi, Collana Piccola Biblioteca

“Antoinette accennò un sorriso con uno sforzo fiacco e penoso che le trasformava dolorosamente il viso.
A volte odiava gli adulti al punto che avrebbe voluto ucciderli, sfigurarli, oppure gridare: << Mi avete scocciato!>> battendo i piedi; ma fin dalla più tenera infanzia aveva paura dei genitori”

Capolavoro scritto nel 1928, descrive in modo profondo la società ipocrita ed artefatta di chi è diventato ricco.
Antoinette, la protagonista del romanzo é la figlia dei Kampf.
Riceve l’educazione che si conviene ad una ragazza di buona famiglia seguendo lezioni private.
Non é amata né rispettata dai genitori.
In particolare l’odio reciproco tra madre e figlia genera in lei un forte sentimento di vendetta.
Sarà la signora Kampf ad organizzare un ballo.
Invita 200 persone: tutte le conoscenze più ricche  per ostentare il proprio benessere. Proprio per questo tutto dovrà essere perfetto.
Ad Antoinette é proibito partecipare (non é degna di un tale evento) e sarà messa a dormire nel ripostiglio. Incaricata però di spedire gli inviti, non lo farà mandando all’aria il ricevimento.
Nessuno arriva. I coniugi Kampf iniziano a litigare. I saloni imbanditi rimangono deserti ed Antoinette ottiene quello che vuole.
“Il ballo”
é un breve scritto, intenso ed essenziale, di cattiveria esemplare. Eccellente analisi dell’odio tra madre e figlia, rappresenta due figure negative che si riflettono: la giovinezza ormai spenta della madre ( e per questo gelosa della figlia) e la sua vecchiaia che un giorno ricadrà su Antoinette.

Irène Némirovsky
Nasce a Kiev nel 1903.
Figlia di un ricco finanziere ebreo russo, inizia ancora adolescente a scrivere racconti psicoanalitici che simboleggiano il suo odio per la madre, solo attenta alla bella vita e arida di sorrisi e tenerezze per la figlia.
Con la Rivoluzione Bolscevica la Némirovsky si trasferisce a Parigi dove continua a scrivere con successo finché ottiene, ancora molto giovane, la sua prima pubblicazione: David Golder.
Si sposa nel 1926. Avrà due bambine. Gli anni che seguono all’antisemitismo la convincono a convertirsi e a diventare cristiana. Battezza le due figlie ma nonostante ciò, deportata ad Auschwitz col marito, muore nel 1942.
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