
Giuseppe Manzotti
Le sue tesi choc sulla Shoah hanno scatenato la reazione indignata della comunità ebraica e di gran parte del mondo politico e universitario. Dall’esistenza delle camere a gas, al numero delle vittime dei campi di concentramento: la storia del “cosiddetto Olocausto” sarebbe da riscrivere secondo il professor Claudio Moffa, ordinario presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’università di Teramo. Il discusso docente, accusato da più parti di essere un negazionista tout court, sarà a Reggio venerdì 10 giugno per partecipare al convegno da titolo “Stati non allineati e sionismo. L’Italia fascista, la Germania nazionalsocialista e l’Unione sovietica di fronte al movimento sionista” organizzato dall’associazione Ultimo Baluardo, la rivista di studi geopolitici Eurasia (tra i relatori anche il senatore Fernando Rossi, Andrea Giacobazzi e Stefano Bonilauri).
Una presenza, quella del professor Moffa, destinata a fare discutere a causa delle controverse posizioni revisionistiche sull’Olocausto ma anche per alcune idee “eterodosse” sulla questione mediorientale e per gli elogi al presidente iraniano Ahmadinejad. Moffa era balzato agli onori delle cronache nel settembre dello scorso anno, quando nel corso di una lezione all’università di Teramo, dove è titolare della cattedra di Storia ed Istituzioni dei Paesi afroasiatici, aveva dato ampio spazio alle tesi negazionistiche. Il caso era stato sollevato dal quotidiano La Repubblica, che aveva riportato alcuni passaggi della lezione: “Non c’è alcun documento di Hitler che dicesse di ‘sterminare tutti gli ebrei‘” aveva detto Moffa ai suoi studenti. Secondo il docente, poi, la Shoah è “un’arma ideologica indispensabile, grazie alla quale una delle più formidabili potenze al mondo ha acquisito lo status di vittima”.
Tra i professori del master “Enrico Mattei in vicino e Medio Oriente”, di cui Moffa è coordinatore, figurano alcuni pezzi da 90 del negazionismo come Serge Thion e di Robert Faurisson. Faurisson, celebre negatore dell’esistenza delle camere a gas nei lager nazisti, nel 2007 era stato invitato dallo stesso Moffa a tenere una lezione all’università di Teramo. Le proteste della comunità ebraica e l’intervento del rettore avevano fatto saltare la lezione. Dopo la lezione del 25 settembre dello scorso anno il caso era approdato in Parlamento: i deputati Walter Veltroni ed Emanuele Fiano avevano presentato un’interrogazione urgente chiamando in causa il Governo. Il ministro alla Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, intervistata dal Tg5 aveva dichiarato: “Non è possibile che nelle università italiane insegnino professori che seminano odio”. Ma il professor Moffa non sembra essere spaventato dalle polemiche, anzi fa appello alla libertà di parola: “Nessuno può entrare nel merito delle mie lezioni”.