L’opera di Richard Wagner torna al Maggio Musicale Fiorentino con una nuova produzione firmata da Stefano Poda. L’ultimo allestimento a Firenze risale al 1999 sempre con Zubin Mehta sul podio che in questi ultimi anni ha diretto molto Wagner, dal Ring, con la favolosa regia della Fura dels Baus, all’ultimo titolo in programma nella scorsa stagione: Die Walkure. Scriveva Wagner a Franz Liszt nell’accingersi a comporre quest’opera: “Poiché in vita mia non ho mai gustato la vera felicità dell’amore voglio erigere al più bello dei miei sogni un monumento nel quale dal principio alla fine sfogherò questo amore. Ho sbozzato nella mia testa un Tristano e Isotta; un concetto musicale della massima semplicità, ma puro sangue; col bruno vessillo che sventola in fine del dramma, voglio avvolgermi per morire!”.
Eros e Tanatos sono in effetti i due poli dell’opera che più di tutte ha contribuito a creare il passaggio tra Ottocento e Novecento musicale. Quasi quattro ore di una musica che diventa una sostanza ineffabile, cangiante, screziata da mille increspature così come il mare che illumina e delimita i contorni della storia. “ È su una nave a vela che prende abbrivio il viaggio di Tristan und Isolde – afferma il regista trentino artefice del nuovo allestimento, Stefano Poda, che da vero wagneriano affida alle sue interpretazioni operistiche la stessa unità del Wort-ton- drama del maestro tedesco: è infatti regista, scenografo, costumista, disegna le luci e realizza la coreografia, attuando così la rigorosa unità estetica e concettuale di un teatro fondato sulla totalità delle arti e rivolto a una percezione integrale dell’opera. “Un viaggio dell'anima – la definisce il regista- dai continui ritorni, ciclico, attraverso paesaggi presagiti o avvistati da nebbia lontana. Lo spazio per contenerli è una stanza della memoria: un ambiente primitivo e corroso, vuoto ma al tempo stesso carico di vita". Così come i Leitmotive che “si inseguono con una poesia che esclude le logiche razionali, come le intermittenze dei ricordi che sopravvengono durante una visita impreparata a luoghi non più visti da tempo. Così, alla ricerca – quasi psicanalitica – di una qualche verità, il simbolo viene offerto come se fosse uno strumento ottico affinché chi guarda e ascolta guardi e ascolti la storia dell'anima propria, lontano dal rumore della moderna civilizzazione. Il dramma non è una storia d'amore, bensì la parabola di due solitudini dannate all'impossibilità di unirsi: insieme toccano culmini ed abissi, da regni della notte a spazi della luce, eppure lo sviluppo individuale non può mai coincidere e fondersi nell'altro. Condannati a vivere e ad amare secondo Sehnsucht”.
Un’evocazione realizzata sul palcoscenico trasformato in una montagna di riso che cola lentamente dall’alto a rappresentare “la vanitas dell'essere che è impressa in tutto ciò che vede la luce”. Insieme all’Orchestra del Maggio i solisti sono Torsten Kerl, Tristano, Lioba Braun, Isolde, Martin Gantner / Juha Uusitalo (7,11) , re Marke, Stephen Milling, Julia Rutigliano, Brangane. Repliche domenica 4 maggio, ore 15:30, mercoledì 7 maggio, ore 19:00, domenica 11 maggio, ore 15:30. Guide all'ascolto Piccolo Teatro del Comunale 4 maggio, ore 14.45, 7 maggio, ore 18.15, 11 maggio, ore 14.45