Firenze – Sei giorni dedicati al Medio Oriente contemporaneo con cinema, documentari, fotografia, musica, incontri e cibo, per raccontare con una prospettiva diversa una delle zone più “calde” del mondo; 45 film, 20 ospiti tra registi, attori, produttori, fotografi, artisti, chef, scrittori, giornalisti ed esperti. Ci sarà anche una rassegna del cinema egiziano con una selezione di cinque anteprime.
Numeri importanti per l’ottava edizione del festival Middle East Now 2017 (4-9 aprile), il cui titolo è “Urban Middle East”, il Medio Oriente raccontato attraverso le sue città, il tessuto urbano, le architetture, gli stili di vita, città come piattaforme di produzione culturale. Un’ampia rassegna che dimostra come il format ideato e organizzato dall’associazione culturale Map of Creation e diretto da Roberto Ruta e Lisa Chiari abbia ormai conquistato un posto di primo piano fra gli eventi cinematografici nazionali. Un posto che per la qualità delle scelte e degli eventi pone il festival accanto allo storico Festival dei Popoli, come approfondimento di ciò che accade in un’area così cruciale per l’Europa.
L’evento si terrà tra Cinema La Compagnia, al Cinema Stensen e altre location e spazi cittadini, con un ricco programma di proiezioni ed eventi speciali, nell’ambito del cartellone della Primavera di Cinema Orientale. Middle East Now 2017 presenterà 45 film premiati nei migliori festival internazionali, di cui 19 cortometraggi e 39 anteprime italiane.
Il tema “Urban Middle East” sarà sviluppato nel programma cinema, nei progetti espositivi, negli eventi speciali presentati e nel bookshop tematico del festival – con una selezione di titoli di letteratura e saggi ispirati dalle città mediorientali -, e nel programma di Talks con protagonisti della cultura e della scena geopolitica mediorientale. Anteprime e proiezioni speciali del programma cinema 2017:
Un viaggio cinematografico che tocca i paesi e le società dell’area mediorientale, mai come oggi al centro dell’attenzione della politica e dei media internazionali. Le storie, i personaggi, i temi forti e l’attualità nei titoli cinematografici più recenti da Iran, Iraq, Kurdistan, Libano, Israele, Libia, Palestina, Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Yemen, Afghanistan, Siria, Bahrein, Algeria, Marocco e Oman, faranno conoscere al pubblico le culture e le società di questi paesi, con una prospettiva che cerca di andare oltre i pregiudizi e i luoghi comuni con cui spesso vengono rappresentati.
Il film di apertura il 4 aprile sarà “Last Men of Aleppo” di Feras Feyyad (Siria), e il film di chiusura “Ali, The Goat and Ibrahim” di Sherif Elbendary (Egitto), con la partecipazione dei protagonisti.
Il Focus Egitto presenta una selezione di anteprime che raccontano il paese in un momento più che mai critico della sua storia recente. Tra i titoli in programma il capolavoro “In the last days of the city” (2016, 118’) di Tamer Elsayed, dedicato al Cairo, sinfonia di una grande città, tra documentarismo e fiction, che rende in modo potente l’anima confusa dell’Egitto contemporaneo; il film di debutto “Whitered Green” (2016, 73’) del regista Mohammed Hammad, miglior opera prima al festival di Dubai, sulla determinazione di una giovane donna nel negoziare le tradizioni patriarcali legate al matrimonio.
Grande attenzione anche alla Siria, scenario tra i più drammatici del Medio Oriente contemporaneo: film d’apertura di questa edizione sarà infatti l’anteprima italiana di “The Last Men in Aleppo” (2017, 110’), acclamato e potente documentario co-diretto dal regista siriano
Feras Fayyad e dal danese Steen Johannessen, vincitore del Grand Jury Prize all’ultimo Sundance Film Festival; il film, realizzato in gran parte con materiali video girati da attivisti sul campo, proietta il pubblico nella vita quotidiana dei volontari del corpo di soccorso “White Helmets” di Aleppo, che supportano i loro concittadini tra i pericoli di una città martoriata dalla guerra.
