Legge dissesto idrogeologico, novità allo studio in commissione regionale

Firenze – La difesa del suolo? Fondamentale per la Regione Toscana. A dirlo, nel suo intervento nell’ambito di un dibattito alla Festa dell’Unità che verteva sulla questione della gestione del territorio e della sua sicurezza, con la partecipazione di Mauro Grassi e Erasmo D’Angelis (Italia sicura?) la consigliera regionale presidente della IV Commissione che sta studiando le modifiche che, secondo le disposizioni nazionali, modificheranno la Legge 21 regionale in tema, Elisabetta Meucci. Una lgge, quella regionale che, ricorda Meucci, fu dettata sull’onda dell’emergenza, ma che a tutt’oggi dev’essere rimodulata alla luce del piano nazionale sul rischio alluvioni, che mette in campo una nuova filosofia del rischio idraulico. “Il cambiamento sostanziale riguarda il concetto stesso di pericolosità – spiega Meucci – mentre la logica con cui precedentemente si facevano le valutazioni riguardava in buona sostanza gli eventi alluvionali e il loro ritorno, ora ad esempio di tine conto di concetti nuovi, quali ad esempio la magnitudo, introdotta proprio in Toscana, che riguarda la velocità di scorrimento dell’acqua; un concetto diverso rispetto ad esempio a quello di quantità o altezza del precipitato”.

Una filosofia a tutto tondo, che riguarda sia le misure di sicurezza, che gli interventi ammessi, e che riguarda in buona sostanza gli insediamenti già presenti sul territorio, vale a dire, dice Meucci, buona parte della Toscana Una filosofia innovativa dunque, che è inflessibile sui condoni ambientali (molto rari in Toscana) e soprattutto mette in campo nuovi principi sull’edificato esistente, dal momento che la Toscana è piena di pesi importanti sia a livello storico e artistico che economico, nati su fiumi, fiumiciattoli e torrenti.

“Il dibattito che si svolge ora sulla legge è importante -segnala la consigliera del Pd – in quanto è votato alla ricerca di un equilibrio possibile fra scienza e qualità della vita quotidiana”. Un tassello importante di questo confronto, anche la presenza di tutti i soggetti interessati, chiamati a portare il loro contributo sin dal momento del dibattito da cui scaturirà la nuova legge e non solo alla fine, quando ormai le modifiche sono state definite e la legge ha preso forma. Fra i soggetti chiamati, si va dalla Rete delle professioni, agli ordini professionali con tutte le specializzazioni, all’Ance, agli enti locali, di cui Meucci ricorda la feconda relazione con la Regione.

Un punto, questo della correlazione fra competenze tendenti a un unico scopo, che ha già visto un tassello importante nel via libera da parte del consiglio regionale, mgià nel marzo 2017, della risoluzione, proposta in consiglio dalla quarta commissione consiliare regionale su input della consigliera Meucci, che dava via libera a Casa Toscana, una sorta di articolazione locale del progetto nazionale Casa Italia.

Il nuovo soggetto non si sovrappone a qualcosa di già esistente – spiega Meucci – si tratta piuttosto di un modello il cui scopo è quello di affrontare al meglio la questione sismica e del dissesto idrogeologico facendo tesoro della tradizionale competenza toscana nella cura del territorio”. Un settore, lo ricordiamo e lo ricorda la consigliera Meucci, “in cui la Toscana si è affermata con ruolo di leader fin dagli anni ’80, mettendo in piedi strumenti, leggi, risorse importanti”.

suolo

Insomma, di fatto “Casa Toscana” sarebbe una sorta di “punto” strategico di connessione fra varie competenze, professionali, universitarie, economiche, dal respiro regionale e dunque ben fornite di memoria e competenza storica, per la salvaguardia di un territorio prezioso e fragile nello stesso tempo. Una competenza che, come sottolinea Meucci, “ ha visto in prima linea ad esempio gli ordini professionali, dagli Architetti agli Ingegneri, ma anche l’Università, le stesse associazioni di cittadini, vari soggetti che in questi anni hanno prodotto e stratificato competenze e conoscenze specifiche e dunque preziose”. Un tesoro che si deve evitare di disperdere e che potrebbe trovare proprio in “Casa Toscana” un punto di aggregazione e forza, mettendo in campo un modello simile a quello della Protezione Civile, con un centro nazionale di riferimento (Casa Italia, nel caso specifico) cui corrispondono le varie “declinazioni” territoriali.

Altro punto su cui la nuova legge dovrà mettere una particolare sottolineatura, è quello della comunicazione e della formazione. Su quest’ultimo passaggio ci sarà una grande attenzione, dice la presidente della Commissione assetto del territorio, che si concretizzerà anche in una campagna cui saranno chiamati i cittadini.

 

 

 

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