“Questa Casa 80 anni fa venne incendiata e continua a essere nel mirino”, ha dichiarato la presidente di Casa Cervi Albertina Soliani per commentare il furto dell’incasso del 25 aprile, 90.000 euro, frutto del lavoro di centinaia di volontari.
Già, perché di fronte a questa sorta di tragedia, che ha colpito un simbolo nazionale di libertà ed empiricamente anche il nobile volontariato di decine di persone, si arrotonda pure la nostra penna, sempre così solerte in genere nel dipingere le contraddizioni di grida al “fassismo” per coprire il più delle volte il vuoto propositivo nelle risposte agli urgenti problemi politici di una società vieppiù complessa. A proposito, l’episodio “sacrilego” dovrebbe certificare anche a sinistra che la sicurezza dalle nostre parti non è solo una questione di percezione.
La settimana della Liberazione, specie quella reggiana, fino a quel momento solito teatrino tutto sommato prevedibile, di risse verbali tra destra e sinistra e non doveroso giorno di festa comune come dovrebbe essere, ha avuto quel terrificante epilogo criminale che dovrebbe far scattare sull’attenti tutta la Reggio democratica. I fatti di Casa Cervi meritano anche tutta la nostra doverosa e fattiva solidarietà.
Male ha dunque fatto, secondo il nostro modesto punto di vista, il candidato del centrodestra Giovanni Tarquini (che poche ore prima aveva sollevato l’ira funesta dei puristi della Resistenza, per via di una distinzione geografica indiretta tra nazisti e fascisti nel dire la sua sulla Liberazione), a non postare alcun commento pubblico di solidarietà allo staff del Cervi e, per estensione, a tutta la comunità reggiana, dopo l’ignobile gesto del misterioso commando che ha aggredito e depredato quelli del Cervi, dopo la festa del 25 aprile. Appuntamento atteso da migliaia di persone un anno per l’altro.
Ciò detto, la fibrillazione dialettica che una tantum attraversa Reggio una volta l’anno a fine aprile, rischia di tornare in soffitta “a favore” di una delle più mosce campagne elettorali che mai abbiano, almeno nella storia recente, solcato i nostri silenti cieli. Complice anche il fatto evidentemente della scarsità di risorse e della raffica di appuntamenti con l’urna che scandiranno le nostre esistenze nell’arco dei prossimi mesi (il che suggerisce ai partiti anche di centellinare i pochi mezzi), a poco più d’un mese non si segnala praticamente nulla che valga la pena di essere riportato. Ecco perché questo pezzo è parzialmente dimesso.