Crisi Viareggio: la Regione interviene a sostegno del ricorso

Firenze – La Regione ha presentato un atto di intervento ad adiuvandum nel ricorso in appello di fronte al Consiglio di Stato promosso contro la sentenza Tar che ha annullato le elezioni amministrative del giugno 2015, vinte al ballottaggio da Giorgio Del Ghingaro a Viareggio. A seguito della sentenza il Comune è attualmente guidato da un commissario prefettizio.

Ne dà notizia un comunicato della Giunta che precisa che la Regione ha deciso – sulla base dell’articolo 50 del decreto legislativo 104/2010 (che attua l’articolo 44 della legge 69 del 2009) di presentare un atto di intervento ‘ad adiuvandum’, a supporto dell’appello proposto da David Zappelli e Gabriele Tomei, al Consiglio di stato. Premessa da cui muove la decisione della Regione è quella di salvaguardare il diritto dei cittadini ad avere un governo stabile, soprattutto in una città che ha conosciuto più commissariamenti negli ultimi anni. La mancanza di un governo stabile, come spiegato nell’atto, unita alla grave crisi che ha interessato il territorio, crea difficoltà anche di tipo economico e sociale e impedisce il rilancio dello sviluppo.

Il particolareggiato atto è stato notificato oggi agli interessati e sarà depositato entro il 17 agosto presso il Consiglio di Stato. L’atto, una ventina di pagine più le notifiche redatto dall’avvocatura regionale, entra nel merito delle contestazioni accolte dalla sentenza Tar, contestazioni che riguardano i conteggi dei voti elettorali in alcune sezioni cittadine nel corso del ballottaggio. La Regione sottolinea come la sentenza risulti “ingiusta, illogica, sproporzionata” essenzialmente sotto due aspetti: carenze nell’istruttoria del Tar che ha preso una decisione di annullamento delle elezioni senza certezze e adeguate verifiche sulle presunte irregolarità che, in alcuni casi, appaiono poi solo di natura formale. In secondo luogo, anche dove vi fosse conferma di irregolarità, si ritiene comunque ingiustificata una decisione così drastica perchè riguarda, in realtà, solo due sezioni su 63. La Re gione chiede quindi al Consiglio di stato di riformare la sentenza alla luce delle carenze evidenziate dagli avvocati regionali e, nel caso fossero evidenziate irregolarità, di far tenere le nuove elezioni solo nelle due sezioni coinvolte.

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