Tassa di soggiorno e Uffizi gratis, Bettini: “Disponibili a un tavolo al Ministero”

Firenze – La questione dell’utilizzo di parte dell’elevata tassa di soggiorno che procura buoni introiti al Comune di Firenze per aprire gratuitamente gli Uffizi ai residenti in città, lanciata in occasione della visita del ministro Sangiuliano dal direttore Schmidt, vola in aria e plana sul consiglio comunale odierno, trasformato in un question time da parte del grupo Spc, proposto dalla capogruppo Antonella Bundu. A rispondere, la vicesindaca Alessia Bettini, che, pur sottolineando che sul punto “non siamo all’anno zero”, elencando gli istituti agevolativi dei cittadini con la passione della cultura già in essere, apre alla possibilità “di aprire un confronto su cui confrontarsi col Ministero per altre occasioni di gratuità” per la cittadinanza. La domanda della consigliera Bundu trae spunto dalla vicenda, ovvero se i costi dei visitatori temporanei a carico della città siano così alti da rendere insufficienti le cifre raccolte con la tassa di soggiorno. Un riferimento allo scambio secco di battute fra il direttore degli Uffizi Schmidt e il sindaco Dario Nardella.

La vicesindaco Alessia Bettini

“Il costo dei servizi finanziati da imposta di soggiorno – spiega la vicesindaca – per quanto riguarda il 2022, si rimanda anche alla relazione al bilancio previsionale alla nota integrativa sul conto del bilancio; invece, per quanto riguarda la rendicontazione 2021, che è quella poi che va a consuntivo, voglio ricordare che le spese correnti per il turismo sono ammontate a circa due milioni, per il tpl sono pari a 58 milioni, per la manutenzione delle strade sono state pari a 34 milioni e mezzo, e voglio ricordare i 107 milioni della Tari che vanno a sostenere la pulizia e il decoro della città e quindi anche dell’accoglienza, sia per i visistatori e per i turisti ,e ovviamente, per i nostri cittadini. Vorrei ricordare innanzitutto il nostro sistema di welfare sociale e culturale, e approfitto di questa occasione per ricordare che noi abbiamo la card del fiorentino, che ha un costo irrisorio pari a 10 euro, neanche un caffè al mese, che consente l’accessibilità illimitata per tutti i residenti della città di Firenze e anche per quelli della città metropolitana, a tutti i nostri musei civici”.

“Per quanto riguarda gli Uffizi – continua e conclude Bettini – voglio ricordare comunque che c’è la domenica metropolitana, che dà la possibilità a tutti i residenti di poter visitare gratuitamente nn soltanto gli Uffizi ma anche tutti i Musei statali. La prima domenica del mese, quindi 12 volte all’anno. Non si parte dall’anno zero, ma siamo comunque disponibili a metterci a un tavolo col ministero per analizzare altre occasioni di gratuità”.

i consiglieri comunali di Spc Antonella Bundu e Dmitrij Palagi

Il commento dei consiglieri di Spc, in risposta alle parole dela vicesindaca, non è entusiasta. “Quanto costa il turismo a Firenze? A noi pare che il Comune di Firenze non abbia neanche chiari i numeri, o comunque la Giunta sceglie di non darceli. Non è semplice da calcolare il consumo della città, lo sappiamo. Non è solo un problema di rifiuti prodotti, ci sono tante voci che andrebbero scorporate (compresi ovviamente i servizi ambientali). I benefici per la residenza? Una presunta ricchezza, fatta spesso di lavoro precario (quando non a nero). E 13 giornate di gratuità l’anno per l’accesso ai musei, del tutto insufficienti secondo il nostro gruppo consiliare”.

Il Direttore degli Uffizi Eike Schmidt

In particolare, “Sulla gratuità degli Uffizi – concludono Bundu e Palagi – esprimiamo la necessità di un ragionamento straordinario sul sistema culturale locale e nazionale. L’aumento del prezzo dei biglietti di questi giorni e l’inaugurazione di un ristorante danno l’idea di un servizio sempre più di lusso ed escludente, in linea con la retorica del “turismo di qualità”, che colpevolizza chi vive in povertà o nella fascia media della popolazione.
Se si aumentano i costi a carico di chi viene per turismo, ma il bilancio risulta sempre in crisi, può darsi che abbia ragione chi denuncia la necessità di ripensare completamente l’approccio al turismo e ai servizi culturali?”.

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