Parigi – A 400 anni dalla sua nascita il guascone d’Artagnan è sempre più vivo, anzi può anche vantare una doppia vita veramente eccezionale: quella romanzesca che gli ha donato con immenso successo Alexandre Dumas e quella che ha realmente vissuto nel XVII secolo e che non ha nulla da invidiare ai suoi exploit di cappa e spada narrati nei Tre Moschettieri e in Vent’anni dopo.
Perché il simpatico moschettiere non solo è veramente esistito ma è anche stato per anni uomo di fiducia di Luigi XIV, in prima linea nei grandi avvenimenti storici del momento, dalla fuga dal Palais Royale della regina e del piccolo Luigi XIV, all’esilio a Colonia di Mazzarino, alle nozze del re con l’infanta Maria Teresa, all’arresto di Fouquet fino all’assedio di Maastricht in cui ha perso la vita. Alla sua morte era un personaggio famoso e influente, a capo della prima compagnia dei Moschettieri, un corpo di élite al servizio della monarchia.
Nonostante la sua notorietà in vita, la figura del vero d’Artagnan doveva nei secoli successivi finire nel dimenticatoio della storia. A ridargli una vita assai diversa da quella realmente vissuta, ci doveva pensare il grande spendaccione Dumas costretto a pubblicare senza tregua per potere mantenere il suo livello di vita.
Nel fare ricerche storiche per “Il secolo di Luigi XIV” si era infatti imbattuto, come lui stesso racconta nei Tre Moschettieri, nelle “Memorie di d’Artagnan” scritte da Galien de Courtiz de Sandras, un moschettiere che aveva deciso di scrivere una versione romanzata della vita basandosi, dice, su documenti e testimonianze, un’asserzione che viene presa con grande scetticismo dagli storici che ritengono il libro, scritto una trentina d’anno dopo la morte di d’Artagnan, più un romanzo che una biografia attendibile.
Le avventure narrate da Courtilz de Sandras, in cui figurano anche Athos, Porthos e Aramis, hanno però evidentemente acceso la fantasia di Dumas che poco dopo doveva proporre al suo editore, il giornale Le Siécle, un feuilleton dedicato a d’Artagnan e compagni. Il titolo proposto da Dumas, Athos, Porthos e Aramis era stato bocciato dall’editore che aveva proposto I Tre Moschettieri. “Mi sembra un titolo adeguato dal momento che i moschettieri non sono tre ma quattro. E’ assurdo ma alla gente l’assurdo piace” aveva risposto Dumas. I nomi dei tre compari d’Artagnan, citati a Courtilz de Sandras che ne parla come di tre fratelli, compaiono nel registro dei moschettieri del re ma non si ha alcuna certezza che si siano mai incontrati con il più giovane guascone.
Curiosamente la vera vita di d’Artagnan è rimasta finora nell’ombra nonostante l’importante ruolo svolto durante il regno del re sole. Un primo passo per ricostruirne la vera biografia è stato nel 1912 con il suo D’Artagnan l’archivista e storico Charles Samaran, ora alla base delle recenti ricerche che stanno appassionando numerosi storici, a caccia del vero moschettiere del re.
Come hanno tutti sottolineato in un documentario trasmesso dal canale tv franco-tedesco Arte, in realtà del vero d’Artagnan si sa poco. Non si conosce né la sua vera data di nascita né dove sia stato sepolto alla sua morte a Maastricht nel 1673 né con certezza il suo vero volto. Si ha infatti solo un suo presunto ritratto nel libro di Courtilz de Sandras.
Charles de Betz de Castelmore d’Artagnan sarebbe nato tra il 1611 e il 1615 nel castello di Castelmore, vicino a Lupiac, in una famiglia di modesta nobiltà e pochi soldi. Un precettore impartisce a un minimo di istruzione a Charles e ai suoi fratelli che nel contempo vengono iniziati anche all’uso della spada e a stare in sella. Come suoi due fratelli e numerosi nobilotti del Gers, regione all’epoca assai povera, nel 1627 parte per Parigi a fare fortuna o meglio per cercare di entrare nella compagnia dei moschettieri del re, un corpo d’élite creato da Luigi XIII che era comandata dal conte di Tréville, uno dei principali personaggi dei Tre Moschettieri anche lui realmente esistito.
Dei rapporti tra Tréville e d’Artagnan non si hanno né documenti né testimonianze. Si sa invece che prima di entrare nel corpo dei moschettieri d’Artagnan deve fare le prove nel corpo dei cadetti per qualche anno. Un documento ci prova però che d’Artagnan partecipa come moschettiere a una parata nel 1633 a Ecouen. Viene anche presentato a Luigi XIII che gli chiede d’ora in poi di lasciare il nome Betz di Castelmore per chiamarsi sono d’Artagnan .
Poco dopo muoiono sia Richelieu che Luigi XIII che lascia sua moglie Anna d’Austria reggente di suo figlio Luigi ancora bambino in un clima di forte instabilità creata anche dalle continue guerre che hanno vuotato le casse dello stato e dalla crescente ostilità nei confronti del successore di Richelieu, il cardinale Mazzarino che avrebbe portato alla Fronda che per oltre tre anni avrebbe messo in pericolo la monarchia. Scoppia così una rivolta a Parigi con la folla che prende d’assalto il Palais Royal costringendo alla fuga al castello di Saint Germain-en-Laye la famiglia reale e Mazzarino.
Incaricato di garantire la sicurezza dei fuggitivi è proprio d’Artagnan diventato uomo di fiducia di Mazarino dopo che lo stesso cardinale aveva sciolto nel 1646 il corpo dei moschettieri. D’Artagnan seguirà poi Mazarino nel suo esilio a Colonia per diventarne il suo agente segreto che terrà i contatti con Parigi e con lui tornerà nella capitale non appena sconfitta la Fronda nel 1652. Morto nel 1661 Giulio Mazarino, d’Artagnan diventerà uomo di fiducia di Luigi XIV che per riconoscenza ricreerà il corpo dei moschettieri e lo nominerà capitano-luogotenente della prima compagnia dei moschettieri del re.
Dopo averlo scortato al suo matrimonio con Maria Teresa d’Austria a Saint -Jean -de –Luz nel 1660, d’Artagnan diventa per il re sole un indispensabile esecutore delle sue decisioni, come quella di fargli arrestare nel 1661 Nantes il suo ministro delle finanze Fouquet e affidargliene per tre anni la prigionia nel castello di Vincennes in attesa del suo processo. La vicinanza con il re è del resto testimoniata in uno dei pochi documenti in archivio che lo riguardano ed è il suo contratto di matrimonio avvenuto nel 1659 con la ricca e nobile Anne Charlotte de Chanlacy, firmato anche dal re oltre che da Mazzarino.
Matrimonio che finirà male perché, pare, la moglie era tanto appiccicosa che d’Artagnan, per liberarsene, aveva chiesto a re una lettre de cachet per imporle di non mettere il naso fuori delle sue proprietà in Borgogna. Tra le altre pagine documentate della sua vita vi sono le lettere inviate da governatore ad interim di Lilla nel 1672 per lamentarsi che nessuno gli obbediva e anche la sua partecipazione alla repressione di una rivolta contadina che si era conclusa con decine di vittime. La sua vita al servizio di Luigi XIV si doveva concludere nel 1673 nella guerra contro le Province Unite durante l’assedio alla porte di Tongres a Maastricht. Luigi XIV farà celebrare una messa in suo onore e in una lettera rimpiangerà di aver perso “un uomo di cui aveva una fiducia totale”.