24 Pietre d’inciampo a indelebile memoria dei deportati ad Auschwitz

Firenze – La mattina del 24 maggio 1944 le truppe naziste a Firenze prelevarono 10 uomini, 11 donne e 3 membri di una famiglia francese, tra cui una giovane di 25 anni con i suoi due bambini di 1 e 2 anni, dall’allora Ospizio Israelitico Settimio Saadun. Furono tutti deportati nel campo di sterminio di Auschwitz il 26 giugno dello stesso anno.

Stamattina, 5 maggio 2021, i loro nomi sono stati impressi ancora più fortemente nella coscienza collettiva con l’apposizione di piccoli sanpietrini decorati con una piastra d’ottone che la Comunità Ebraica di Firenze e la Casa di Riposo Ebraica (l’ex ospizio israelitico “Settimio Saadun” da dove i 24 furono prelevati) in collaborazione con il Comune di Firenze ha apposto in viale Amendola.

“In una impossibile graduatoria degli orrori, è forse la persecuzione degli anziani uno degli aspetti più feroci della barbarie del nazifascismo – evidenzia Enrico Fink, presidente della Comunità Ebraica di Firenze – accanirsi contro chi, inerme, vive l’ultima stagione della propria vita in una casa di riposo è un atto di tale insensata crudeltà, da risultare non solo inaccettabile ma quasi incomprensibile alla coscienza. Meditare, anche in questo caso, ciò che è stato, forse ci serve a comprendere davvero in quale baratro di atrocità sia scivolata la nostra società civile, appena qualche generazione addietro. Le Pietre che oggi la Comunità vuole posare insieme alle istituzioni pubbliche che ringraziamo, resteranno ci auguriamo, a monito perenne, a ricordare questa infamia anche alle generazioni che verranno: nella nostra Festa della Liberazione, Pesach, ricordiamo ogni anno che, ledor vador, di generazione in generazione, bisogna riconoscere l’orrore della schiavitù, la violenza dell’oprressione e la forza del riscatto come se noi stessi fossimo stati schiavi, oppressi, e noi stessi fossimo chiamati alla lotta per la libertà. Sia dunque il ricordo di queste anime di benedizione a noi e ai nostri figli”.

 

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