Danza: la meditazione dolente di Viola nei corpi danzanti di Sieni

Firenze – Chi è il maestro della danza e chi quello della video-art? A Palazzo Strozzi la risposta è del tutto scontata, ma la domanda è tutt’altro che oziosa. Di fatto la performance che Virgilio Sieni ha messo in scena nelle stanze dove sono esposte le opere di Bill Viola ha interpretato un dialogo fra artisti che hanno un poetica molto simile: “Mistica”, come dice il titolo del progetto che Sieni ha realizzato in occasione del G7 della cultura.

La differenza sta nel fisico e nel tridimensionale, ma appartiene a entrambi quella preghiera interiore  laica frutto di un’umanità piena e consapevole, che accetta le sofferenze dell’esistenza e le supera con un processo di elaborazione interiore e di rapporto con gli altri per arrivare alla piena essenza del vivere.

La performance interpretata dai danzatori – cittadini e professionisti di ogni età dell’Accademia sull’Arte del Gesto – si è sviluppata lungo il percorso della mostra di Viola. In otto stanze gli spettatori/visitatori trovavano un gruppo più o meno numeroso di danzatori in stretta relazione con il soggetto del video del maestro americano. Un lavoro fatto da Sieni sul gesto “un viaggio nel gesto, nel senso dell’attesa, nella centralità della vicinanza”, come scrive nel programma di sala, che però diventa perfettamente corrispondente, dal punto di vista dei tempi della meditazione sull’umano, a ciò che si svolge nel grande schermo.

L’occupazione dello spazio fisico non è altro che la proiezione tridimensionale del concetto – non della narrazione – che si sviluppa nell’installazione di video-art. Per esempio, nel grande spazio di The Path/Sentiero dove la processione di gente ordinaria, tutta diversa nell’aspetto esteriore, ma tutta ugualmente compresa di un cammino che non sappiamo dove porterà, 11 danzatori si stringono lungo una stessa fila, dove  lo stare insieme è solo una sorta di cintura di sicurezza: ciascuno cerca una individualità che, al di fuori di quella fila, appare del tutto priva di senso.

Diversamente nella stanza The Greeting/La Visitazione otto danzatrici riflettono l’incontro che avviene sul video con variazioni sul gesto di unirsi, abbracciarsi, toccarsi, uscire dal gruppo e rientrare. Particolarmente espressiva la performance di Emergence/Sospensione. Nel video di Viola il corpo bianco che esce dalla tomba immerso nell’acqua come una nascita e insieme una morte, è accompagnato da tre danzatori con un  elemento scenico sulla schiena: una mezza ala di angeli piangenti che denunciano la propria impotenza di fronte al mistero della morte.

Un duplice percorso dunque dove il messaggio di Viola diventa ancora più sottolineato e più visibile attraverso i corpi dei danzatori. In questo modo Sieni riempie lo spazio che la video art dei grandi schermi piatti necessariamente lascia libero. Ed è un effetto particolare tornare poi a fare il giro delle sale della mostra alla fine della prformance: c’è qualcosa che è rimasto sospeso nell’aria.

Quell’umanità raccontata con la video camera è passata di lì in carne e ossa.

 

Foto: Virgilio Sieni MISTICA ph.Daniele Stefanini

 

 

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