In una lettera inviata ai vertici della Regione Toscana e all'Anci, De Girolamo e Sardu che rappresentano le aziende del servizio idrico sottolineano che ''la bozza rappresenta un pericoloso passo indietro: invece di aprire la
strada dopo 15 anni e un referendum a un chiarimento definitivo sulla regolazione del servizio idrico, si definisce un quadro di
competenze confuso, contradditorio, inefficace''. Per questo De Girolamo e Sardu ritengono ''fondamentale cheall'Autorita' sia garantita completa autonomia e indipendenza, come stabilito dalla legge'': ''E' assolutamente indispensabile che le Regioni ed i Comuni facciano sentire la loro voce presso il Governo per una radicale correzione dell'impostazione del DPCM'', perche' essa ''tende a limitare l'indipendenza e l'autonomia che deve avere l'Autorita', impedendone un funzionamento efficace''. Secondo le aziende del servizio idrico, infatti, la bozza di DPCM assegna qualche competenza di regolazione all'Autorita' per l'Energia e qualche competenza viene trattenuta al Ministero dell'Ambiente, ''con ampie sovrapposizioni, ponendosi in aperto e totale contrasto con la
legge 214/2011 che trasferiva tutte le funzioni all'Autorita''' Mentre, al contrario, ''la scelta di affidare per legge la
regolazione a un'unica Autorita' autonoma e indipendente come quella per l'Energia e il Gas corrispondeva alla necessita'
urgente e improrogabile di mettere definitivamente ordine in un settore che ha bisogno di certezze e non di ulteriore
confusione''. In particolare, affermano i firmatari della lettera, ''non si comprende a quale titolo il Ministero dell'Ambiente dovrebbe definire i livelli minimi di servizio e dovrebbe verificare i Piani di Ambito, oppure stabilire i criteri per la definizione dei costi, competenze che in un quadro di regolazione 'normale' devono spettare esclusivamente all'Autorita' di regolazione nazionale''.