Matteo Renzi è stato chiamato a testimoniare al processo per corruzione riguardante l’area fiorentina di Castello nel quale, fra gli altri, compaiono come imputati gli ex assessori del Comune di Firenze Graziano Cioni e Gianni Biagi, l’imprenditore edile Salvatore Ligresti ed alcuni dirigenti del gruppo Fondiaria-Sai. Nel periodo dei fatti, l’attuale sindaco del capoluogo toscano era presidente della Provincia di Firenze e, come tale, si era interessato della trasformazione urbanistica dell’area di Castello, 168 ettari di proprietà della compagnia assicurativa sui quali avrebbero dovuto sorgere scuole ed uffici. Anziché assegnare i lavori mediante un bando di gara pubblico, però, Comune e Fondiaria si accordarono per stipulare una convenzione che Renzi ha definito contra legem. La Provincia di Firenze, ha spiegato il sindaco, non poteva individuare un costruttore senza emettere un concorso pubblico che fosse rispettoso delle regole della trasparenza e della pubblicità, che sono previste per obbligo di legge. In qualità di presidente, decise, quindi, di emettere, nel 2008, un bando di gara pubblico per reperire sul mercato una sede nella quale trasferire 900 dipendenti ed alcune scuole superiori. A questo punto, però, Comune e Provincia si trovano in disaccordo perché, per Palazzo Vecchio le regole da seguire sono quelle della convenzione stipulata con Fondiaria, che affiderebbe la progettazione e la costruzione degli edifici dell’area di Castello al proprietario dell’area, ossia alla stessa compagnia assicurativa. A causa della pubblicazione del bando, che contrastava la convenzione, Renzi divenne, secondo l’inchiesta della Procura di Firenze, oggetto di critiche politiche da parte del Comune. Al pubblico ministero lo stesso Renzi ha ricordato, infatti, che la pubblicazione del bando gli causò dei contrasti con l’assessore Biagi. Fu, semmai, l’allora presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ad avallare le perplessità del giovane presidente della Provincia di Firenze, dato che quando Ligresti si recò a Firenze per presentare il progetto per l’area di Castello anche alla Regione erano stati promessi degli spazi da adibire ad uffici. Nelle parole di Renzi, invece, l’ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici rimase abbastanza estraneo alla vicenda. L’attuale primo cittadino del capoluogo toscano, infatti, ha dichiarato: «Domenici non è mai stato particolarmente l'uomo che approfondisse nel merito le questioni amministrative, che indicasse cosa fare; diceva sempre di parlarne con altri». Il pubblico ministero gli ha infine chiesto di confermare l’affermazione del neo assessore comunale all’Urbanistica, Elisabetta Meucci, secondo la quale l’area potrebbe essere adibita ad edilizia popolare. Renzi ha risposto che sui terreni di Castello non si costruirà finché il proprietario non ne chiederà il dissequestro. È comunque da escludere, ha concluso, che su di essi vengano edificati alloggi popolari, mentre verrà sicuramente creato un parco di circa 80 ettari.
26 Settembre 2011
Renzi testimone al processo sull’area di Castello
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