Il dono di Rosemary

Lei ci è abituata, qualcuno le attribuisce facoltà straordinarie ed è ansioso di poterla incontrare, altri sono intimoriti, non mancano i critici e chi la considera una millantatrice. La signora Altea non si scompone mai, afferma pacata di non voler convincere gli scettici e di nutrire lei per prima molti dubbi su quello che le accade. La tentazione di smettere è stata forte, in certi momenti. Dichiara di aver paura, a volte, ma di sentire l’appoggio di Dio e di voler condividere un dono che le consente di diffondere un messaggio di speranza. Nel suo ultimo libro: “Noi non siamo soli”, riporta alcuni episodi e incontri con chi si rivolge a lei per mettersi in contatto con i propri defunti. La Altea dà in genere indicazioni positive, di incoraggiamento, e descrive una dimensione di luce e serenità dove le anime si ritrovano. Afferma che dopo la morte c’è un margine di scelta che consente di sperimentare altri mondi o di tornare su questa terra, ma la reincarnazione non è l’unica possibilità. Le persone scomparse ci sono accanto, se solo fossimo più attenti a tanti piccoli segnali potremmo percepirne la presenza, assicura. Il film Ghost, con Patrick Swayze e Demi Moore, fa capire esattamente come funziona. E Il sesto senso racconta la sua storia, anche se il piccolo paziente in cura da Bruce Willis, nel ruolo di uno psichiatra infantile, è maschio. Le sue facoltà sono più spiccate, ma tutti noi, a suo parere, potremmo aver prova dei messaggi dell’aldilà.  E’ cosciente dei pericoli che la sua attività comporta e sostiene che non sempre è opportuno sapere cosa ci riserva il futuro. Invita le persone ad usare il buon senso, a non eccedere, a non fidarsi ciecamente o lasciarsi plagiare da sedicenti medium e, soprattutto, ad assumersi le proprie responsabilità e prendere in mano la propria vita. Racconta di aver sofferto molto e di aver accettato le sue capacità solo da adulta, dopo essersi sentita diversa, smarrita, profondamente insicura. 
Dice di essere stata “strana” fin da bambina, Rosemary Edwards: da piccola udiva voci, aveva visioni che la spaventavano e sua madre minacciava di rinchiuderla in manicomio, come era accaduto a sua nonna. A diciannove anni un matrimonio infelice e poi problemi di salute. A trentaquattro anni l’incontro con il guaritore Paul Denham ha impresso una svolta alla sua vita e il contatto continuo con Aquila Grigia, lo spirito di uno sciamano apache, la sostiene e la protegge. La Altea afferma che non ci sono solo presenze di luce e che esistono anche poteri oscuri, ma il suo spirito guida, dice, è una sorta di Virgilio che le indica fin dove spingersi e seleziona le anime che si affollano intorno a lei. Per questo, trenta anni fa ha cambiato il suo cognome in Altea, che significa “luogo dove volano le aquile”. La sua giornata, al di là dei molti impegni, è popolata di presenze invisibili che le fanno compagnia e si chiede se per caso noi “comuni mortali” non ci sentiamo un po’ soli. Non ha paura della morte, se non per il dolore che provocherà a sua figlia Samantha, ma assicura che le sarà sempre accanto, come i nostri cari defunti vegliano su di noi. Oltre alla sua attività di medium, ha fondato la Rosemary Altea Association of Healers, un’associazione senza fini di lucro con centri di guarigione in Inghilterra e in America. Tiene anche seminari di spiritualità ed insegna un approccio costruttivo alla vita che lei, spiega, coltiva ogni giorno con piccoli accorgimenti ed una predisposizione positiva. Non segue nessuna religione in particolare, crede in una potente forza spirituale che è insita in noi, questo è il suo concetto di Dio e il suo rapporto con la spiritualità è fatto di preghiere spontanee, di benevolenza, di gratitudine e di intuito. Vive in America e ama la buona cucina, è molto legata ai suoi cani e il canto è la sua grande passione. Fra le sue canzoni preferite Summertime e Somewhere over the rainbow: “…Da qualche parte sopra l’arcobaleno… i sogni in cui hai il coraggio di credere, si avverano…”

Foto: pomeriggio5.mediaset.it
 

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