Per l’81% delle imprese artigiane di Firenze e provincia nel 2012 la pressione fiscale è cresciuta del 23%. Pesanti le ripercussioni, in quanto, secondo quanto denuncia Confartigianato Imprese Firenze, il 31% degli imprenditori è stato costretto a ritardare il pagamento dei propri fornitori, il 30% ha rinunciato agli investimenti ed il 16% ad assumere. Il 20% ha ritardato i pagamenti al fisco e il 3% è ricorso a licenziamenti ed ammortizzatori sociali.
I dati risultano da un sondaggio condotto dal 15 al 31 dicembre 2012, su un campione rappresentativo delle 30.790 imprese artigiane attive sul territorio provinciale.
Pessime le previsioni per il 2013: per far fronte ai propri doveri di contribuente, il 29% delle imprese chiederà dilazioni di pagamento, mentre il 27% ricorrerà a prestiti bancari e al finanziamento da parte dei soci. A rendere il quadro a tinte ancora più fosche il 6% che crede di non riuscire a pagare le imposte per mancanza di liquidità e rifiuto dei prestiti bancari.
“Numeri che confermano quanto denunciamo da tempo a proposito dell'impennata della pressione fiscale sul sistema produttivo – dichiara Gianna Scatizzi, presidente di Confartigianato Firenze – Secondo le nostre rilevazioni, a livello nazionale, nel 2012 le entrate fiscali sono cresciute di 24,8 miliardi, al ritmo di 47.238 euro al minuto, e hanno raggiunto il livello del 44,7% del Pil, con un aumento di 2,2 punti in un solo anno, con conseguenze negative per il sistema imprenditoriale e per l’occupazione. Sono numeri che parlano chiaro: se vogliamo ritrovare la strada per uscire dalla crisi, è indispensabile intervenire per ridurre la pressione fiscale sulle imprese”.