Firenze – Arte, architettura, danza, i grandi eventi della bellezza, e della condanna, dell’esistenza. Un omaggio straordinario al Chiostro Grande di Santa Maria Novella, trasfigurato nelle coreografie prospettiche di Virgilio Sieni, ha aperto la 34° edizione del Florence Dance Festival la manifestazione estiva ideata e diretta da Marga Nativo e Keith Ferrone che quest’anno è dedicata all’originale, storico spazio teatrale.
Cinque i protagonisti di “Chiasmo Verde – Ballo 1397”: il colore in tecnica “terraverde” predominante negli affreschi dedicati alle storie di Noé di uno degli inventori del Rinascimento, Paolo Uccello (nato nel 1397); le architetture magiche all’imbrunire delle 56 arcate del Chiostro Grande di Santa Maria Novella; la danza dell’artista che ha intrecciato spazi aperti e corridoi con perfette linee dinamiche di gesti e movimenti, mai esausti in una continuità che ha coinvolto gli spettatori, in cammino con lui. Poi le splendide sonorità originali eseguite al contrabbasso da Daniele Roccato, che ha esaltato profondità e anche suggestione, nello stesso tempo malinconica e drammatica dello strumento. Non siamo abituati a cogliere tutta la finezza e la potenza evocativa del contrabbasso.
Gli spettatori sono stati infine il quinto protagonista, dividendosi e riunendosi nei singoli momenti della performance, accogliendo il danzatore come in un abbraccio e di nuovo allontanandosi da lui nella successione dei quadri coreografici.
Un coro attonito, talvolta smarrito, sempre affascinato. La danza di Sieni è partita in forma di ouverture dal prato esterno e dai vialetti che l’attraversano, indicando i termini essenziali per prepararsi alla comprensione e alla partecipazione emotiva. Il verde dell’erba, il buio e la luce (non ancora buio, sempre meno luce) che si alternano, la gestualità e la dinamica del corpo (“le braccia sono i verbi, le gambe i sostantivi”, è stata la metafora usata dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt, ospite della serata). Infine l’estensione spaziale del movimento “fecondata” da un inesauribile centro di energia.
Nei corridoi sotto la volta, all’interno delle arcate, l’artista fiorentino ha dato vita alla trama coreografica partendo dalle pitture, come se fosse uno dei personaggi raffigurati che esce dalle pareti per incontrare l’umanità di oggi. Un Noé che nello stesso tempo ammonisce e rassicura. Sottolinea l’ineluttabilità delle catastrofi (soprattutto se provocate per colpa dell’umanità) e nello stesso tempo incoraggia alla speranza.
Sieni trasfigura i gesti e le prospettive del pittore di Stia, per poi riproporle attraverso un corpo e uno spirito contemporanei. Il vortice prospettico e la forza centrifuga degli affreschi si riflettono nella danza: spinti lontano verso il dolore e la sofferenza e subito dopo reinseriti in una sorta di equilibrio, instabile, verso l’infinito. Potremmo essere anche noi fra i 40 naufraghi che si salvano?
La serata inaugurale del Florence Dance Festival 2023 è cominciata con l’opera dell’artista Mario Mariotti, “Still Life”, performance allegorica – contro ogni guerra – allestita nel Chiostro Verde della Basilica di Santa Maria Novella. Una “natura morta” che si ispira a una terribile immagine della Guerra del Golfo, di morte e cinismo. In primo piano una specie di grande coppa che contiene sette corpi di uomini e donne, un ottavo è disteso ai piedi vicino a una arancia, frutto presente in tante variazioni del genere pittorico. Sullo sfondo, si sente il rumore dei passi e si vedono le silhouette di persone che camminano, indifferenti.
Terzo atto dell’inaugurazione è stata la consegna a Virgilio Sieni del 12° Premio Mercurio Volante, all’insegna dell’arte e della cultura della danza, l’omaggio a un grande artista fiorentino che ha diffuso la cultura della zana in tutto il mondo.
(nella foto da sinistra: Keith Ferrone. Eike Schmidt, Marga Nativo, Virgilio Sieni, Fabio Giorgetti