
Il costo di smaltimento dei rifiuti è destinato ad aumentare vertiginosamente. A metterlo nero su bianco è l’Ato, l’agenzia di ambito territoriale che raggruppa Provincia e 45 Comuni. Nel documento “Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti urbani e assimilati” si prevede un’impennata clamorosa dei costi della bolletta che ricadrà direttamente sulle tasche dei cittadini. Dai dati forniti ecco lo scenario che emerge: a fronte di un costo attuale che oscilla dagli 80 ai 100 euro per tonnellata per lo smaltimento, si prevede un aumento fino a 160 euro a tonnellata.
Guardando i costi a tonnellata dei diversi tipi di raccolta che si attueranno nelle aree in cui è stata suddivisa la Provincia, la raccolta tramite i cassonetti interrati arriverà a ben 215 euro a tonnellata, seguito dall’area in cui si continuerà con la raccolta stradale, con 188 euro a tonnellata, per giungere infine ai 178 euro a tonnellata del porta a porta.
“In relazione al costo di smaltimento, – si legge a pagina 20 nel documento di Ato – a fronte di un riferimento 2010 pari a 106,58 euro/tonnellata per il bilancio Iren e a 82,06/tonnellata per il bacino Sabar, ecotassa inclusa, si precisa che si è considerato a regime un’evoluzione della tariffa di smaltimento stimata indicativamente pari a 160 euro/tonnellata. Tale quantificazione in linea con quanto riscontrabile in altri territori, con previsioni evolutive del sistema impiantistico di Ato, è esclusivamente funzionale allo sviluppo di comparazioni economiche nel piano, essendo da considerarsi non determinata e condizionata dalle scelte del piano in oggetto”.
Il documento non specifica l’arco temporale in cui avverranno gli aumenti, ma la forbice con i numeri attuali è notevole. E di certo si tratta di previsioni non in linea con quanto dichiarato dalla Provincia che aveva ipotizzato una possibile riduzione dei costi.
Al momento dunque il quadro non è chiaro, anche perché non è facile determinare l’impatto reale della raccolta porta a porta che attualmente interessa solo una parte irrilevante di popolazione. Il Movimento 5 Stelle, per voce del capogruppo in Comune Matteo Olivieri, parla senza mezzi termini di fallimento del Modello Reggio: a pesare sono i costosi cassonetti interrati e lo smaltimento in discarica, l’unica via d’uscita è puntare sul porta a porta.