Da un normale confronto al tavolo della vertenza si è passati ad una guerra aperta a suon di comunicati. Che allontanano e di molto le parti. Di qua i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, di là i vertici dell’azienda ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio specie nella persona del direttore generale Ivan Trenti che, dopo lo sciopero dell’altro giorno (adesione al 13% e mille reggiani che hanno dovuto rinviare prestazioni sanitarie ordinarie) ha dato il là alla girandola di messaggi diretti.
Accusando la triplice di aver voluto astenersi nonostante un pre-accordo sul personale e sugli straordinari. Poi repliche e contro-repliche in un crescendo di toni accesi la cui fine non si intravede. L’ultimo dei quali porta la firma dei responsabili di settore Mauro Puglia, Adelmo Lasagni e Mauro Chiarini che accusano Trenti di “affermazioni pesanti e offensive per i dipendenti”. Rivendicando l’orgoglio di rappresentare il personale di un’azienda che ha generalmente il gradimento dei pazienti, Cgil, Cisl e Uil tornano a mettere sul tavolo i problemi, a loro modo di vedere irrisolti, dell’arcispedale: rientri aggiuntivi, continui cambiamenti di turno, diktat aziendali, coperture di reperibilità attiva senza riposo e via di questo passo.
Trenti dal suo canto, nell’ultima missiva ai sindacati aveva a sua volta denunciato un attacco diretto nei suoi confronti senza che i rappresentanti dei lavoratori fossero entrati nel merito delle cose che al Santa Maria non funzionerebbero. Parti sempre più distanti, in mezzo i cittadini che rischiano altri black-out sanitari