Caos Ama, Ivan Strozzi se ne va da signore

Una vecchia inchiesta spunta poco dopo la nomina del manager reggiano al vertice della municipalizzata romana. Ma lui non grida al complotto e si dimette
Ivan Strozzi
Ivan Strozzi

Dev’essere un uomo d’altri tempi Ivan Strozzi. Uno di quelli che non si mette a strillare di complotti anche se tempi e modi lasciano spazio a più di un sospetto. “Mi dispiace per l’equivoco in cui ho indotto il sindaco Marino, l’assessore all’Ambiente Estella Marino e il direttore esecutivo Massimo Bartoli. Perciò rinuncio agli incarichi in Ama” ha detto lasciando il Campidoglio dopo avere rassegnato le dimissioni appena sei giorni dopo la nomina al vertice dell’indebitatissima municipalizzata romana. Strozzi era stato scelto dopo tre mesi di “studio” sui curricula accumulati sulla scrivania del sindaco Ignazio Marino e una serie di durissimi scontri politici. Poi, con incredibile tempismo, salta fuori che il manager reggiano è indagato dalla Procura di Patti per traffico illecito di rifiuti. Roba da n0n crederci. Una vicenda che risale a quando Strozzi era ad di Enìa. Diciotto le persone finite nel mirino della magistratura tra manager e amministratori per l’attività svolta da Enìa in Sicilia e il contratto stipulato nel 2005 con l’Ato Me1. Secondo gli inquirenti, la società Nebrodi Ambiente  –  vincitrice di un maxi-appalto per la raccolta dei rifiuti nel messinese e partecipata al 20% da Enìa  –  avrebbe commesso una serie di reati ambientali. Traffico illecito di rifiuti, frode e inadempimento di contratti in pubbliche forniture le accuse.

“Ho saputo della mia posizione il 15 ottobre, ma poi non mi ha più cercato nessuno, quindi pensavo, anche viste le accuse risibili, che la faccenda fosse archiviata, altrimenti non mi sarei candidato all’Ama. Ecco perché, commettendo una leggerezza, non ho pensato di informare il sindaco. L’avviso di garanzia nei miei confronti riguarda fatti di cui non ho alcuna responsabilità” ha detto ancora Strozzi al termine di una serie di incontri in Campidoglio culminati in serata con le sue dimissioni. Senza una polemica e soprattutto senza evocare un complotto. Al contrario l’ingegnere ha dichiarato di avere piena fiducia nella magistratura “e non è una frase di circostanza”.

L’impressione è che ad averci rimesso in questa vicenda sia innanzitutto l’amministrazione Marino. Perché l’Ama ha un debito di 700 milioni con le banche e una serie di grane legate alla discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa. E Strozzi è uno che di municipalizzate se ne intende. E’ stato il manager reggiano a portare Enìa a Piazza Affari nel 2007 e nei due anni della sua gestione i risultati della multiutility sono stati da record. A Reggio e non solo la politica brindava ai dividenti, la stessa politica che per qualche no di troppo lo ha messo alla porta. E dopo di lui, a causa anche della crisi, è stato il diluvio.

Se Strozzi uscirà indenne dall’inchiesta – e stando agli atti si fa fatica a immaginare una conclusione diversa – qualcuno avrà di che scusarsi.

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