Quinta puntata: Una sanfredianina sboccata e iraconda – Il commissario Malvezzi racconta loro di come l'uomo – ucciso da numerosi colpi alla testa con una grossa spranga di ferro – sia stato riconosciuto dalla moglie, presentatasi subito alla polizia dopo aver letto l'articolo sul giornale: si tratta di un tappezziere scomparso da casa da un paio di mesi… La moglie afferma di averlo visto uscire di casa, vivo e vegeto, due mesi fa e di non averlo più visto e che è sicura che abbia raggiunto l'amante, da lei definita “quella troia”.
Quinta puntata: Una sanfredianina sboccata e iraconda
Caggesi domandò al commissario se si sapesse chi fosse "quella troia".
– Calma, calma! Miracoli non ne fo! Siamo appena agli inizi! Ma la identificheremo presto, vedrai… Ora come ora sappiamo che è una donna più giovane della Sorgenti e che è bionda… –
Malvezzi si alzò da dietro la scrivania: lui aveva concluso, potevano uscire.
– Mi raccomando! Cautela nel parlare dell'amante del Sorgenti, insomma… e anche nello scrivere i particolari di questo brutto delitto… –
– Certo, certo… stai tranquillo… –
– Magari l'articolo lo farai scrivere a tuo nipote… –
– Sotto la mia sovrintendenza, s'intende… E, poi, sai c'è l'occhio vigile del direttore, no? –
– Certo, certo… del tuo direttore mi fido… di te, meno! –
Via Santa Maria, trasversale fra via Romana e via de' Serragli, terminava, in pratica, all'altezza dell'ampio androne degli Artigianelli. Era un viuzzo stretto e buio, impillaccherato da cacche dei cani. L'appartamento dei Sorgenti era al numero 3, al quarto piano. La vedova era una donna sui quarant’anni, ancora piacente, piuttosto grossa, e con una sfumatura di volgarità popolana nei lineamenti marcati.
Facendoli entrare, si schermì:
– Ho già detto tutto alla polizia: non lo so, chi ha ucciso mio marito. Quella troia non la conoscevo se non di vista, stava nel quartiere, ma non so che cosa facesse… è sparita insieme ad Ezio e chi l’ha visti più? –
Una sanfredianina sboccata, iraconda, pronta ad attaccar briga senza tanti complimenti.
Nel corridoio, lungo e buio, c'era una libreria a muro, stracarica di libri. Chi amava così tanto la lettura, in quella casa?, pensò Paolo. Gina? O era la vittima ad avere accumulato tutti quei volumi? Paolo si ricordò degli insegnamenti di Rodolfo, che gli aveva ripetuto spesso: "Un delitto avvenuto in una casa gialla è diverso da un delitto avvenuto in una casa rossa… se sai guardare i luoghi, impari e capisci un sacco di cose, tienilo a mente…". Si trattenne davanti ai libri, mentre Gina e lo zio entravano in salotto. Almeno, così, poteva vedere di che erano. Romanzi, gli parve, sistemati un po’ alla rinfusa… ma c’era un libro che conosceva bene, nell’edizione Sonzogno, La madre di Maxim Gor'kij; poi riconobbe anche, dalla costola, Il tallone di ferro di Jack London.