Il Vangelo apocrifo: il chicco di frumento

Gesù indica agli uomini quale strada devono seguire per giungere alla salvezza eterna

Il-chicco-di-frumentoMario Garretto

Fu condotto al macello così come si conduce una pecora, e sta, come un agnello, dinnanzi a chi lo tosa in silenzio. Dalla sua bocca non esce verbo. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato da tutti negato. Allora chi potrà mai descrivere la sua discendenza? Poiché da questo mondo la sua vita è stata divelta”.

Atti degli Apostoli, Filippo e l’Etiope 8-33

Il tempo terreno di Gesù volge al termine. C’è tristezza nelle sue parole e nello stesso tempo molta consapevolezza. Non è più il tempo della parabola dolce, moderata con molta pazienza e comprensione. Ora ciò che deve dire lo dice e chi vuol capire capisce altrimenti sarà per un’altra volta. Ma la prossima volta saranno i fatti della vita i maestri fino al giorno che volenti o nolenti si capirà e si sceglierà. Forse. Ma il giochino non potrà durare all’infinito. L’evoluzione delle generazioni umane ha avuto inizio un giorno, ed un giorno vedrà il suo compimento aldilà della singola volontà umana o collettiva. Come? Non sono certo io quello che lo sa, ma non è difficile immaginare che ci sarà. Perché? Perché se l’umanità esiste per uno scopo, questo scopo ha un principio e una fine. Vorrei sfatare un mito e spero di riuscire nel miglior modo possibile: Gesù muore per la salvezza dell’umanità. Bene. Bravo. Bis. Verrebbe da dire. Ma, ma, ma, mica sono convinto che la si debba interpretare così. Noi allora siamo per metà o per intero salvi dal peccato, e quello che facciamo su questa terra sono solo marachelle di cui veniamo senz’altro perdonati? Che illusione. No, cari signori. Cristo ci ha dato l’esempio di quello che dobbiamo fare per salvarci, ci ha insegnato la strada da percorrere, ci ha detto di quale morte dobbiamo morire per la salvezza della nostra anima, che a differenza del corpo vive in eterno mentre il corpo no. E’ ovvio che non è necessario arrivare al martirio per la salvezza, se si parte per tempo, e se si darà valore ai principi universali, quali la libertà, la verità. L’essere umano deve evolversi, fare evolvere la sua intelligenza sui valori universali e morali, mettere in espansione i sentimenti, contenere i desideri per impedire loro di diventare tiranni e guide della vita. Il miracolo dobbiamo farlo noi. Ma al giorno d’oggi sembrano solo belle parole, purtroppo.

Giovanni 12-20,50

Nel tempio c’erano anche alcuni di quei greci che erano saliti a Gerusalemme in occasione della festa per adorare. Questi, saputo che Gesù era nei pressi, si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: “Signore, vorremmo vedere Gesù”.

Filippo andò incontro ad Andrea e gli riferì quello che i greci gli avevano detto, poi Andrea e Filippo lo dissero a Gesù. E Gesù rispose loro dicendo:

E’ giunta l’ora in cui sarà glorificato il Figlio dell’Uomo. In verità, in verità vi dico: Se il chicco di frumento caduto in terra non muore, esso resta solo. Ma se muore, porta molto frutto. Chi ama la propria vita la perderà, e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se qualcuno mi serve, mi segua e là dove io sarò vi sarà anche il mio servo. Chiunque mi servirà sarà onorato dal Padre mio. Adesso l’anima mia e turbata, e che dirò io adesso? Dirò forse: Padre, salvami da quest’ora! Ma è proprio per questo che sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome”.

Una voce allora discese dal cielo: “L’ho glorificato, e di nuovo lo glorificherò!”.

La folla che era presente, e che aveva udito la voce, diceva confusa che era stato un tuono. Altri invece dicevano: “Un Angelo gli ha parlato”. Gesù prese la parola e disse loro:

La voce che avete udito non è venuta per me, ma per voi. Ora viene il giudizio su questo mondo e in questo tempo il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Ed io, quando sarò alzato da terra, attirerò tutti a me”.

Queste parole le diceva per indicare come sarebbe dovuto morire.

Commento. Parabola breve ma piena di sottointesi e similitudini. Il maestro ha aperto una porta sull’infinito, dove sono gli allievi che possono varcarla? Ma per oltrepassare quella porta non basta aver capito. Partiamo dall’inizio: E’ giunta l’ora in cui sarà glorificato il Figlio dell’Uomo. “E’ giunta l’ora”. Tutto ha inizio in Dio e un giorno tutto finisce. Non saremo giudicati da Dio, ma saranno le nostre azioni a giudicarci. “In cui sarà glorificato”. Il glorificato in questo caso vuole indicare che la vera gloria è quella di essere diventati “perfetti come il Padre che è nei cieli”, e che la nostra anima risplende di divinità. Saranno le nostre azioni a dimostrarlo, non le parole o le preghiere. E il giudice infallibile che sancirà questo non sarà un qualsiasi San Pietro davanti alle porte del Paradiso ma l’evoluzione spirituale che avremo raggiunto: “se voi aveste tanta fede……… farete come me e più di me”. E Gesù non era un parolaio qualsiasi. “Se il chicco di frumento caduto in terra…….. muore, porta molto frutto”. Il fine del chicco di frumento è quello di diventare pianticella, dare frutto, e il suo frutto diventare pane con l’intervento dell’intelligenza dell’uomo. Ma se non lo fa rimane solo a marcire. Così è per l’umanità. Se l’umanità non darà frutto… ma questo non vale solo per lo spirito e per l’intelligenza. Discorso scomodo. Alla festa erano presenti Greci ed Ebrei. I Greci, un popolo educato dalla filosofia e abituato all’uso della ragione. Gli Ebrei erano il popolo più religioso del mondo. Un esempio in cui si riflette tutta l’umanità. Tutti e due avevano bisogno dell’integrazione divina per raggiungere la perfezione della divinità. Non basta aver capito o avere fede. Con la verità necessita immedesimarsi, essere simili al Padre vuole indicare che si fanno le cose non per obbedienza o per comprensione, ma si fanno per libera e convinta scelta: per amore (senza profitto). “Chiunque mi servirà sarà onorato dal Padre mio”. La parola “servirà” non bisogna interpretarla letteralmente, il suo significato è bene dedurlo da questa beatitudine: “Beato è colui che ascolta la mia parola e la mette in pratica”. “Sarà onorato…”. In questo caso essere onorati da Dio vuole indicare che si è Angeli fra gli Angeli per raggiunti meriti personali e non, speranza vana, per premio o per perdono. Anche Gesù dice di essere turbato dall’imminenza della sua morte. Il mio sospetto è che siamo ancora all’interno della parabola e lo dice più per noi che per se stesso. E’ umano avere timore della morte. La si può accettare solo se si ha fede nella vita eterna. Anzi, se si è convinti che ci sia una vita eterna. Meglio ancora: se abbiamo glorificato, con la nostra vita Dio. Una nota finale. Questo vale anche se non si crede in Dio. Se si cerca di diventare brave persone, persone più intelligenti e con un cuore aperto ai sentimenti, che sono nel rapporto sociale in una giusta dimensione di diritti e di doveri, bene, a mio avviso, si è più vicini alla divinità di quanto si creda.

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