Imprese e tecnologie, ovvero: cosa bolle nella pentola della rivoluzione digitale? Il saggio del mese, fresco di stampa e di cui di seguito pubblichiamo integralmente la prefazione, è una guida alle 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐢 (ExO), vale a dire quella strategia rivoluzionaria sia di governance che di operatività (resa possibile dalle nuove tecnologie digitali) che mette il turbo alle aziende rendendole più aperte, performanti e “veloci” nella crescita e quindi nel business. “Cosa sono e perché fanno la differenza”, recita il sottotitolo. Parliamo di un fenomeno mondiale disruptive, qui trattato con un aggiornato focus sul “caso italiano”.
Scritto dalla giovane esperta di ExO Emanuela Logozzo con prefazione di Armando Sternieri , il libro (Edizioni thedotcompany 2023, collana 80Pagine) spiega quali sono gli ingredienti che servono a rendere l’impresa di oggi innovativa e creativa, inclusiva e aperta all’esterno. Obiettivo non secondario? Puntare alla qualità della vita delle persone e contribuire a cambiare in meglio il mondo. Di seguito, la prefazione di Armando Sternieri che insegna Sistemi informativi e Gestione d’impresa all’Università di Parma.
Non sembra essere il momento più adatto per pubblicare un libro sulle organizzazioni esponenziali (ExO). Il difficile quadro geopolitico internazionale ha mutato una situazione che fino a pochi anni fa vedeva Occidente e Oriente molto integrati, almeno dal punto di vista della finanza, dell’economia e del commercio, con una grande disponibilità di beni, servizi, impianti e ogni sorta di asset proveniente da (e circolante in) quasi ogni parte del mondo. La maggior chiusura attuale – la guerra in Ucraina, il decoupling Usa-Cina, il nuovo e conflittuale confronto per il dominio geopolitico nonché lo scontro per il predominio su mercati e asset – sta comportando un grande cambiamento sul modo di fare impresa sia in Oriente che in Occidente. Se negli ultimi quindici anni abbiamo assistito all’affermarsi delle Big Tech e di una grandissima varietà di imprese con business fondato sulle tecnologie digitali, l’attuale scenario vede invece una nuova ascesa delle aziende dell’Oil & Gas (ovvero di un settore, quello energetico, che in tempi non lontani pareva in sostanziale difficoltà), riportando al centro dell’attenzione le materie prime, e in generale i beni fisici materiali, a scapito dell’information technology, dell’immateriale.
È altrettanto vero, però, che indietro non si torna, nel senso che i sistemi digitali d’informazione e comunicazione, che hanno permesso un veloce e potente affermarsi della globalizzazione, rimangono e rimarranno integrati e funzionali ai mercati e alla finanza di tutto il mondo, favorendone le interazioni, le governance e i profitti. Per questo pubblichiamo il testo di Emanuela Logozzo, che è un arricchimento e riadattamento della sua tesi di laurea magistrale. L’abbiamo voluta nella nostra collana 80Pagine perché, almeno in Italia, una sintesi chiara e completa delle caratteristiche comuni alle principali imprese dell’ultimo decennio mancava. Ismail e altri, coi loro studi, una quindicina d’anni fa hanno contribuito a definire un nuovo paradigma d’impresa. Grazie alle tecnologie digitali usate alla loro massima possibilità, si è constatato che il tasso di crescita delle organizzazioni sorte sul finire del secolo appena trascorso o nel nuovo da poco iniziato aveva ampiamente superato quello “lineare”. Se nel mondo pre-informatizzato la crescita procedeva con il tempo; con il digitale non è più così. Infatti: se gli asset necessari esistono all’esterno e si noleggiano, se si fa l’uso dell’outsourcing al massimo grado, se si organizza la domanda con velocità elevata e, ultimo ma non ultimo, se si costruisce una community che ti supporta, le cose cambiano e la crescita mette il turbo.
