Via Francigena “bene comune”: nasce il Comitato per la candidatura Unesco

Firenze – E’  nato sotto l’egida della Convenzione di Faro (che ha introdotto il concetto di eredità-patrimonio culturale)  il Comitato popolare di supporto alla candidatura Unesco della Via FrancigenaHeritage Communities Committee for Francigena UNESCO (HCCUF costituitosi attraverso un comitato promotore,  che  è  stato presentato ufficialmente al pubblico nel corso del Convegno sui beni culturali  Lubec 2017.

Il  carattere innovativo del comitato,  è sottolineato dal fatto che punta  a concepire il patrimonio culturale non solo come un bene da tutelare e conservare, ma come un patrimonio in divenire, intorno al quale la comunità  si riconosce e individua dei percorsi di valorizzazione e di crescita sostenibile partecipata.

Il comitato promotore è costituito da Monica Barni, VicePresidente e Assessore alla Cultura della Regione Toscana, Stefano Ciuoffo Assessore al Turismo della Regione Toscana, Massimo Tedeschi, Presidente AEVF Associazione Europea Vie Francigene, Alberto D’Alessandro Già Direttore dell’Ufficio Italiano del Consiglio d’Europa, Claudio Bocci, Direttore di Federculture, Giacomo Bassi Presidente delle Città Unesco Italiane, Gaetano Scognamiglio, Presidente Promo PA, Sabrina Busato, Presidente di Feisct Federazione Europea Itinerari Storici Culturali e Turistici.

Il superamento della visione elitaria del patrimonio, a favore di un approccio  nel quale  l’eredità culturale è costituita dai beni tangibili e dalla parte immateriale costituita dalle persone e dai luoghi che ne fanno parte, contribuisce a rendere l’azione del comitato un esperienza pilota per l’applicazione dei principi della Convenzione.

In questo modo  la Via Francigena assume i tratti della “comunità patrimoniale”, attraverso la quale avviare la nascita di Heritage Commissions,  e favorire lo sviluppo di sinergie e dialoghi tra attori istituzionali e associazioni, cittadini ed enti, per l’avvio di processi partecipativi per lo sviluppo sostenibile dei territori e la coesione sociale.

La struttura stessa del percorso della Via Francigena, all’interno del quale si snodano molteplici realtà locali, favorisce la creazione di organismi locali in grado di promuovere tali sinergie, che diventano essi stessi strumenti per la definizione degli elementi di interesse ereditario, valutandone non solo l’aspetto culturale ed economico, ma anche il valore sociale, affettivo e della memoria che tali beni rappresentano per la comunità.

In questo modo La Via Francigena viene riconosciuta come un “bene comune” alla quale si riconoscono valori “universali” riconosciuti dalle tante comunità che contribuiscono a rendere l’itinerario culturale europeo un valore condiviso da tutti e un bene patrimoniale che unisce i valori culturali dell’uomo, materiali e immateriali a quelli della natura e del paesaggio. Valori comuni e condivisi che hanno accompagnato il cammino dei “viandante” dall’antichità fino ai giorni odierni lungo un itinerario storico culturale che si contraddistingue per essere un patrimonio culturale in continua evoluzione perché costruito intorno all’uomo

“Con la nascita di questo comitato – dichiara Stefano Ciuoffo, Assessore al Turismo della Regione Toscana – vogliamo dare forza alla candidatura dalla Via Francigena perché pensiamo sia il giusto riconoscimento di quello che è da un punto di vista storico e ambientale. Il lavoro delle istituzioni e della Regione Toscana va avanti ma il carattere ‘popolare’ del comitato aperto quindi oltre l’aspetto dei vari enti vuole rappresentare il largo e diffuso sentimento che lega la Francigena al territorio. elemento questo che è un valore aggiunto per la candidatura a patrimonio Unesco”.

Per l’assessore Ciuoffo  la costruzione di una democrazia partecipativa, diventa una premessa anche per la costruzione di prodotti turistico-culturali alternativi attraverso i quali ri-orientare il turismo verso la sostenibilità culturale della filiera, come già rilevato attraverso buone pratiche avviate dalla società civile nei casi di Venezia e Marsiglia, favorendo in questo modo la partecipazione attiva dei cittadini ma anche indirizzando gran parte dei flussi turistici verso una fruibilità responsabile dei territori.

La gestione dei prodotti turistico-culturali è un elemento di grande impatto nel tessuto economico della Via Francigena, riconosciuta Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, e divenuta in Italia un progetto pilota che ha permesso lo sviluppo di un tessuto di percorsi ed itinerari tematici, coinvolgendo molteplici comunità nella riconversione delle economie locali e nell’individuazione di nuove forme di sostenibilità per il futuro delle nuove generazioni.

“La Via Francigena – aggiunge Claudio Bocci, Direttore di Federculture– tiene insieme patrimonio materiale e patrimonio immateriale, che si rivela di particolare importanza per favorire il senso di appartenenza delle comunità e che ben si collega all’ispirazione della Convenzione di Faro. In questa prospettiva, anche al fine di rendere sempre più autentica l’esperienza del Cammino, va incoraggiata la nascita di vere e proprie imprese di comunità che, specie nelle aree interne lungo cui passa il tracciato della Via Francigena, possono aiutare a sostenere anche l’economia dei territori”

Il Comitato Popolare di supporto alla candidatura UNESCO della Via Francigena unisce i valori del patrimonio culturale per la società ai valori culturali universali espressi nella Via Francigena con l’obiettivo di supportare dal basso, ma con un modelli di governance innovativi e sperimentali, il percorso di candidatura della Via Francigena all’UNESCO.

 

 

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