Diversi anni fa una voce stridula all'interno di un siparietto dello storico programma tv Mai Dire Gol pronunciava sempre una frase che ha fatto epoca: "è un calcio malato!". Oggi, cinque anni dopo Calciopoli, che pure qualcosa di buono al pallone italico ha dato, come l'epurazione di Luciano Moggi e la reazione generale del Paese culminata nel successo degli azzurri in Germania, il calcio italiano cade nuovamente in fallo con il calcio scommesse, giustificando ampiamente quel gridolino comico. Ancora ci sono diverse cose da chiarire, e la giustizia sportiva deve fare il suo corso. Intanto però, tra gli appassionati, il malessere serpeggia e cresce sempre di più. Non esiste l’indifferenza di fronte a chi già guadagna milioni e milioni di euro e baratta il vero motore del business, la passione popolare, per cifre che per loro sono spiccioli in tasca: perché che uno come Beppe Signori, ex di Lazio, Sampdoria, Bologna e soprattutto della Nazionale vicecampione del Mondo a USA ’94, sia disposto a distruggere la sua reputazione per una cifra per lui irrisoria come 5 mila euro (così si evince da una delle intercettazioni che lo vedono protagonista, è rivoltante. Aspettiamo di capire, arrovellandoci nel frattempo su come sia possibile che il calcio italiano passi per le mani ed i portafogli di Erodiani, Paoloni, Pirani e del boccaccesco Bellavista… Intanto una nota di colore: è saltato fuori anche il nome di Stefano Bettarini, senese ed ex difensore, in Toscana, di Lucchese (62 presenze e 2 reti in due campionati diversi) e Fiorentina (18 presenze senza marcature nel ‘97/’98). Bettarini col vizietto del gioco si direbbe, dal momento che già nel 2005 venne squalificato 5 mesi per qualche puntatina di troppo. I latini dicevano repetita juvant: beccato due volte su due, magari il Bello una terza non ci ricasca…