Firenze – Riceviamo e pubblichiamo la replica del professor Francesco Ferrini, ordinario di Arboricoltura generale coltivazioni arboree presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) – Università di Firenze, ai dubbi sollevati da Spc e Italia Nostra circa il suo ruolo nel Piano del Verde comunale, contenuti nell’articolo https://www.stamptoscana.it/viale-redi-spc-perche-lamministrazione-non-risponde-a-italia-nostra/
“Buonasera, visto che vengo tirato in causa in questa richiesta all’Amministrazione Comunale, con illazioni riguardanti la mia persona alle quali sono pronto a rispondere in qualsiasi momento e in un confronto pubblico credo sia opportuno chiarire la mia posizione, in questo momento solo usando questo mezzo virtuale. Le domande che vengono poste sono le seguenti alle quali di seguito rispondo.
MA È NORMALE CHE L’AMMINISTRAZIONE SI AVVALGA ANCHE DEL PRESIDENTE DEL DISTRETTO RURALE VIVAISTICO ORNAMENTALE DI PISTOIA NELLA FORMULAZIONE DEL PIANO DEL VERDE URBANO?
È normale perché la convenzione col mio Dipartimento (DAGRI per la cui parte sono responsabile scientifico in veste di professore ordinario di Arboricoltura e occupandomi di questa materia da oltre trent’anni) e col Dipartimento di Architettura è stata stipulata oltre un anno prima che fossi nominato presidente del Distretto che, giova ricordarlo, non è organo tecnico, ma un organo istituzionale, che rappresenta l’Associazione Vivaisti Italiani, 5 amministrazioni della provincia di Pistoia, le associazioni di categoria, le sigle sindacali, Legacoop Toscana, Provincia di Pistoia, Università di Firenze e Pisa, e vari altri enti sia pubblici, sia privati.
La convenzione si sarebbe dovuta chiudere nel 2021, ma l’anno di COVID ha fatto slittare tutto di un anno, ma niente è cambiato nelle finalità e nel prodotto che sarà consegnato sotto forma di relazione
Giova anche ricordare che il Piano del verde urbano, come riportato nelle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” è lo strumento che, oltre a disegnare una visione strategica dell’assetto (semi)naturale, agro-selvicolturale, urbano e peri-urbano della città, definisce i principi e fissa i criteri di indirizzo per la realizzazione di aree verdi pubbliche nell’arco della futura pianificazione urbanistica generale (art. 6, comma 1 lettera e della Legge 10/2013). Per cui ci possono essere delle indicazioni di massima su cosa piantare, ma non certo dove acquistare le piante e da chi.
NON ESISTE UN RISCHIO DI CONFLITTO DI INTERESSE?
Non esiste perché io non ho nessun interesse personale né diretto, né indiretto (facilmente e ampiamente dimostrabile) ma soprattutto, in un Distretto che rappresenta un’area produttiva che vende milioni di piante ogni anno (ma il Distretto non può per statuto, fare alcuna attività commerciale, e mi pare ovvio), in prevalenza all’estero per la loro internazionalmente riconosciuta qualità agronomica, genetica e sanitaria, cosa volete che rappresentino meno di 100 (cento) piante che dovrebbero essere acquistate per la sostituzione delle piante di Viale Redi con una gara alla quale tutti i produttori possono partecipare avendone i requisiti? Oltretutto, i produttori vivaisti non partecipano quasi mai a gare che prevedono l’impianto oltre che la fornitura degli alberi, eventualmente limitandosi a fornire le piante all’impresa aggiudicataria dell’appalto e non sono realizzatori dell’opera intera.
NON ESISTE UNA VALUTAZIONE DI OPPORTUNITÀ PER QUESTO GENERE DI QUESTIONI?
Penso di si, come esiste per tutti i rapporti che la Pubblica Amministrazione intrattiene con altri soggetti pubblici e privati. Ma non spetta a me”.