La frase firmata da Aldo Gucci, e datata 1938, risalta in una vetrina del nuovissimo Gucci Museo e dice: “La qualità viene ricordata assai dopo che il prezzo è stato dimenticato”. Lo scopo della trasformazione dell’archivio Gucci in un vero e proprio museo su tre piani, dentro al contenitore trecentesco del Palazzo della Mercanzia, sta tutta in questo concetto, ripetuto dal presidente Patrizio Di Marco: “Vogliamo con il museo rispettare le origini del nome Gucci che ha massima importanza nel mondo della moda grazie alla qualità e alla maestria dei nostri artigiani”. L’archivio resta custodito nel caveau sotteraneo, e a terreno alloggia un’accogliente Caffetteria, un luminoso Bookstore invitante come una biblioteca, gestito con la Rizzoli che ha editato l’ottimo catalogo dei 90 anni del marchio (prefazione di Rula Jebreal), e il Gift Shop, sempre accessibili al pubblico.
Qui si trova anche l’Icon Store, dove per icona e si intendono prodotti rieditati dal giovane direttore creativo della Gucci, la bella Frida Giannini, che sono i cult come le borse Jackie e Bamboo, il mocassino col morsetto e i foulard fioriti, che a frugar bene nei cassetti, qualche giovane signora di certo ritroverà, magari regalati dalla mamma. Sempre allo stesso livello, si può visitare l’esposizione permanente dedicata al viaggio, con tante valige e bauli di pellami speciali o di canapa tessuta con motivi rinascimentali, dove troneggia anche la famosa Cadillac decorata da Guccio coi colori del marchio. La sorpresa arriva al primo piano dove sono state adibite due stanze per parlare di arte e mostrare opere che vengono da una delle più ricche e famose collezioni del mondo: quella di François Pinault – proprietario del marchio Gucci – lo stesso magnate di Palazzo Grassi e Punta della dogana a Venezia.
Fino al gennaio 2012 vedremo due suggestivi video di Bill Viola (l’artista sarà presente oggi 27 settembre alle 21, alla Tribuna del David, aperta a tutti), sul tema del fuoco e dell’acqua, ispirati al tragico amore di Tristano e Isotta. L’altra stanza accoglie un video dove Martin Scorsese commenta spezzoni di film indimenticabili, quali La dolce vita o Il gattopardo, restaurati grazie alla Gucci. In permanenza qui accanto si ammirano i foulard e gli chemisier del Mondo Flora, e bijoux e gli abiti da gran sera, mentre al secondo piano c’è la Logomania, le due contrapposte G applicate su tutti i manufatti, dalle porcellane, alle borse, agli articoli sportivi. La sobria eleganza del decoro interno è dovuta sempre a Giannini, che si è ispirata alla facciata dello storico edificio. Il 50% del costo del biglietto – 6 euro – andrà al restauro di opere d’arte della città. Firenze ha ora due magnifici musei, Gucci e Ferragamo, diversi come concezione ma con le medesime finalità: dimostrare che i musei d’impresa rappresentano una ricchezza per il territorio dove sono radicati e per il paese. Come proverà a dimostrare la tavola rotonda, condotta domani in Palazzo vecchio dal vicesindaco Nardella.
Foto: GucciLogomania. Courtesy of Richard Bryant & Gucci