Visti in dvd dalla poltrona:
Sconsigli per la visione, guida ai film che potete tranquillamente perdere
After Earth-Dopo la fine del mondo, di M. Night Shyamalan. Con Will Smith, Jaden Smith. USA 2013. Titolo originale: After Earth.
Genere: fantascienza.
Si parte forte, ma è un falso allarme: il ritmo è moooolto lento e, per farla breve, la voglia che finisca alla svelta prende il sopravvento. La Terra collassa e il genere umano si trasferisce su un altro pianeta (è nata prima la sceneggiatura di After Earth o Oblivion?), dove però ci sono dei mostri poco socievoli, che ricordano tanto quelli di Starship Troopers. Durante un trasferimento spaziale, non si sa per dove e non si sa perché, l’astronave, con alieno a bordo, è costretta a un atterraggio di fortuna sulla Terra. Si salvano solo il militare senza macchia e senza paura Will Smith, suo figlio (nel film e nella realtà) e l’alieno.
Scommettiamo che il figlio avrà modo di conquistare la fiducia del padre? Pronostico facile.
E’ un film ordinario con una ambientazione post apocalittica affascinante, ma non sembra affatto un’opera di M. Night Shyamalan (ma che è ‘sta M puntata?), uno che bene o male ha sempre lasciato la sua visionaria impronta, dal “Sesto senso” a “The Village”, solo per citarne due.
Smith senior già è quello che è, qui per esigenze di copione deve fare la parte di chi ha pochi sentimenti e ancora meno espressioni; in pratica è un manichino. Il figlio è bravino ma niente di che, l’alieno è di gran lunga quello dei tre che ruba l’attenzione quando compare sullo schermo. Disseminate qua e là ci sono stucchevoli perle filosofiche. Si va da “riconosci la tua forza e controllerai il tuo destino” a “La paura non esiste. L’unico posto in cui può esistere è nel nostro modo di pensare al futuro”, senza dimenticare che “Il pericolo è molto reale, ma la paura è una scelta”. Anche guardare questo film è una scelta; solo che dopo averlo fatto, non si può tornare indietro e guardarne un altro al suo posto, purtroppo.
Per non lasciarvi senza film per la serata: da uno Sconsiglio a un consiglio per la visione
L’uomo d’acciaio, di Zack Snyder. Con Henry Cavill, Amy Adams, Russel Crowe, Kevin Costner, Michael Shannon, Diane Lane, Laurence Fishburne, Christopher Meloni. Titolo originale: Man of steel. USA, Canada, Gran Bretagna 2013.
Genere: fantascienza.
Sorprendentemente e spudoratamente bello, tenuto conto che il presupposto gioca nettamente contro un’operazione di questo tipo: su Superman è già stato scritto, detto e filmato tutto. In teoria. In pratica invece regista (il visionario e geniale Zack Snyder, suoi “300” e “Watchman”) e sceneggiatori (David Goyer e Johnatan Nolan, due che sbagliano poco), prendendosi alcune licenze poetiche, riescono a tirare fuori dal cilindro una versione alternativa, pur non rinnegando completamente il fumetto. Della serie: non è cosa, ma come lo racconti, e la prospettiva che offri…
Le scene spettacolari di battaglia fanno la loro parte, anzi, a dirla tutta ipnotizzano e creano dipendenza, due pezzi da novanta come Russel Crowe e Kevin Costner di certo alzano il tasso d’interesse, ma il complimento più bello che si possa fare è che “L’uomo d’acciaio” starebbe in piedi anche senza di loro. Prova ne sia che lo scarso carisma di Superman (Henry Cavill) passa in secondo piano di fronte a scene d’impatto emotivo, come quella che segna l’uscita di scena di Kevin Costner o al tema di fondo (“La gente ha paura di quello che non capisce”), che mette in crisi Kal’El, vero nome di Superman.
Le oltre di due ore di durata le perdoniamo volentieri, l’unica vera cosa che scricchiola è riferita all’identità: la storia si svolge ai giorni nostri, possibile che senza andare in giro col mantello, l’Uomo d’Acciaio non venga riconosciuto nella vita di tutti i giorni? Vecchio problema, si sa, se regista e sceneggiatore avessero trovato una soluzione pure a questo, sarebbero stati perfetti.
Alex Bartoli