La prima volta che ho incontrato questa sistematizzazione definita ExO ho pensato a Rousseau, ai furori scatenati dalle prime macchine meccaniche: un’avversione dovuta non tanto a ragioni sociali o umanitarie, agli orrori che le macchine della prima rivoluzione industriale avevano portato (vedi il lavoro minorile e le sue atrocità di fine Settecento e inizio Ottocento in Inghilterra), ma primariamente al timore della concorrenza e alla prospettiva di perdere il lavoro, di peggiorare la propria condizione. Perché le ExO sono disruptive, cambiano volto ai mercati, stravolgono settori merceologici, cancellano rendite di posizione, stravolgono i ruoli e le professioni. E così come si sbagliava il fondatore della critica radicale alla moderna civiltà (si scoprirà infatti che dopo l’invenzione delle macchine aumentano gli addetti alle industrie tessili), sbagliano gli odierni critici del digitale e dell’intelligenza artificiale (di cui per ora le ExO sono la massima rappresentazione nel panorama imprenditoriale), perché il digitale trasforma sì il mondo del lavoro, ma non toglie lavoro e ricchezza all’uomo. È pur vero, comunque, che questa trasformazione ormai ineludibile, inarrestabile, richiede a tutti una diversa attitudine oltre che un diverso approccio, e cioè: una costante pratica di aggiornamento e studio, una comprensione puntuale delle dinamiche globali e delle relazioni tra impresa e istituzioni pubbliche, un’attenzione alla continua evoluzione delle tecnologie ma anche delle dinamiche sociali e a come cambiano i bisogni dell’uomo.
Proprio per questo, ossia per essere così innovativa e creativa, l’impresa di oggi deve essere inclusiva, aperta all’esterno, mai definitiva negli obiettivi e nei piani, capace di dichiarare un obiettivo che migliora la qualità della vita delle persone ed essere poi coerente nel suo perseguimento. Ecco: questi e tanti altri spunti di riflessione sulle ExO sono ben sintetizzati in questo agile volume.
Foto: Armando Sternieri
Armando Sternieri, laureato in Fisica nell’indirizzo elettronico-cibernetico, ha svolto attività di ricerca e docenza universitaria nel campo dell’intelligenza artificiale. È stato docente di Economia e Gestione delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione al MBA della LUISS Guido Carli di Roma e consigliere di amministrazione delle case editrici Stamp e Diabasis. Attualmente è AD di Energee3 e di thedotcompany. Inoltre, è consigliere di amministrazione di Ireti Spa e presidente dell’Istituto superiore di studi musicali Peri-Merulo. Insegna Sistemi informativi e Gestione d’impresa all’Università di Parma dove è co-direttore del corso di perfezionamento in ICT Governance.
Per Ed. thedotcompany, nel 2021 ha dato alle stampe “L’impresa digitale”: https://www.amazon.it/Limpresa-digitale-informativi-gestione-dimpresa/dp/8831433172 e nel 2022 ha tradotto e curato l’edizione italiana di “Computer. Storia dell’informatica da Babbage ai giorni nostri”: https://www.edizionithedotcompany.it/prodotto/computer-storia-informatica) fino a questo saggio “Le organizzazioni esponenziali in Italia” (Ed. thedotcompany 2023, 112 pp., 19,90 euro)
Emanuela Logozzo (classe 1996) è consulente certificata nella divulgazione e implementazione del modello strategico delle Exponential Organizations. Laureata magistrale in Economia aziendale & Management, nutre da sempre una forte passione per i temi dell’innovazione e della digitalizzazione, con i quali oggi lavora a stretto contatto. Scopre il modello delle Exponential Organizations nel 2017 e ne fa argomento della sua tesi, da quel momento la sua ricerca sul tema non si è fermata. Oggi Emanuela è membro attivo di OpenExO sia per l’Italia che per l’estero e per le quali scrive contenuti a scopo divulgativo con il fine di aiutare le imprese italiane a diventare organizzazioni esponenziali.
→ Puoi visionare e acquistare il libro anche qui: https://www.edizionithedotcompany.it/prodotto/le-organizzazioni-esponenziali-in-italia/