Un pezzo un po’ moscio come la campagna elettorale

Una campagna elettorale oltremodo soporifera, si ravviva nella settimana della Liberazione con la riproposizione dei soliti cliché. Prima della rapina dell’incasso del Cervi, cui va anche tutta la nostra più sincera solidarietà

“Questa Casa 80 anni fa venne incendiata e continua a essere nel mirino”, ha dichiarato la presidente di Casa Cervi Albertina Soliani per commentare il furto dell’incasso del 25 aprile, 90.000 euro, frutto del lavoro di centinaia di volontari.

Albertina Soliani al Cervi

Già, perché di fronte a questa sorta di tragedia, che ha colpito un simbolo nazionale di libertà ed empiricamente anche il nobile volontariato di decine di persone, si arrotonda pure la nostra penna, sempre così solerte in genere nel dipingere le contraddizioni di grida al “fassismo” per coprire il più delle volte il vuoto propositivo nelle risposte agli urgenti problemi politici di una società vieppiù complessa. A proposito, l’episodio “sacrilego” dovrebbe certificare anche a sinistra che la sicurezza dalle nostre parti non è solo una questione di percezione.

Il generale Vannacci, candidato da Salvini alle Europee, ha detto che andrebbero istituite “classi con caratteristiche separate per i disabili”. Il suo recente intervento all’hotel Posta a Reggio Emilia è stato presentato dallo scrittore reggiano Pier Francesco Grasselli, che ha poi scritto sui social di “avere trovato molto buon senso e valori sani nei libri di Vannacci”. Il vicepresidente della CEI Mons. Savino invece ha detto che le dichiarazioni di Vannacci “ci riportano ai periodi più bui della nostra storia”

La settimana della Liberazione, specie quella reggiana, fino a quel momento solito teatrino tutto sommato prevedibile, di risse verbali tra destra e sinistra e non doveroso giorno di festa comune come dovrebbe essere, ha avuto quel terrificante epilogo criminale che dovrebbe far scattare sull’attenti tutta la Reggio democratica. I fatti di Casa Cervi meritano anche tutta la nostra doverosa e fattiva solidarietà.

L’avvocato Liborio Cataliotti, già segretario provinciale di Forza Italia, prende le distanze dalle dichiarazioni di Tarquini e del collega Della Capanna (che ha detto “ci siamo liberati del fascismo ma non dell’antifascismo): “Il 25 aprile per me è la Festa della Liberazione, è un patrimonio di tutti, si celebra e basta. Parlare d’altro il 25 aprile, anche di temi connessi come l’antifascismo, significa sminuirne la portata. Dal giorno dopo si può disquisire di qualsiasi cosa…Credo che tutti i reggiani la pensino così”.

Male ha dunque fatto, secondo il nostro modesto punto di vista, il candidato del centrodestra Giovanni Tarquini (che poche ore prima aveva sollevato l’ira funesta dei puristi della Resistenza, per via di una distinzione geografica indiretta tra nazisti e fascisti nel dire la sua sulla Liberazione), a non postare alcun commento pubblico di solidarietà allo staff del Cervi e, per estensione, a tutta la comunità reggiana, dopo l’ignobile gesto del misterioso commando che ha aggredito e depredato quelli del Cervi, dopo la festa del 25 aprile. Appuntamento atteso da migliaia di persone un anno per l’altro.

Stefy Bondavalli (i manifesti recitano “C’è Stefania, il predicato verbale da decenni usato nella cartellonistica elettorale è una sorta di marchio di fabbrica) col segretario del PD, il borettese Gazza. I rumors la danno in pole position per l’Assessorato alla Cultura

Ciò detto, la fibrillazione dialettica che una tantum attraversa Reggio una volta l’anno a fine aprile, rischia di tornare in soffitta “a favore” di una delle più mosce campagne elettorali che mai abbiano, almeno nella storia recente, solcato i nostri silenti cieli. Complice anche il fatto evidentemente della scarsità di risorse e della raffica di appuntamenti con l’urna che scandiranno le nostre esistenze nell’arco dei prossimi mesi (il che suggerisce ai partiti anche di centellinare i pochi mezzi), a poco più d’un mese non si segnala praticamente nulla che valga la pena di essere riportato. Ecco perché questo pezzo è parzialmente dimesso.

“Vedere la bandiera dello Stato di Israele alla manifestazione del 25 aprile mi ha fatto male. La sua presenza è stato un vile gesto di arroganza” ha dichiarato il candidato di Sic! Cosimo Pederzoli, che secondo i rumors Massari porterà con sé in giunta se vincerà le elezioni. La bandiera di Israele, in rappresentanza della Brigata Ebraica che diede un contributo importante alla lotta contro i nazifascisti, è stata portata alla manifestazione del 25 aprile da Italia Viva, Azione e Più Europa, che sono alleati di Massari e dello stesso Pederzoli. Pederzoli ha anche rinnovato la sua solidarietà “ai martiri della Resistenza” palestinese. Nella foto Pederzoli è con il comico Antonio Guidetti

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