Firenze – Per il 57° Festival dei Popoli allo Spazio Alfieri è stato proiettato, After Spring di Steph Ching ed Ellen Martinez, un bellissimo documentario americano che mostra la vita dei rifugiati siriani nel campo profughi di Zaatari in Giordania, gestito da UNHCR. Il film ci guida alla scoperta della vita quotidiana del campo profughi: 80.000 persone vivono a Zaatari, un luogo di transito che si sta trasformando in una città, nella quale probabilmente i profughi siriani resteranno ancora molto tempo.
Nel campo gli operatori umanitari hanno organizzato il rifornimento di cibo, la scuola e hanno creato dei negozi. Durante il film seguiamo la vita quotidiana di alcune famiglie che manifestano la sofferenza di dover rimanere nel campo profughi, vorrebbero tornare nelle loro città. Nel campo vivono moltissimi bambini che sono stati salvati da una guerra che ha devastato il loro paese. Il documentario riesce a farci avvicinare ad alcuni momenti della loro vita a Zaatari, permettendoci di comprendere ciò che non si vede: la guerra, la violenza in Siria. After Spring propone agli spettatori di abbandonare il mondo mediatico e globale nel quale spesso sono immersi, per riflettere su come si può intervenire nelle guerre con progetti umanitari importantissimi che tentano di arginare i conflitti.
Conversations de Salon 1 Spazio Alfieri
A Beirut, la cineasta Danielle Arbid registra tre conversazioni tra sua madre e delle amiche, le conversazioni avvengono nel salotto di casa. Le donne affrontano i temi della guerra, dell’esilio in Francia, dei problemi matrimoniali e familiari. Il salotto diventa un palcoscenico sul quale vanno in scena i sentimenti e le emozioni delle donne libanesi, svelando il complesso universo culturale e antropologico nel quale sono immerse. Le conversazioni assumono toni quasi teatrali. Conversations de salon è un “radiodramma” filmato, nel quale i corpi e le voci restituiscono le passioni vissute delle protagoniste, passioni emblematiche della società libanese. Arbid sceglie uno sguardo soggettivo per rivelare alcuni aspetti della storia libanese attraverso la storia privata di un gruppo di donne.