Tra i titoli che raccontano lo scenario di Israele e Palestina, ci saranno “Junction 48” (2016, 96’) del regista israeliano Udi Aloni, premio del pubblico alla Berlinale e miglior film al Tribeca film festival, sui sogni di realizzazione personale attraverso la musica di un gruppo di giovani arabi di Lod, città mista arabo-israeliana con gravi problemi di integrazione, capitanati dal cantante hip hop Tamer Nafer, frontman del gruppo palestinese DAM; il potente “Forever Pure” (2016, 85′) in cui la regista Maya Zinshtein documenta la reazione razzista dei tifosi della squadra di calcio Beitar diGerusalemme, dopo l’acquisto di due giocatori musulmani; il documentario “Nazareth Cinema Lady” (2016, 53’) di Nurit Jacobs-Yinon, sulla storia incredibile di Safaa Dabour, musulmana molto religiosa che si batte per creare la prima cinemateca araba a Nazareth; e ancora il toccante e ironico “Waiting for Giraffes” (2016, 84’) di Marco De Stefanis, con protagonista il veterinario Dr. Sami alle prese con la sfida di riportare le giraffe – morte durante l’ultima Intifada – nello zoo di Qalqilya nei Territori Occupati.
Dal Libano tanti i titoli in anteprima italiana, tra questi “Tramontane” (2016, 105’), il pluripremiato debutto del regista Vatche Boulghourjian, presentato al festival di Cannes, lungometraggio enigmatico sulla ricerca della sua identità da parte di un giovane musicista ceco: e ancora un altro film di debutto, “Solitaire” (2016, 92’) di Sophie Butros, una dark comedy sull’incontro prematrimoniale di due famiglie – una libanese e l’altra siriana – in un villaggio del Libano. Dalla Giordania in anteprima il cortometraggio “The Parrot” (2016, 15’) di Amjad Al Rasheed e Darin Sallam, film ironico sull’origine, l’identità e lo spirito di adattamento nella Haifa del 1948. Tra i titoli dalla Turchia arriva in anteprima italiana il documentario “Kedi” di Ceyda Torun (2016, 80’), incredibile ritratto di Istanbul vista attraverso le migliaia di gatti che storicamente abitano la città.
Dall’ Iran arriva il lungometraggio “Parting” (2016, 78’), debutto alla regia di Navid Mahmoudi e film candidato agli Oscar, storia toccante di una giovane coppia di immigrati afgani che cercano di lasciare l’Iran per raggiungere l’Europa; e poi l’omaggio al grande regista Abbas Kiarostami scomparso di recente, con la proiezione del suo ultimo lavoro “Take me Home” (2016, 17’), girato tra vicoli e scalinate del sud Italia. Dall’Afghanistan l’anteprima europea del lungometraggio “Kabullywood” di Louis Meunier (2016, 84’), che racconta l’avventura di un gruppo di giovani studenti afgani che cerca con ogni mezzo, e per contrastare il ritorno dei Talebani, di riaprire il mitico Cinema Aryub, che negli anni ’70 era la sala più alla moda di Kabul, ormai chiusa da qualche decennio. L’anteprima italiana dall’IRAQ del film “Nowhere to Hide” di Zaradasht Ahmed (Iraq, Norvegia, Svezia, 2016, 78′), vincitore dell’ultima edizione di IDFA, il più importante festival di documentari al mondo, sull’incredibile storia dell’infermiere Nori Sharif, che negli ultimi cinque anni della sua vita ha continuato incessantemente a fare il suo lavoro nel cosiddetto “triangolo della morte”, la zona più pericolosa del centro dell’Iraq, fino all’arrivo delle truppe dell’ISIS.
In programma anche film e documentari che raccontano altri paesi e scenari del Medio Oriente, come Kurdistan, Tunisia, Arabia Saudita; continua, inoltre, il viaggio cinematografico del festival nei paesi del Golfo, per questa edizione sotto i riflettori con la Window on Oman, sezione speciale dedicata al cinema dall’Oman, paese poco conosciuto quanto affascinante, in cui si sta affermando una nuova generazione di registi emergenti.
Non mancano eventi musicali, conversazioni con gli esperti, lezioni culinarie. Tutto il programma sul sito http://middleastnow.it/