Firenze – Lo sfratto è avvenuto stamani (8 giugno, mercoledì) ma il presidio di difesa è in corso. Per lo più donne e bambini, qualche ragazzo, la polizia che controlla la situazione. Il Movimento di lotta per la Casa, il consigliere comunale Dmitrij Palagi e lei, al centro di tutto. La madre. Madre di 5 figli, nonna di un bimbo di 2. Al centro della solidarietà e della compassione popolare che alberga laggiù, in via Canova, nelle case popolari. Morosità, a quanto racconta la donna, per circa 12mila euro. Morosità che potrebbe essere risolta con una colletta proposta da qualche volenteroso fra la comunità musulmana di Firenze.
Nezha ha 48 anni, 5 figli che vanno dai 25 ai 7 anni, più una nipotina di 2. Prima del 2019, una vita dura. Poi il divorzio da un marito violento, il lavoro a tratti, Tante vicende, tanti problemi anche pesanti. Le altre donne ascoltano, annuiscono. In particolare una donna magra, italiana, che stamattina per prima ha prestato aiuto alla madre.
Nel tracollo dovuto al covid, un breve periodo di lavoro. Trattativa con Casa spa, Nezha riesce a pagare due tranches del pattuito. 300 euro. Poi di nuovo senza lavoro, il debito si accumula, le rate saltano. L’assistente sociale che la segue dice che l’aiuterà.
Stamattina Nezha è finalmente di nuovo al lavoro. Ma verso le 11 sua figlia, 20 anni, che era a casa sola, i fratellini erano a scuola, la chiama. “Mamma c’è la polizia”. “Perché?”. “Dobbiamo andare via”. La madre vola a casa, dai suoi figli. Trova le forze dell’ordine, la casa chiusa. Scende la figlia, Nezha vuole salire per prendere qualcosa, ma niente da fare. I bambini sono a scuola. La porta in quattro e quattr’otto viene blindata. La madre sviene. Arriva l’ambulanza ma lei non vuole andarsene. I suoi figli stanno per tornare e lei vuole essere lì.
Verso le 12, l’assistente sociale risponde al telefono. Entro le 14, dice, tutti devono essere sistemati. Famiglia smembrata. La madre con un figlio all’albergo Popolare. Gli altri, tutti in strutture diverse. Ma la madre non vuole. Niente e nessuno può separarla dai suoi figli.
Scatta la solidarietà della gente. La prima donna ha parlato, arrivano le vicine con i bambini. Poi gli uomini. Poi il Movimento. Poi un giornalista. Poi il consigliere. E poi tanti altri. Il presidio è in corso.